CAPITOLO 12

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"Cazzo Harry!" Mi fiondo all'interno del ring senza pensarci due volte.

Mi guardo intorno, su uno degli angoli del ring l'avversario di Harry sta seduto, tenendosi la testa con le mani, probabilmente anche lui troppo malmesso per scappare.

Dal lato opposto, Harry, accasciato con la schiena appoggiata sulle corde che delimitano l'area di combattimento. Il suo sguardo è basso, fisso sul pavimento di fronte a lui.
Corro da lui e mi inginocchio in fianco. Gli prendo il viso con le mani, obbligandolo ad alzare la testa e guardarmi.

"A-Abbie?"
La sua voce roca e tremolante mi devasta.
Ha lividi ovunque e abbondanti rivoli di sangue gli escono dal labbro e dalla tempia.
So che probabilmente si sarebbe arrabbiato a morte nel vedermi lì, se solo avesse avuto le forze per farlo.
"Sei un idiota, lo sapevo che sarebbe finita malissimo questa cosa" gli sussurro tra le lacrime mentre afferro un fazzoletto dalla tasca per tamponargli le ferite.

"Tu... Tu sei un'idiota, che cazzo ci fai qui?" Biascica guardandomi con fatica a causa del gonfiore dei lividi.
"Pensavi davvero che ti avrei lasciato fare questa stronzata da solo?!" Esclamo passandogli una mano trai capelli per toglierglieli dalla faccia.
"Devi andartene, non fare la stupida, la polizia entrerà qui a momenti."

La sua mano tremante si aggrappa il mio polso: "scappa."

"Non ti lascerò qui da solo Harry, risparmia il fiato."

Intorno a noi, la confusione più totale.
Decine di ragazzi corrono ovunque, spesso cadendo o inciampando a causa della poca luce all'interno dell'edificio, urlando e chiamandosi.
D'un tratto, tra le varie grida, una voce familiare attira la mia attenzione: "Abbie cosa fai qui?"

Mi giro verso Allan, che solo ora si deve essere accorto della mia presenza e sta in piedi davanti a me con gli occhi sgranati.
"Allan vattene, sei ancora in tempo per non farti beccare!" Esclamo io senza lasciare il volto di Harry.
"Vieni con me, ho la macchina parcheggiata qui fuori!"
"Harry non riesce a camminare, non lo lascio qui" affermo con tono deciso.
"Abbie per favore ragiona, hai un futuro brillante non rovinare tutto per lui."
"Allan, non verrò con te. Vattene finché sei in tempo."

Allan non ribatte. Si prende un attimo per guardarmi, con uno sguardo misto tra disprezzo e delusione, per poi sparire nella massa di persone che uscivano da quel posto.

"Sei una stupida Abigail..." farfuglia Harry guardandomi con un mezzo sorrisetto.
"Ti ho già detto di non chiamarmi così."

"Evidentemente ci accomuna il non fare mai quello che ci viene detto di fare." Harry ridacchia brevemente, prima che la risata si trasformi in tosse.
Mugugna dal dolore, stringendosi a me.

In pochissimo, la stanza dove si teneva l'incontro si svuota completamente.
All'interno, restiamo solo io, Harry, l'altro lottatore e un paio di ragazzi evidentemente troppo ubriachi per correre via.

Per un istante, il tempo sembra fermarsi. Restiamo lì, nella penombra di quel magazzino dismesso in cui l'unico rumore che riesco a sentire è il respiro affannato di Harry sul mio collo.

A rompere quel brevissimo istante di pace, il lampeggiante blu della polizia, i passi pesanti degli agenti e le loro mani, che ci afferrano da terra e ci scortano fino alla loro volante, mentre intorno a me tutto sembra rallentato e ovattato.

In un tempo che non riesco bene a definire, io ed Harry ci ritroviamo sbattuti su delle scomodissime sedie all'intero del commissariato.
"Bene bene ragazzi" la voce profonda del capo della polizia mi sveglia dallo stato di trance in cui ero entrata "vi sembra questo un modo intelligente di passare le vostre serate adolescenziali?"
"Ma che cazzo vuole saperne lei..." mormora Harry con un sorrisetto di sfida sul volto.
"Harry!" Esclamo fulminandolo con lo sguardo.

Let Me Love You [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora