Number eight.

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Abbiamo affrontato la nostra vita con una determinazione incrollabile.
La nostra infanzia è stata segnata da addestramenti incessanti, fatti di prove fisiche e psicologiche che avrebbero scosso chiunque.
Ma non noi. Eravamo otto, strappati all'infanzia e plasmati per diventare qualcosa di più, di diverso.
Eravamo otto bambini, ciascuno con poteri diversi e un numero da definirci.

Io ero il numero 8.

Papà non si preoccupava a darci dei nomi, non perdeva tempo con queste cose.
Fu così che toccó a mamma scegliere, l'unica cosa bella che ricordo di quelle quattro mura.
Lei era un robot creato da papà per occuparsi di noi, un'assistente meccanica programmata per risolvere i nostri problemi e supportarci.
Mamma aveva sempre avuto un'inclinazione per le piccole cose che la circondavano.
Anche se era una macchina, trovava fascino in dettagli che molti umani avrebbero ignorato.
Un giorno, mentre esplorava i suoi archivi di dati su culture e piante di tutto il mondo, si imbatté in un fiore che catturò la sua attenzione: il Maise, un fiore selvatico che cresce tra le brume delle Highlands scozzesi.
Il Maise, un fiore semplice ma resistente, era noto per la sua bellezza delicata e per la sua capacità di fiorire nelle condizioni più difficili.
Cresceva nei campi scozzesi, tra l'erba alta e le rocce, mantenendo il suo splendore anche nelle tempeste e nei venti freddi.
Mamma fu affascinata da come questo fiore, piccolo e apparentemente fragile, potesse sopravvivere e persino prosperare in un ambiente così duro.
Decise che questo nome, "Maise", sarebbe stato perfetto per me.

Insieme ai miei sette fratelli, ero classificata come una delle bambine più fortunate dell'universo.
Non per la mia strana famiglia, né per la casa surreale in cui vivevamo, o per il misterioso parto che mi aveva portato al mondo.
No, la mia fortuna era legata unicamente ai miei poteri, quelli che ci rendevano speciali, ma che allo stesso tempo ci condannavo.
Ognuno di noi era stato scelto per una ragione specifica: otto bambini, ciascuno nato in circostanze straordinarie, da madri che ventiquattr'ore prima non erano incinte.
Possedevamo poteri che andavano oltre la comprensione umana, doni o maledizioni, a seconda di come li si guardava.

 Possedevamo poteri che andavano oltre la comprensione umana, doni o maledizioni, a seconda di come li si guardava

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Numero 1 - Luther Hargreeves ("Space-boy")
Luther possiede una forza sovrumana.
Dopo un incidente quasi fatale, il suo corpo è stato ricostruito utilizzando il siero di un gorilla, donandogli una muscolatura simile a quella di un primate. Questo lo rende incredibilmente forte ma anche voluminoso e meno umano nella sua apparenza.

Numero 2 - Diego Hargreeves ("The Kraken")
Diego ha un'abilità straordinaria nel maneggiare i coltelli, riuscendo a curvarne la traiettoria in volo con precisione micidiale. È anche un esperto nel combattimento corpo a corpo e possiede una resistenza fisica fuori dal comune.

Numero 3 - Allison Hargreeves ("The Rumor")
Allison può alterare la realtà semplicemente dicendo "Ho sentito delle voci..." seguito da ciò che vuole accada. Questa frase permette di manipolare le persone e gli eventi a suo piacimento.

Numero 4 - Klaus Hargreeves ("The Séance")
Klaus ha la capacità di comunicare con i morti e di evocare i loro spiriti. Ha anche capacità di telecinesi e può far prendere ai fantasmi una forma tangibile.

Numero 5 ("The Boy")
Numero 5 può viaggiare nel tempo e nello spazio, teletrasportandosi a brevi distanze o muovendosi tra epoche diverse. È anche un formidabile combattente, avendo trascorso decenni in un futuro apocalittico.

Numero 6 - Ben Hargreeves ("The Horror")
Ben può evocare tentacoli da un'altra dimensione attraverso il suo corpo, utilizzandoli per attaccare i suoi nemici con una forza devastante.

Numero 7 - Vanya Hargreeves ("The White Violin")
Vanya, inizialmente ritenuta priva di poteri, scopre di poter convertire le onde sonore in energia distruttiva, potenzialmente capace di annientare tutto ciò che la circonda. Quando suona il violino, i suoi poteri raggiungono il loro massimo potenziale.

Numero 8 - Maise Hargreeves ("Mind Weaver")
Maise è in grado di sentire voci nella sua testa, una cacofonia di sussurri che sembrano provenire dal suo inconscio.
Queste voci, tuttavia, non sono solo frutto della sua mente: le permettono di stabilire un controllo assoluto sulle menti delle persone, anche a grandi distanze, a condizione che abbia avuto un contatto fisico con loro almeno una volta. Una volta stabilito il legame, può manipolare i loro pensieri, azioni e persino ricordi.

Le voci nella mia testa erano incessanti, un tumulto caotico che non mi lasciava mai in pace. Ogni giorno, combattevo per mantenere la mia sanità mentale, lottando per distinguere la realtà dall'illusione. Questo rumore costante mi rendeva vulnerabile agli attacchi psicologici, una debolezza che mi ha sempre isolato emotivamente dai miei fratelli.
Tranne che da Diego e Klaus.

Klaus, fin da piccolo, è stato capace di comprendermi come nessun altro. Nonostante il suo stesso tormento, è sempre riuscito a vedere oltre le mie difese, offrendo un conforto che solo un vero fratello può dare. Mi ha sostenuta, aiutandomi a navigare in quel mare di voci con la sua presenza calma e la sua strana testolina avvolte piena di cannabis.
E poi c'è Diego.
Il legame che avevamo era diverso, più profondo e indefinibile. Con lui, il bene che ci volevamo va oltre l'affetto fraterno.
In un mondo dove la mia mente spesso mi tradiva, Diego era una delle poche persone che mi teneva legata alla realtà e non alla follia.
Ci aiutavamo sempre, soprattutto nelle missioni, dove il gioco di squadra era fondamentale. Eravamo costretti a collaborare, a fidarci l'uno dell'altro, perché sapevamo che la nostra sopravvivenza dipendeva da questo. Dopo la tragica morte di Ben, la situazione cambiò drasticamente. Era semplice: o tutti uniti, o tutti morti. Non c'era via di fuga, nessuna possibilità di ritirarsi.
Era crudele, soprattutto per dei bambini, ma ci aggrappavamo all'unica cosa che ci dava un po' di conforto: la colpa. Potevamo dare la colpa a nostro padre per averci portato a questo punto, per averci reso ciò che eravamo. E in qualche modo, ciò ci faceva sentire meglio, come se quel peso che portavamo non fosse interamente nostro.
Anni dopo, anche Numero Cinque scomparve. Ricordo quella sera come se fosse ieri: una cena come tante, carica di tensione e parole non dette, finché esplose una lite feroce con papà. Furioso, Cinque decise di viaggiare nel tempo senza la sua approvazione, e da quel momento non lo vedemmo mai più.
La sua scomparsa segnò l'inizio del declino. Gli anni successivi furono un inferno. Senza di lui, e con il peso di Ben che gravava ancora su di noi, tutto iniziò a sgretolarsi. Uno dopo l'altro, i miei fratelli cominciarono a lasciare la casa, ognuno cercando una via di fuga dalla sofferenza e dal vuoto che ormai ci circondava. Le camerette, una volta i nostri rifugi sicuri, furono abbandonate, svuotate di tutto tranne che dei ricordi di ciò che avevamo perso.
La prima ad andarsene fui io. Non era mai stata veramente casa mia; quelle mura, per me, non erano altro che un accumulo di traumi irrisolti, un ricordo costante di ciò che non potevamo mai essere. Quando decisi di sciogliere la squadra, lo feci senza consultare nessuno, senza chiedere il permesso. Sapevo che mi avrebbero odiata per questo, e così fu. Diego fu il primo a voltarmi le spalle, la sua rabbia bruciava più di quella degli altri.
Tagliai i ponti con tutti loro dopo aver lasciato l'Accademia. Nessuno si prese la briga di chiedermi come stessi, e io feci lo stesso. Eravamo tutti troppo feriti per cercare di ricucire qualcosa che era già distrutto.
Ora sono passati sette anni. Mi trovo nel mio studio di psicologia, la vita è andata avanti in modo quasi ordinario. Mentre aspetto la fine della mia pausa pranzo, fissando il cibo confezionato sulla mia scrivania, non posso fare a meno di pensare a quanto distante sia diventato quel passato e a quanto, in fondo, continui a vivere dentro di me.

"E Così nacque l'Umbrella Academy, un'istituzione dedicata a plasmare questi giovani prodigi in eroi. In un mondo che aveva bisogno di salvezza, la nostra storia era appena all'inizio."

The eighth issueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora