Paige:
Era uno di quei giorni dove avrei tanto voluto avere un coltello.
Presi un respiro e con un colpo di reni mi alzai dal letto. Era Lunedì, ma non sarei andata a scuola. Mi era venuta la febbre.
Travis era a scuola e lo zio era a lavoro.
Mi misurai la febbre e mi preparai una tisana allo zenzero. Quel giorno, non pensavo di riuscire a essere davvero felice.
Di solito, tutti i giorni mi svegliavo con un sorriso stampato sulla faccia, l'euforia di vivere nel petto e tanta felicità, però c'erano giorni, come quelli, in cui non ero felice.
Le immagini dei corpi esanimi di mia madre e di mio padre, persistenti nella mente, assieme alle bastonate dei miei compagni di classe e il resto della mia pietosa vita. C'era solo un modo per scacciarli via. Prendere a pugni l'albero della collina e dopo leggere un bel romanzo rosa.
Presi la mia borsa di tela e ci misi dentro i guantoni e 'orgoglio e pregiudizio' un libro che mi piaceva molto.
Arrivata sulla collina iniziai a prendere a pugni l'albero, consapevole che la febbre si sarebbe alzata. Guardai la collina cosparsa di foglie secche e mi ricordai del patto con Ethan. 'Ti farò conoscere la felicità, quando le collina sarà in fiore!' Già, com'era bella la felicità.
La vista mi si annebbiò, la febbre si era alzata.
Mi sdraiai per terra, esausta e smarrita.Mi risvegliai, forse qualche ora dopo, con la testa appoggiata su qualcosa. Mi girai e capii che erano le ginocchia di Ethan.
"Ti sei addormentata pinguino!"
Il mio cuore saltò un battito, probabilmente per la febbre.
"Ciao."
Gli rivolsi un sorriso. Avevo ritrovato il buonumore.
"Sai, è stano vederti stanca. Allora sei umana!"
Scherzò lui.
"A quanto pare"
Scoppiai in una risata sincera, è bello ridere.
Tornammo a casa e ci salutammo. Io tornai a dormire.Il giorno dopo la febbre era passata del tutto. Presi il mio zaino con i libri e il quaderno e, mi fiondai nell'auto di mio cugino.
Arrivammo in anticipo a scuola e ne approfittai per chiacchierare con qualche ragazza.
Nancy Lifton, catturò la mia attenzione, alta, magra, capelli ricci e rossi, labbra piene, occhi da cerbiatta. La classica ragazza che se la vedi pensi 'che schianto' ed era così, sempre circondata da ragazzi, sempre impeccabile. Però c'era qualcosa che mi induceva a credere che fosse simpaticissima. E così fu.
"Piacere, sono Paige Wilson, tu sei Nancy, vero?"
Chiesi per rompere il ghiaccio.
"Già, piacere."
Mi rivolse un sorriso simpatico.
Iniziammo a chiacchierare del più e del meno per vari minuti, finché un ragazzo moro, con gli occhi neri, il chiodo nero di pelle e una maglietta bianca abbastanza attillata, non ci si parò davanti.
"Ehy, sorellina non mi presenti questa bella biondina?"
Ok, avevo capito. Era il tipo di ragazzo che andava di pari passo con le mia amiche.
Quello che fa strage di cuori, ma alla fine è solo un deficente, per di più solo.
"Paige, lui è Blake. Blake, lei è Paige."
Arretrai di qualche passo nell'udire quel nome. Lui non doveva avvicinarsi.
"Che fai scappi, eh biondina? Sembri una cucciolotta indifesa!"
Scoppio a ridere. No, cosa c'era da ridere. Non doveva chiamarmi cucciolotta, nessuno lo doveva fare.
Ero sull'orlo di un attacco di panico.
Indietreggiai fino a sbattere su un petto solido, alzai lo sguardo e scorsi quello di Ethan, intento a mandare minacce al fratello di Nancy.
"Uno: non chiamarla cucciolotta. Due: stalle alla larga. Tre: non permetterti di toccarla. Quattro: se la tocchi, sei un uomo morto."
Disse in tono risoluto.
"Buona giornata Blake"
Aggiunse in finto tono empatico.
" grazie, mi hai salvata!"
Dissi io.
"Figurati, quelli come lui vanno tenuti alla larga."
E si incamminò verso l'aula, senza aggiungere altro.
Si vede che era una giornata no.
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Le colline sono in fiore
عاطفيةLei, Paige Wilson, ragazza felice di essere viva e con un passato davvero davvero pesante. Ciò nonostante, sa esattamente cos'è la felicità. Lui, Ethan Brown, ragazzo sempre triste e burbero, con una vita non esattamente semplice, ma nemmeno troppo...