~ prologo ~

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“Immaginate come sarebbe limitata la nostra visione dell’universo se non vedessimo mai il cielo notturno che brilla di stelle.”
EBEN ALEXANDER

11 anni prima...
"Un ragazzo perbene porta giacca e cravatta" cerca di consigliarmi sempre mia madre.
Cosa che non ho mai fatto da sei anni, perché riteniamo i consigli dei genitori cose inutili, superflue, ma non è così...
Quindi scelgo per la prima volta di accettare il suo consiglio, appunto perché per la prima volta dovrò lasciare la mia città.

Mamma mi ha sempre detto che se non avessi seguito i suoi consigli avrei commesso qualcosa di brutto.
Per questo per la prima volta ascolto ciò che mi dice.

Oggi saremmo dovuti andare via dalla casa in cui sono nato e cresciuto per metà a causa di alcuni problemi riportati dall'agenzia lavorativa di mio padre.
Lavora lì da quando sono nato, non si è mai lamentato di nulla, ma ora?
Sembra che il destino mi abbia giocato un brutto scherzo e sembra che lo abbia fatto apposta.

Perché ora? Perché proprio adesso?
Perché dopo che sono riuscito ad aprirmi con i miei amici e ho iniziato a vedere il buono nelle persone dopo tutto ciò che ho passato? Sembra l'inizio di un film, in cui una ragazza si trasferirà improvvisamente dall'altra parte del mondo e probabilmente/ sicuramente potrebbe trovare il suo principe azzurro.

In alcune della favole che mamma mi leggeva da piccolo, non c'erano tutte queste preoccupazioni.

Si viveva sapendo che sarebbe arrivato qualcuno a salvare la principessa, ma la principessa?

La principessa era preoccupata?
No, perché ogni ragazza ha il suo destino, e come nelle fiabe, è stato deciso che sarebbe andata via con un principe azzurro, si sarebbero sposati avrebbero avuto dei figli e vissero felici e contenti.

Questa è la percezione di un sogno, non della vita.

La vita è fatta di cadute e di rialzate, di buio e di luce, di amore e di odio.
Non c'è un destino scritto. Solo la vita sa cosa può accadere e ciò che può determinare la tua esistenza.

Tutti si chiedono come faccia a capire cosa ci circonda, come faccia ad essere così immensamente pensieroso.
In classe, all'inizio non pensavo alla merenda o addirittura a parlare con i miei compagni di classe.
No.
Mi mettevo seduto sulla sedia, con una penna tra le mani, la bocca rivolta all'insù e gli occhi rivolti verso l'alto.

Pensare è difficile.
Bisogna farlo a lungo, ma in modo giusto.

Mentre cerco di mettere il papillon mi guardo intorno.
Quanti ricordi che ho in questa casa..
Le merende che facevamo io e i miei amici dopo aver studiato come se fosse una specie di ricompensa, i compiti di scuola, le maestre che mi volevano così tanto bene, persino la scuola avrei cambiato, quella scuola che ormai era diventata casa per me.
Tutto ciò lo avremmo dimenticato, una volta trasferiti e secondo i miei calcoli non sarebbe stata la prima volta.

Il pensiero del dover "cambiare aria"-come dicevano i miei genitori- mi faceva paura.
Per un bambino di 6 anni come me il mondo intero fa paura.
C'è chi alla mia età crede ancora ai mostri sotto al letto.

A me fanno paura i mostri che mi sono intorno. I mostri che mi stanno vicino, quelli che dicono di tenere a me, quelli che mi abbracciano e lasciano baci dolci sulle guance.

With love,from the stars❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora