Capitolo 1

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Capitolo 1

Ciao sono Ginevra e questa è la mia storia, sono una dottoressa del pronto soccorso dell'ospedale Gemelli di Milano,nella mia carriera ne ho viste di tutti i colori, che molte volte avrei voluto cambiare lavoro, non perché non mi piace fare il medico, ma per come la gente ha impulso di volersi fare male.

E' il mio giorno libero, io non dormo mai fino a tardi neanche nel mio giorno libero, e cosa fa un medico nei primi giorni d'estate se non andare a passeggiare in riva al mare?.

Sono le 5:00 del mattino, è ancora fresco vado in bagno mi faccio una doccia, mi metto il mio bikini vecchio come il mondo mi metto dei jeans che sono vecchi quanto il bikini e una maglietta, scarpe da ginnastica, prendo il mio marsupio da battaglia, ci metto dentro documenti, patente chiavi di casa e chiavi della macchina ed esco di casa.

Vado del garage, prendo la mia Bmw cabrio, entro nell'auto e subito premo il pulsante per abbassare la capotta, amo il vento fresco fra i capelli, esco dal garage chiudo il basculante e parto, via verso la mia meta.

Appena arrivo, scendo chiudo tutto e vado in spiaggia, gli unici che vedo sono i proprietari del Bar stabilimento Aurora.

"Buongiorno dottoressa, sempre mattiniera"

"buongiorno Alex, le belle cose arrivano al mattino presto" dico salutando con la mano.

Vado in riva ammiro le prime luci dell'alba e ai inciampo su qualcosa e cado, poi osservo il colpevole, una bottiglia, e penso subito, che incivili hanno buttato una bottiglia nel mare, ma poi la osservo meglio, è una bottiglia in vetro e all'interno c'è qualcosa, la prendo in mano per osservarla meglio, si dentro c'è una specie di messaggio.

Apro il tappo, ben sigillato della bottiglia con non poche imprecazioni, ma alla fine ci riesco, prendo il foglietto con molta cautela per non romperlo, lo apro, non è un semplice messaggio, ma una lettera, cavolo.

Roma 1957

Cara Clara, ieri ci siamo ripromessi di incontrarci nel nostro posto preferito per scappare insieme, oggi però tu non sei mai venuta, mi hai lasciato senza una spiegazione, sono venuto davanti casa tua, era tutto chiuso, la tua vicina mi ha detto che sei partita.

Partita per l'Inghilterra, sono riusciti a separarci amore mio, non abbiamo fatto in tempo a scappare amore mio, dal dolore non riesco a respirare, manchi, manchi come l'aria.

Non ti dimenticherò mai mia dolce Clara.

Tuo per sempre il tuo Gilberto.

Mentre, leggo la lettera ho le lacrime agli occhi, magari trovare un amore così ma sembra che Gilberto non abbia lottato per la sua Clara.

Giro e rigiro la lettera e trovo un indirizzo via Tor dè conti 23 Roma.

Torno nello stabilimento per fare colazione, mi siedo e non riesco a lasciare la bottiglia e la lettera, sono immersa nei miei pensieri.

"dottoressa cosa le porto, il solito?"

io senza neanche stare a sentire Alex in automatico gli rispondo di si, poco dopo arriva con il succo d'arancia il mio cappuccino freddo e la mia brioche alla crema, metto la lettera dentro alla bottiglia per paura che possa polverizzarsi nelle mie mani e faccio colazione, cerco di non pensarci, ma se fosse un segno, se devo mollare tutto per cercare questo Gilberto e la sua Clara?.

No Ginevra, sei pazza sei un medico, cose logiche non impulsive, cose ponderate, è una storia ma sono passati quasi settantanni magari sono morti, che ne sai, non ti immischiare, è una bella storia, passata però è un pezzo di storia questa lettera.

Pensando e ripensando, prendo vado al bancone come al solito pago la mia ordinazione saluto, il caro Alex e torno alla macchina, e via verso casa.

Chiamo la mia migliore amica, pazza

"ciao,Elena non ci crederai mai, cosa mi è successo oggi" cosi dicendo le racconto

"Gin che cosa romantica, ma solo a te succedono queste cose strane ma belle che intenzioni hai?"

lei mi conosce al di fuori del lavoro sono un tipo romantico, e impulsivo

" Niente Ele, sono un medico, continuerò la mia vita e questa bottiglia la metto insieme a tutti i soprammobili"

"Hai trentanni Gin fa qualcosa no? Non puoi prenderti un anno di aspettativa? Se vuoi me lo prendo anche io"

"Ele tu puoi fare ciò che vuoi l'azienda è dei tuoi, io però non credo di voler lasciare l'ospedale"

"ma non si tratterebbe di lasciarlo, solo di prenderti del tempo per capire se vuoi marcire li dentro, ascoltami, Gin non ti vedo più felice come un tempo, le tue giornate tutte uguali, sembri una novantenne nelle vesti di una trentenne, non hai neanche una vita sociale, ci vediamo poco se bene hai i tuoi giorni liberi, ma dici sempre che non ti và la vita mondana"

"si hai ragione sul fatto che non faccio più vita notturna, ma davvero non mi và"

"io non insisto pensaci, ora vado al lavoro ma pensaci, io non ti lascerei sola, verrei con te, in questa avventura" e cosi, saluto la mia pazza amica e faccio un po' di yoga, non smetto di pensare che potrebbe essere un'idea lasciare tutto per un po', qui non mi trattiene nessuno, a parte i miei ma oltre a loro e la mia migliore amica che verrebbe con me non ho nessuno.

Di solito lo yoga mi aiuta, ma questa volta non riesco e cosi prendo il pc, scrivo una lettera per il mio anno di aspettativa, lo stampo ed esco, vado in ospedale a piedi, ci abito vicino.

Sono sorprendente tranquilla, mentre vado nell'ufficio amministrativo dell'ospedale, busso alla porta, e con il permesso di entrare entro, do la lettera a Samantha, l'addetta a queste cose.

"Ciao Ginevra come mai vuoi un anno d'aspettativa ci sono problemi?"

"No Samantha diciamo che ho bisogno di tempo per me"

"peccato sei un ottimo medico ci dispiace che te ne vai" dice con fare tristre

"si ma poi torno, ho solo bisogno di tempo per capire cosa voglio, è da un po' che faccio il mio lavoro perché devo e non per passione"

"be se è questo meglio che ti fai questa vacanza allora, lo comunico al capo, tu puoi andare" cosi mi dice ed esco poi mi ferma

"Ginevra devi lasciare il beige in portineria" ah giusto in beige

"si grazie Samantha"

"prego" e cosi lascio il mio amato beige in portineria e da qui inizia la mia avventura.

Amore trovato in bottigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora