Wrong involuntary

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Senza respirare, aprì la lettera e la lessi, e se prima avevo la paura di avere qualcuno in camera ora ne ero quasi certa. 


Cara Artemide, sono ancora io, Crono Parker, so di averti detto che ti avrei lasciata andare ma non ho detto se da sola. Non aver paura, non ti torcerà un capello. In questo momento in casa tua si trova Loki, uno dei miei ragazzi. Stai attenta a come parli e soprattutto, non sottovalutarlo.

                                                                                                                                                Crono John Parker.

Mi ha mandato qualcuno in casa e oltretutto...non so ne chi è ne dove si trovi ora. Iniziai a tremare. Dovevo fidarmi? , neanche morta. Chi si fida ha già una pallottola nel petto e io non voglio morire. Decisi che sarei andata altrove, presi la mia borsetta e mi incamminai a passi svelti verso la porta ma una voce mi richiamò da dietro di me, anche se non capì cosa disse, <<Wohin willst du gehen, Artemis?>>. Mi voltai di scatto e a pochi metri da me notai due iridi, non iridi normali, ma fuoco, potevo vederci al interno la tentazione, il desiderio ma soprattutto, il freno.


<<Sei tu Loki?>> lo guardai contrariata. Non volevo nessuno in camera mia. Quest ultimo non mi rispose ma inizio a venirmi sempre più vicino, <<Che stai facendo? perché ti avvicini sempre di più?>>, mi stavo agitando ma lui non ne voleva sapere di rispondere. Mi era ormai addosso, mi fissava sempre negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo dal mio, alzò la mano e l avvicinò al mio viso. Mi agitai sempre di più sul posto, odiavo essere toccata dagli uomini ma lui mi tenne ferma con una mano e con l altra mi spostò alcuni capelli dal volto. 


Quando capì che non aveva brutte intenzioni con me mi calmai, lui si era ormai allontanato da me il minimo per farmi respirare. Guardai per intero la sua figura, era alto minimo un metro e novantacinque, capelli neri e occhi tra un rosso e un arancio ed era palestrato, poteva uccidermi con uno schiaffo se solo avesse voluto. << Ti agiti sempre cosi tanto quando la gente si avvicina?>> mi domandò divertito. Ma cosa ne voleva sapere lui?


Lo fulminai con lo sguardo, << Tu invece ti avvicini alla prima che ti capita?>> dissi in tono stizzoso ma quello che vidi nei suoi occhi fu lussuria. << Oh piccola Artemide, tu non vuoi sapere cosa faccio alla prima che mi capita.>> disse con un sorriso malizioso. Sicuri che questo non mi torcerà un capello?  


<< Me ne vado.>> non lo guardai neanche, mi avvicinai direttamente alla porta e mentre la stavo aprendo lui la richiuse sbattendoci la mano sopra. << E dove vorresti andare?>> il suo tono questa volta era serio, cosi serio che mi fece rabbrividire, << Lontano da qui..>> la mia voce tremava, avevo paura. Sentì il suo fiato sul collo, poi dietro l orecchio, << A quest' ora della notte? tutta da sola? ne sei sicura?>>, era troppo vicino, al tal punto che sentivo i suoi jeans toccare la mia gonna ma non avevo la stessa sensazione di sempre.


<< Vorresti accompagnarmi tu?>> dissi in tono scherzoso ma lui non lo prese così, <<Era già previsto che sarei venuto con te, piccola Angizia.>>, speravo stesse scherzando ma invece era proprio come aveva detto, sarebbe venuto con me. Trovati una scusa per non uscire più, Artemide. Improvvisai quell' che potevo, << Sai, in verità non ho voglia di uscire a piedi.>>, cercai i suoi occhi per fargli capire che non volevo uscire, ma lui non mi degnò di uno sguardo, rispose solamente: <<Chi ha detto che saremmo usciti a piedi?>>. Sbiancai.

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