Capitolo 4 ✅

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Ethan:

Domenica, l'unico giorno in cui mia madre mi parlava per almeno dieci minuti. Da tutta la vita non faccio che aspettare la domenica mattina per essere svegliato da mia mamma.
"Tesoro, svegliati. Sono le dieci, oggi dove fai colazione?"
Mi sarei messo a gridare come una ragazzina solo per sentire il suono della sua voce.
"Tu fai colazione con me?"
Chiesi titubante anche se la risposta sarebbe stata negativa.
"No amore, oggi sono fuori, però almeno ti sveglio come faccio sempre."
Annuii rassegnato. Cosa mi aspettavo?
Uscii di casa con mia madre che prese la macchina e sfecciò chissà dove.
Suonai al campanello di casa Wilson e pregai, senza un motivo, che mi aprisse il mio pinguino assonnato e ancora in pigiama.
Ma invece...
"Oh, ciao ragazzo, Travis è andato a fare la spesa, io sto andando al lavoro. Sveglia Paige e aspettatelo insieme."
Mi disse il padre di Travis, che lavorava per l'aereo porto e quindi sette giorni su sette. Io annuii ed entrai.
Salii le scale e arrivai alla stanza con scritto Paige ed entrai senza bussare.
C'era lei, sotto il piumone che dormiva.
La fissai per alcuni minuti e poi decisi di svegliarla, qualcosa mi diceva che non avrebbe reagito molto bene.
"Ehy raggio di sole, sono le dieci di mattino, svegliati"
Dissi dolce scuotendola un po' per svegliarla.
"Travis, da quando mi svegli la mattina. Grazie."
Mi sorrise con ancora gli occhi chiusi.
Poi si alzò e mi diede un bacio sulla guancia e sorrise di nuovo. Poi aprì gli occhi.
"Tu non sei Travis"
Disse arrossendo e coprendosi la faccia.
Risi perché era buffa e dolce, ma anche bellissima.
"Smettila di scambiarmi per Travis pinguino."
Sbarrò gli occhi come se avesse realizzato solo ora davvero la situazione.
Si mise a gridare.
"Ma cosa ci fai in camera mia?"
"Tuo zio mi ha detto di svegliarti e che avremmo dovuto aspettare Travis."
Lei arricciò il naso in modo simpatico e arrabbiato.
"Lo zio me la pagherà per questo bello scherzo"
Disse ironica.
Si alzò dal letto e mi invitò a seguirla, solo ora notai il suo pigiama al quanto discutibile.
Probabilmente era un pigiama che usava con le sue amiche, perché aveva dei pantaloncini rossi che assomigliavano più a delle mutande e un top attillato nero come "maglietta".
Essendo dietro di lei, indugiai con lo sguardo sul suo sedere per superarla.
Lei si guardò l'abbigliamento poco consono e arrossì.
"Quando sei una sanguinaria, anche i tuoi pigiami sono seducenti e sexy."
Disse in sua difesa.
"Perché ti imbarazza tanto, questo è sempre stato il tuo abbigliamento no?!"
Dissi per capirla meglio.
"Si, ma... tu non sei come i ragazzi della mia scuola, tu non mi sbavi dietro solo perché ho una gonna corta. Mi fa piacere. Quindi mi imbarazza avere un abbigliamento così perché a te non importa. Quindi, è come se fossi stupida, ma lo faccio solo per abitudine. Capito, è diverso."
Prese fiato e specificò.
"In senso positivo."
Scrollai le spalle, che strana logica.
Giunti in cucina , il mio pinguino si mise ai fornelli per cucinare la colazione.
"Mi sa che dovremmo aspettare davvero Travis, il frigo è vuoto!"
Disse ridendo.
Mi stupiva come sapeva ridere in faccia alla paura.
"Ho qualcosa in faccia?"
Chiese e mi fece inevitabilmente ridere.
"Sai pinguino, se qualcuno ti fissa non per forza la strana sei tu."
Mi fece un sorriso gioioso e storse la testa arricciando il naso.
Entrò Travis e Paige finì di cucinare la colazione che mangiammo affamati.
"Io vado a vestirmi, poi esco."
Disse Paige risoluta prima di sorriderci e sparire su per le scale.
Dove andava?
"Dove va tua cugina?"
Chiesi senza giri di parole. Con Travis non servivano.
Scrollò le spalle.
"Non lo so."
Poi d'un tratto si illuminò.
"Ti va di pedinarla?"
Mi chiese, stranamente la risposta era sì.
"Andata."
Dissi. Volevo sapere dove andava.
Poco dopo Paige uscì di casa sorridente e noi aspettammo un po' per seguirla.

Stava prendendo una strada pericolosa, di solito piena di malintenzionati, cosa ci faceva lì?
D'un tratto si fermò davanti ad una casa e suonò il campanello.
Dopo che fu entrata guardammo il nome sul campanello.
"A quanto pare conosce un certo Blake Young"
Quel nome mi diceva qualcosa. Ma certo. Il suo ex ragazzo. Ma cosa ci faceva lì?

Paige:

Il mio ex ragazzo si era trasferito dopo avermi violentata, lo ero andato a trovare.
Come diceva la mia regola, meritava una seconda occasione. In realtà volevo solo parlargli un po', considerando che era anche il mio fratellastro, mi doveva delle spiegazioni.
Lui era il figlio del marito che mia madre aveva prima di mio padre. Ci eravamo fidanzati perché i nostri genitori ci avevano fatto conoscere. Però poi lui era diventato strano, era quasi ossessivo e Poi qualche mese dopo averlo lasciato, scoprii che era una specie di psicopatico.
"Ciao, sono io."
Gli dissi per cominciare.
Gli si illuminarono gli occhi e mi abbracciò.
"Ciao cucciolotta, scusami per tutto, dico davvero. Mi dispiace."
Scossi la testa e sorrisi.
"Senti, sono passati due anni da quando ci siamo lasciati, volevo solo chiederti: mi amavi?"
Lui annuì convinto, in realtà ero venuta solo per questo.
"Senti cucciolotta, io ti ho amata con tutto me stesso, ma sono malato psicologicamente, io pensavo lo sapessi."
Scossi la testa ridendo per sdrammatizzare.
Passai una buona mezz'ora a chiacchierare e poi lo salutai, questa volta per sempre.
Quando uscii trovai Ethan e Travis davanti alla porta.
"E voi che ci fate qui?"
Ethan intervenne preoccupato e arrabbiato.
"Tu cosa ci facevi qui? Piuttosto!"
Alzai gli occhi al cielo.
"Sono venuta a dire addio ad un capitolo chiuso della mia vita e, se te lo stai chiedendo mi ha solo abbracciata per salutarmi. NULLA di più."
Dissi sbrigativa e poi chiesi perché mi stavano seguendo.
"Sei una diciassettenne strafiga che gira per vie sconsigliabili. Credevi che ne stessimo con le mani in mano?!"
Disse schietto mio cugino. Che mi fece scoppiare in una fragorosa risata. Davvero mi aveva definito: diciassettenne strafiga?!
"Sono d'accordo"
Disse invece Ethan.
Alzai gli occhi al cielo e aggiunsi.
"Io sono a leggere sulla collina se mi cercate."
Poi mi congedai anche da loro con qualche difficoltà.

Era tanto che non leggevo sulla mia amata collina, le margherite non erano fiorite, essendo autunno.
Però la collina aveva Comunque il suo fascinano.
Sentii dei passi e scorsi Ethan intento a fissarmi, sdraiata con il naso sul mio romanzo rosa.
"Ciao."
"Ciao Pinguino"
Sorrisi per il nomignolo che detto da lui aveva il suo fascino.
Mi venne in mente un accordo molto simpatico.
"Ti propongo una cosa!"
Dissi in tono entusiasta.
Ethan mi guardò scettico per poi incitarmi a continuare.
"Quando la collina sarà in fiore, io dovrò averti insegnato la felicità. Ti va?"
Scosse la testa divertito e rise.
"Non penso sia possibile"
Lo colpii scherzosamente sul braccio nascosto dalla camicia. Notai una smorfia di dolore da parte sua e mi insospettii.
Lui si irrigidì appena mi alzai. Non mi fermai Comunque, ero preoccupata.
Gli alzai la manica della camicia e notai uno squarcio sul suo braccio, feci la stessa cosa all'altro e anche quello era pieno di tagli.
"Come te li sei fatti?"
Chiesi anche se sapevo la risposta.
"Sono caduto"
Buttò lì una bugia banale. Non doveva mentire. Non a me.
Lo guardai negli occhi e li assottigliai in segno di sfida. Poi dissi.
"Tanto lo so che hai un coltello nascosto sotto il letto e un temperino sempre a portata di mano. Non puoi mentirmi Ethan Brown. Non puoi farlo. Non puoi mentire a una come me."
Presi il mio libro e sorridente me ne andai, lasciandolo pietrificato in piedi sulla mia amata collina.
Era ovvio ciò che si faceva.

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