A pounding heart.

28 6 0
                                    

Il cuore martellava nel petto mentre cercavo di mantenere il controllo.
Diego, mi osservava attentamente, si accorse subito del cambiamento.
Con un movimento deciso, si avvicinò, la sua era una espressione mutata da una fredda determinazione e una preoccupazione genuina.
Senza esitare, posò una mano sulla mia spalla, stringendola appena, come per farmi sentire la sua presenza, il suo sostegno.

"Maise, va tutto bene. Sono qui."

Sussurrò, avvicinandosi ancora di più, il calore del suo corpo irradiava sicurezza.
Anche lui aveva percepito quel glitch nella realtà, quel tremore innaturale che non prometteva nulla di buono.
Mentre mi stringeva con l'intento di proteggermi, Diego scrutava l'aria intorno a noi, i suoi occhi scuri erano concentrati come se cercasse di decifrare il mistero di quella strana energia.
Potevo sentire il suo respiro lento e controllato, un segnale che anche lui stava cercando di mantenere la calma di fronte a qualcosa di sconosciuto.

"La realtà qui... è distorta."

Disse a bassa voce, quasi per non disturbare l'energia che ci circondava.

"C'è qualcosa sotto la superficie. Lo sento."

Le sue parole erano una conferma di ciò che avevo temuto, l'intensità del suo sguardo mi fece capire che non era solo preoccupato per il mondo che sembrava sfaldarsi intorno a noi,ma anche per me.
Diego era lì, pronto a difendermi da qualsiasi minaccia, anche da una che sembrava venire dallo stesso tessuto della realtà.
Mi guardò dritto negli occhi, e per un attimo sembrò che il mondo, con tutte le sue distorsioni e glitch, svanisse.
C'eravamo solo io e lui, due anime che si proteggevano a vicenda in un mondo che stava perdendo il suo senso.
Mentre Diego mi teneva stretta, il tremore nell'aria diventò sempre più intenso.
Sembrava che l'intero parcheggio vibrasse sotto una pressione invisibile.
All'improvviso, senza alcun preavviso, un suono sordo riempì l'aria, come un ruggito distante.
Diego alzò lo sguardo, e io seguì il suo, mentre un bagliore violaceo iniziava a pulsare al centro del parcheggio.
Il suono crebbe di intensità e, in un'esplosione di luce, un portale si spalancò davanti a noi.
Il portale era di un intenso colore viola, una spirale vorticosa che sembrava risucchiare la luce intorno a sé, distorcendo lo spazio e il tempo.
Le sue onde energetiche si espandevano, creando correnti d'aria che sferzavano i nostri volti e facevano frusciare i vestiti.
Diego mi afferrò più saldamente, i suoi occhi erano spalancati e pieni di cautela mentre studiava il portale.
Il suo corpo era teso, pronto a reagire a qualsiasi cosa ne potesse uscire.
Sentivo il suo cuore battere forte contro il tuo braccio, ma non c'era esitazione in lui, solo una fredda determinazione.

"Maise" disse Diego, la sua voce calma ma carica di urgenza. "Non sappiamo cosa sia questo... ma non possiamo entrare."

Il portale vorticava davanti a noi, illuminando il parcheggio in un modo surreale.
Tutto intorno sembrava fermo, congelato in quel momento di pura incertezza.
L'energia che emanava era opprimente, carica di un potere che nessuno di noi aveva mai sperimentato prima.
Luther si avvicinò con cautela, lo sguardo fisso sul portale che emanava un bagliore viola inquietante.

"Che diavolo è questa cosa?"

Urlò.
Nessuno di loro aveva mai visto qualcosa del genere prima d'ora.

"Non toccate niente e, soprattutto, non entrateci."

Avvertì Allison, aveva un tono autoritario mentre fissava Cinque.
Sapeva quanto fosse impulsivo, e l'idea che potesse buttarsi in quella cosa sconosciuta la terrorizzava.

"Cinque, non siamo pronti per questo."

Disse Vanya, il suo viso era pallido mentre cercava di mantenere la calma.

"Non sappiamo dove porta, né cosa potrebbe succedere se ci passiamo attraverso."

"Sembra troppo pericoloso."

Aggiunse Diego, serrando la mascella.

"Non possiamo semplicemente ignorarlo."

Replicò Cinque, la sua voce era ferma ma non priva di una nota d'urgenza.

"Questo potrebbe essere l'unico indizio per capire cosa sta succedendo."

"Cinque, non fare il solito!"

Sbottò Diego, i suoi occhi erano pieni di preoccupazione mentre si avvicinava ulteriormente a me, come se volesse impedirmi di fare qualsiasi mossa avventata.

"Non sappiamo cosa c'è dall'altra parte, potrebbe essere una trappola."

Vanya fece un passo indietro, scuotendo la testa.

"Non abbiamo nessuna idea di cosa sia questa cosa"mormorò. "Potrebbe distruggerci tutti."

Klaus, che fino a quel momento era rimasto stranamente silenzioso, fissava il portale con una curiosità mista a terrore.

"Di solito, mi piacciono le cose strane... ma questo... questo sembra troppo anche per me.
Magari possiamo trovare un altro modo, no?"

Luther annuì, il suo sguardo passava dall'uno all'altro dei presenti.

"Cinque, dobbiamo pensarci bene. Non possiamo rischiare tutto così."

Allison strinse i pugni, cercando di mantenere il controllo della situazione.

"Non è una decisione che possiamo prendere alla leggera. Entrare lì dentro potrebbe essere un punto di non ritorno."

Il portale continuava a pulsare davanti a voi, emettendo un bagliore che sembrava quasi vivo, come se ci stesse chiamando.
La tensione nell'aria era palpabile, ogni fibra del mio essere gridava di fare qualcosa, ma la paura dell'ignoto bloccava tutti in una morsa di incertezza.
Klaus guardò il portale e poi i suoi fratelli, alzando un sopracciglio.

"Pensandoci..siamo già abbastanza incasinati qui... peggio di così, davvero, cosa potrebbe andare?"

Si mise le mani in tasca, cercando di sembrare disinvolto, ma il tremolio nella sua voce tradiva una certa apprensione.

"E se finiamo tutti in un universo alternativo? Magari lì non devo più fare da babysitter ai morti."

Cinque lo guardó.

"Klaus, non è il momento di fare il buffone."

Klaus alzò le mani in segno di resa, facendo un paio di passi indietro.

"Va bene, va bene, non tocco niente"

Borbottò.

Vidi Cinque che continuava a fissare il vortice, la sua espressione diventava sempre più risoluta.
Poi, i suoi occhi incontrarono i miei, e in quel momento capii esattamente cosa stava per fare. Cinque non aveva bisogno di parole; la determinazione nel suo sguardo era sufficiente.
Con un gesto quasi distratto, si aggiustò la cravatta della sua uniforme, come se stesse per entrare in una riunione piuttosto che in un portale sconosciuto.
Si allontanò di qualche passo, preparando la rincorsa.
C'erano sempre quei tre passi prima che facesse qualcosa di avventato, un rituale che mi era familiare.
Non avevo dubbi su cosa sarebbe accaduto dopo.

L'intero gruppo era ancora intento a discutere, tutti parlavano tra di loro, cercando di capire cosa fosse quel portale, scambiandosi teorie confuse.
Nessuno prestava attenzione a Cinque, non davvero.
E proprio mentre le loro voci si sovrapponevano in un confuso brusio di preoccupazioni, Cinque fece la sua mossa.
Senza esitare, si mise a correre verso il vortice.
Non c'era il minimo dubbio nei suoi movimenti.
Con un balzo preciso, scomparve dentro il vortice viola.
Il tempo sembrò fermarsi per un istante.
Sentii il respiro bloccarsi in gola, vedendo Cinque sparire in quel bagliore.
Non potevo lasciarlo andare da solo, non stavolta. Non dopo tutto quello che avevamo passato insieme.
Senza pensarci due volte, seguii il suo esempio.
Mi liberai dalla presa sicura di Diego, che aveva cercato di trattenermi e con un unico movimento mi gettai anch'io nel vortice, ignorando le urla di disapprovazione degli altri.
Ero determinata a non lasciarlo affrontare quel mistero da solo. Non più.
Mentre attraversavo il vortice viola, senti Diego gridare il mio nome, ma era troppo tardi.
Il mondo familiare si dissolse alle mie spalle, e insieme a Cinque, entrai nel mistero di quel portale che non esisteva fino a un attimo prima.

The eighth issueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora