Domande

0 0 0
                                    

15:00

L'inizio di quel pomeriggio non prometteva bene per Happy, che si era promessa qualche ora per riposarsi, per preoccuparsi di sé stessa, adesso, dopo 17 anni, adesso che finalmente era libera, invece no, avrebbe dovuto risolvere degli omicidi, come se non fosse già stata abbastanza in pericolo soltanto due anni prima.

Bah, la vita è strana, o almeno quella di Happiness lo era.

Oliver era in ritardo di mezz'ora e 10 minuti esatti, ed era strano perchè di solito era lui quello che teneva il conto dei millisecondi che passavano ad ogni ritardo, la ragazza non riusciva a combattere quella crescente e fredda preoccupazione che avvolgeva le spire intorno a lei.

E poi qualcuno suonò al citofono.

"VADO IO!" Strillò lei, alzandosi in tutta fretta dal comodissimo divano di finta pelle marroncina, ma lo zio l'aveva già preceduta.

"Brian, quale piacere averti qui" sentì lui accogliere calorosamente, e Happy provò una fitta inspiegabilmente dolorosa allo stomaco, mentre si fermava sulla soglia della stanza degli ospiti.

Il Marionettista in carne e ossa, con il suo solito sorriso benevolo e lo sguardo forse un po' appesantito ma sempre giovane a nascondere i suoi anni la scrutarono oltre lo zio Cooper da appena fuori il giardino, dove stava al suo fianco con un rossiso sornione il compagno d'avventure di Happy di quella che sembrava una vita intera, ma che erano solo 3 anni, Brian e Oliver, di fronte alla sua casa, nuovamente.

Indossava un gilet color crema con sotto una meravigliosa giacca nera e i suoi capelli erano raccolti in una coda di cavallo, ma anche tali, era difficile contenere la loro lunghezza, che arrivava quasi sino a toccare terra.

La sorpresa invase la ragazza, che improvvisamente si ritrovò incapace di pronunciare qualcosa al di fuori di qualche scomposta sillaba, ma sapeva che Brian avrebbe saputo comprendere ogni suo silenzio come parola in sé e per sé.

"B-B...Brian...cosa ci fai qui?"

Lo zio invitò i due ospiti a entrare in casa e ad accomodarsi in cucina, ma Il Marionettista declinò educatamente l'offerta con un'inchino appena percettibile e un gesto di congedo della mano.

E così il trio rimase solo di fronte a una porta aperta, Happiness non riusciva più a contenere tutte le domande che le risalivano lo stomaco fino ad arrivarle in gola, oppure scendevano dalla testa fino ad arrivare alle sue labbra, la giovane si confuse, scosse leggermente la testa.

"Ora capisco perchè Oliver era in ritardo, senza un buon motivo non se lo sarebbe mai permesso" sorrise lei, il ragazzo ricambiò raggiante.

"Ho trovato Zarah tra le vie di Donate, mentre stavo arrivando a casa tua con l'auto" spiegò lui "lei si è offerta di andare a chiamare Brian in cambio che io aspettassi una mezz'oretta in auto poichè il Marionettista qui presente è molto più abile di noi nel carpire informazioni.
Ciè voluta poco più di una mezz'oretta, e questo mi ha un po' dato ai nervi in realtà, ma alla fine ne è valsa la pena, penso che il signorino possa veramente darci una mano"

"Vedo che hai aumentato le tue capacità ironiche, Oliver" sussurrò divertito l'Ihmisia "Ma sì, la cosa mi tocca personalmente, non voglio esporvi ad un potenziale pericolo e non voglio esporre quella povera donna che ha già dovuto subire tanto ad un interrogatorio forzato, troverò qualcosa nella sua mente con poche semplici domande, andrà bene"

Happy annuì "Zio, sto uscendo!" urlo, voltando soltanto di poco il volto, mentre Oliver stava già aprendo gli sportelli della meravigliosa fiat azzurrina, tanto raffinata ed elegante quanto la personalità di Oliver, o almeno la personalità che mostrava in alcuni momenti del giorno.

"Dove vai, tesoro? Per quanto starai fuori?"

Oh, è vero, non aveva detto nulla a suo zio.

"Viene con me e Oliver per circa due orette, forse un pizzico di più, facciamo un giretto per la città e forse ci fermiamo al bar.
Terremo sua nipote al sicuro, è in buone mani, e poi questa città d'estate è piena zeppa di gente, non si deve preoccupare"
Parlò Brian al posto suo, con voce melodiosa e rilassante, Happy non potè resistere al fare un sorriso che forse era molto più ampio di quanto avesse voluto, lui era esattamente come se lo ricordava.

"Ve bene Brian" Brandon allungò il collo per guardare dritto negli occhi il cortesissimo amico della nipote "Come potrebbe mai qualcuno non fidarsi di un ragazzo maturo come te?
Però mi raccomando, è di mia nipote che stiamo parlando" il suo tono, inizialmente adulatorio, si fece più cupo "non andate troppo lontano da qui e rispettate gli orari. Detto questo, ci vediamo!"
Tornò con un sorriso che sembrava un raggio di sole ai suoi compiti quotidiani mentre Happiness salutava ancora una volta l'amato parente prima di dileguarsi all'auto dell'amico.

Dentro vi faceva un caldo cocente, afoso.

Oliver si mise alla guida, diede una controllatina allo specchietto retrovisore, e agguantò il volante mentre Brian e Happiness, nei sedili posteriori, maneggiavano contemporaneamente la cintura di sicurezza, cercando di comprendere come usarla, il primo a farlo fu Brian, che aiutò successivamente la ragazza.

"Hm, hm" tossì, nel modo più teatrale possibile, Oliver Wise "Stiamo per partire alla volta di Via Tube, per la casa di Carol Elias, vi prego di allacciare le cinture e di godervi il viaggio per le vie di Donate, passo!"

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 13 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

I Ragazzi Ritrovati: Antologia di un sorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora