6

2 1 0
                                    

Anche se le mani gli bruciavano per la corruzione demoniaca. Tanizaki avrebbe evitato di farsi imboccare da sua sorella Naomi.

"Apri la boccuccia".

Col viso rosso per l'imbarazzo, il ragazzo aveva cercato di convincerla che non ci fosse alcun bisogno di aiutarlo a mangiare. Tra l'altro, non aveva mal di stomaco, non era malato, non capiva perché gli stesse dando la pastina in brodo.

Prese un altro cucchiaio di pasta, ed un rivolo di brodo gli scivolò lungo il mento. Avrebbe voluto morire dalla vergogna, vedendola avvicinarsi così tanto, e leccargli via il brodo.

Era convinto che i fratelli normalmente non si comportassero in quel modo. Si scostò, cercando di non farle notare, cosa gli avesse provocato quel gesto. Non era la prima volta che capitava, e Tanizaki sospettava che la sorella ne fosse ben consapevole dallo sguardo malizioso che aveva in quel momento.

"Puoi aprire la finestra?" le chiese, per allontanarla da lì e riprendersi un attimo.

Quando la dottoressa Yosano si era accorta che l'acqua santa che avevano nel mobile era inefficace, si era adoperata per creargli una pozione che ritardasse l'espandersi della corruzione. Anche dopo averla bevuta però, gli effetti non sembravano volersi placare.

Le mani gli bruciavano come se fossero fatte di fuoco, nonostante le avesse più volte sciacquate con dell'acqua fredda.

Si era anche accorto che faceva fatica a muoverle, aveva notato che le dita iniziavano a muoversi come se avessero una loro volontà. Aveva parlato di questo aspetto con la dottoressa ma aveva evitato di accennarlo a Naomi per evitare che si preoccupasse ulteriormente.

La ragazza si avvicinò di nuovo a lui dopo aver aperto la finestra.

Gli disse che stava sudando e gli deterse la fronte con un panno umido.

Tanizaki non si accorse subito che le sue mani si erano mosse, alzandosi verso sua sorella. Le stava accarezzando i capelli, notò con orrore comprendendo di non essere lui a farlo. Come se guardasse un corpo estraneo, vide le sue mani chiudersi intorno al collo della ragazza e stringerle. Avevano sete omicida.

Tanizaki urlò, chiamando i suoi colleghi. Ad accorrere fu proprio la dottoressa, che vedendo la scena pensò bene di dargli un colpo alla testa per tramortirlo. Le mani si aprirono, afflosciandosi attorno al collo svenuto.

Naomi tossì, guardando suo fratello con aria preoccupata.

Per sicurezza, decisero di legargli le mani al letto, di modo da non permettergli di muoverle impropriamente.

Non era il primo caso di corruzione di cui la dottoressa si occupava, ma la preoccupava la rapidità con cui i sintomi si stavano manifestando. Si chiedeva se Atsushi e Dazai sarebbero tornati in tempo con la cura.

Fui lieto di non aver dovuto prendere nuovamente il treno, dopo l'ultimo episodio, avrei fatto fatica a salirci di nuovo.

Dazai guidava l'auto dell'agenzia anche se in modo un po' troppo spericolato per i miei gusti. Mi cominciava a girare un po' lo stomaco. Anche perché la strada iniziava a riempirsi di curve e notai che stavamo salendo di quota. Secondo le indicazioni di Rampo, il monastero che stavamo cercando si trovava su una montagna.

Per fortuna il mio stomaco riuscì a resistere fino al nostro arrivo. Anche se c'era ancora un chilometro da percorrere, la strada non era più percorribile con l'auto, avremmo dovuto proseguire a piedi.

Guardai i miei stivaletti vecchi e logori, non erano i più adatti per una passeggiata in montagna, ed anzi avrei anche dovuto cambiarli. Forse avrei dovuto chiedere al direttore, legalmente fino alla maturità era lui incaricato di provvedere a me.

Sussurri nell'ombra : la storia di AtsushiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora