Capitolo 11✅

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Ethan:

Ero sulla collina, in compagnia di un coltello, quando Paige mi abbracciò sorridendomi, dandomi coraggio.
"Lo so, lo so. No ce l'ho fatta pinguino."
Prese il coltello che non avevo ancora usato, identico a quello tra le mie mani e, si passò la lama sull'interno del braccio.
"Ma sei impazzita! Sanguini, non fare l'idiota!"
Gridai in preda al panico, mentre lei, sanguinante, rideva come una matta.
"Ethan, guarda. Ogni volta che ti taglierai, ogni volta, succederà questo."
No, no, no, no, no, cosa stava dicendo?
"Ti voglio bene Ethan."
Scoppiai in una risata isterica che si trasformò presto in un ringhio frustrato.
Quella frase, quella stupida frase mi aveva rovinato il cuore.
"Paige, non sai di che parli. Chiudi quella cavolo di bocca o te la chiudo io con un pugno."
Ecco, era successo di nuovo, avevo ancora perso il controllo.
Con un altro ringhio frustrato me ne andai.
Ma sentii alle mie spalle la sua voce.
"Ethan, torna qui. Facciamo un match!"
Giusto, lei faceva pugilato. Non le avrei chiuso la bocca con un pugno, lo avrebbe fatto lei.
Scossi la testa divertito e me ne andai.

Paige:

Avevo lasciato perdere Ethan, aveva bisogno di stare da solo.
Oggi zio Adam è Travis erano andati a pescare. Era una tradizione, di solito anche io ci andavo, però oggi non avevo voglia.
Mi incamminai per strada, ero diretta al supermercato, il frigo di casa era vuoto.
Con una borsa in tela con all'interno i soldi, il telefono e, da brava lettrice, un libro, più precisamente, ragione e sentimento, il mio libro preferito in assoluto.
Presi un carrello e mi avviai tra le corsie del negozio.
Un ragazzo, circa sui 20 anni mi si avvicinò e disse.
"Ehy, che bel bocconcino che abbiamo qui!"
Accompagnandosi con una pacca sul sedere.
Allungai il passo, non serviva a nulla, mi veniva dietro come un cagnolino.
"Mi scusi, potrebbe smettere di seguirmi?"
Sbottai esausta.
"Vieni a casa mia e smetto di seguirti."
Mi affrettai a pagare quello che avevo comprato e uscii dal negozio.
Poco dopo il ragazzo di prima mi raggiunse di nuovo.
Sospirai esasperata, ma soprattutto spaventata.
"Bellezza, che ti costa eh?! Non mi dire che hai paura!"
Mi scoppiò a ridere in faccia.
Lo ignorai e continuai a camminare, fino a quando non mi caricò di peso sulle spalle.
"Lasciami! Aiuto, aiuto, qualcuno mi aiuti. Mi stanno sequestrando! Aiuto!"
Gridai, ma con scarsi risultati, il vicolo era vuoto.
Arrivati alla fine del vicolo, mi sbattè per terra con inaudita forza. La mia testa rimbombò al  suo suono sordo.
Ottimo! Sanguinavo.
Il respiro si faceva ansante.
Si stava per ripetere la situazione creata anche da Blake.
Al solo pensiero, mi si attorcigliò lo stomaco e il respiro mi si bloccò in gola. Un altro attacco di panico mi stava assalendo.
"Ti prego, non farmi del male."
Lo scongiurai con la voce ridotta ad un sussurro.
Mi scoppiò a ridere in faccia, mentre si avventava sul mio corpo. Gli diedi un calcio e cercai di prendere in mano la situazione.
Presi la borsa di tela e corsi verso l'unico posto che mi venne in mente: la collina.
Con le lacrime che mi rigavano il viso e il respiro rotto, mi sedetti sull'erba.
Cercai di regolarizzare il respiro, ma invano. Scoppiai a piangere, le lacrime scorrevano e io ricordavo sempre più ciò che avevo vissuto.
'Sorridi. Paige, tu sei sempre felice. Sorridi e basta.' Mi dissi.
Tirai le labbra e raggiunsi l'obbiettivo per pochi secondi.
Due braccia mi strinsero, mi appoggiai al petto di Ethan e piansi.

Ethan:

Non avevo mai visto il mio pinguino ridotto così. Di solito era sorridente e spensierata.
"Ethan, un tizio mi ha messo le mani addosso. Io... io non sapevo cosa fare. Ethan, resta qui!"
"Non me ne vado."
Dissi.
La rabbia si stava facendo strada dentro di me. Qualcuno aveva osato toccarla, chi? Chi aveva osato toccare il mio pinguino?
Di colpo mi venne in mente Blake. E il suo racconto da brividi. Le era successo di nuovo?
Ma soprattutto, quanto la aveva toccata?
La rassicurai per un po', fino a quando non riuscì a spiegarmi tutto.
Il sangue era coagulato e appresi, fortunatamente che era scappata prima che succedesse il peggio.
Tornammo a casa e guardammo un film insieme. Continuammo a chiacchierare come amici, quali siamo. Purtroppo.

Le colline sono in fiore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora