Capitolo 7✅

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Ethan:

I Wilson, mi invitarono a passare una settimana al mare.
In tal modo, noi avremmo dovuto saltare una settimana di lezioni.
Il prezzo da pagare era rimanere una settimana in una casa con la cugina del mio mio miglior amico.
Il mio pinguino è perfetto. Troppo perfetto. Rischiavo di baciarla se fossimo stati nella stessa casa per più di un ora.
Presi il borsone nero con il necessario per la settimana e mi avviai alla macchina del signor Wilson.
Il borsone me lo aveva regalato il mio pinguino, insieme ad un paio di guantoni da box. Certo che si stava impegnando parecchio in questa cosa della felicità.

Un ora dopo eravamo alla casa al mare dei Wilson.
Tutta in legno, con un terrazzo e una tettoia anch'essi in legno. Paige la conosceva come le sue tasche, a dire il vero, conosceva tutta la città come le sue tasche.
"Travis!"
Lo chiamò suo padre.
"Papà, che c'è?"
Rispose in modo cortese lui.
"Vieni a darmi una mano con le valige, scansafatiche!"
Il signor Wilson lo chiamava sempre così. Ovviamente in tono affettuoso.
Paige si avvicinò a suo zio e sembrava parlargli, però, parlava a bassa voce e dalla mia posizione non sentivo.
Si avvicinò a me e mi prese sotto braccio.
Ma che stava facendo?
"Ma che fai, pinguino?"
"Ti porto a vedere il paese e ad allenarti in palestra."
Disse in tono risoluto lei. Annuii anche se di voglia non ne avevo.

Ci ritrovammo nella palestra di box qualche ora dopo.
"Metti i guantoni!"
Mi gridò Paige, ed io ubbidii.
Mi indicò con l'indice il ring vuoto e io non capii cosa volesse dire.
Alzai un sopracciglio e lei alzò gli occhi al cielo.
"Salì sul ring!"
Ecco cosa voleva, però la avrei potuta ammazzare se le avessi tirato un pugno.
Anche lei salì sul ring dopo di me e iniziò a spiegarmi le tecniche base.
Fatto sta' che di quello che diceva non sentii nulla, perché la mia mente e i miei occhi erano incollati alle sue labbra che si aprivano e chiudevano.
A riscuotermi dai miei pensieri fu un gancio destro nello stomaco, dato con fin troppa forza per il fisico minuto di questa ragazzina.
"Fa male, Spaccone?!"
Cercò di provocandomi lei.
Sorrisi e le sferrai un pugno allo stomaco, a mia volta.
"Fa male, Pinguino?!"
Le feci il verso.
Si mise  a ridere, la sua risata era uno dei suoni più belli che le mie orecchie potessero udire.
Cadde a terra dalle risate.
"Possibile che non ti abbia fatto nemmeno un po' male?"
Le chiesi quasi supplicandola.
"In questo momento l'unico dolore che provo è quello provocato dalle mie risate!"
Disse lei, non so se fosse la verità o lo disse solo per provocarmi.

Tornammo a casa e Travis, sul terrazzo, avevo lo sguardo da: 'dove sei stato con mia cugina e perché siete pieni di lividi? Ti sgrido subito!'
Il pensiero di capire il mio migliore amico da uno sguardo assassino, mi fece sorridere.
"Perché i lividi?"
Chiese appunto lui.
Cercai di spiegare, ma Paige mi precedette.
"Box, dovresti venire con noi!"
Vidi il petto di Travis abbassarsi con enfasi e sollievo.
Cinse le spalle di sua cugina e mi guardò come a dire:'ti controllo brutto idiota' non aveva tutti i torti ma feci l'offeso per il gusto di farlo.

Quella sera, il signor Wilson, ci diede il permesso di andare in discoteca, a patto di essere a casa per le tre del mattino.
"Come sto?"
Chiese scettica il mio pinguino, dopo aver fatto un giro su se stessa.
Ero un vero e proprio schianto.
Un tubino nero, fin troppo stretto la fasciava e le arrivava a metà coscia. Una scollatura a cuore senza maniche evidenziava il décolleté, che mi imposi di non guardare.
Feci una smorfia, non perché non mi piacesse, ma perché altri ragazzi la avrebbero vista così.
"Sei uno schianto cuginetta, vuoi fare strage di cuori?!"
Travis fece una pausa per fissarmi e rise.
"A cominciare dal mio povero migliore amico?!"
Rise così forte che non sapevo se ancora stesse respirando.
Paige mi guardò alzando un sopracciglio e scrollo la testa divertita.
Arrivammo alla festa, che metà delle persone erano già sbronze ed ordinammo un cocktail.
"3 margarita!"
Disse Travis, mi ricordai di Blake e della storia del margarita e lo interruppi.
"Due margarita e un mojito!"
Lo corressi indicando prima io e lui e, poi il mio pinguino.
Mi mostrò un sorriso così pieno di gratitudine che mi venne da piangere.
Ma quello che non mi aspettavo, venne dopo il sorriso, mi buttò le braccia al collo e stampò le sue labbra sulla mia guancia per ben tre volte, prima di staccarsi dall'abbraccio.
Travis la guardò alzando un sopracciglio e chiedendo spiegazioni, mentre io ero troppo stordito dal suo abbraccio e dai suoi baci per ascoltare la spiegazione di Paige.
"Ehy, questa signorina, da quando è qui?"
Mi riscosse la voce di un ragazzo, che si rivolse al mio pinguino. Mio. Con molta confidenza.
Lanciò un gridolino di gioia che fece girare tutto il locale, prima di abbracciarlo e saltargli addosso, per farsi prendere in braccio e girare su loro stessi.
Questa situazione mi fece ringhiare di fastidio.
"Ciaoo,  Sam, Sam, Sam. Ma cosa ci fai qui?"
"Ma che ci fai.tu.qui?  Eh bellezza!"
Quell'aggettivo mi fece ribollire il sangue, ma rimasi fermo.
"Mio cugino lo conosci, lui è il suo migliore amico. Ethan. È anche mio amico. "
Passò alle presentazioni e mi presentò anche come suo amico, era un passo nella sua vita.
"Ethan, lui è Sam, il mio migliore amico!"
Sam rise sotto i baffi per poi aggiungere, un particolare irritante.
"Un migliore amico che hai baciato un paio di volte."
Lei lo guardò male e scoppiò a ridere.
"Ero ubriaca idiota. E poi se non ricordo male quello che se ne esce sempre con un: 'Ehy bellezza, non è che posso baciarti?' Sei tu Sam!"
No, no, no, no,  frena, lei lo aveva baciato. Lo aveva baciato più volte?
"Ah Ethan!"
Attirò la mia attenzione scendendo dalle braccia di Sam e, avviandosi verso di me.
"Bellezza è uno dei miei soprannomi."
Disse ridendo, stava ridendo con me, non con Sam.
"Lascia perdere Sam, so che non ti importa ma..."
Sospirò.
"Lascia perdere! Grazie per il mojito, ti sei ricordato degli attacchi di panico"
Mi diede un leggero bacio sulla guancia e mi rivolse il sorriso più bello che avessi mai visto.
"Pinguino!"
La richiamai.
"Mi importa quello che ti riguarda!"
Le gridai mente si dirigeva verso Sam sulla posta da ballo. Si voltò e mi fece sogno di avvicinarmi.
Così feci e nel momento in cui misi piede in pista, partì il primo lento della serata.
Lo ballai con il mio pinguino,
Mi sembra ovvio.

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