CAPITOLO 15

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Attenzione!
🚨Il capitolo che segue contiene linguaggio e scene spicy esplicite e tratta temi quali l'abuso, che potrebbero risultare non adatti ai lettori più sensibili.
Si consiglia la lettura ad un pubblico adulto e consapevole.🚨

Vi lascio alla storia, buona lettura!

*Abbie's Point Of View*
Il suono della sveglia mi fa alzare di soprassalto.
Subito le mie guance avvampano nel sentire il braccio di Harry che mi cinge la vita mentre lui, disteso in fianco a me si lamenta per il brusco risveglio.

"Porca troia, che mal di testa..." geme sbuffando.

Mi lancia un'occhiata, e appena nota di essere avvinghiato a me, sgrana gli occhi e si allontana imbarazzato, ritraendo velocemente il braccio.
Deglutisco, sopraffatta dall'imbarazzo.

"Senti i postumi della sbornia?" Gli chiedo rompendo il silenzio.
Harry annuisce.
"Vado a prepararti un caffè, quello aiuta sempre," sospiro stiracchiandomi prima di alzarmi e andare in cucina.

Poco dopo, anche Harry riemerge dalla camera raggiungendomi nella zona giorno.
In silenzio, si siede su una delle sedie del tavolo da pranzo, con lo sguardo perso in un punto nel vuoto davanti a lui.

"Grazie..." mormora quando gli porgo la tazza fumante.

Mi prendo un attimo per guardarlo e ridacchio. Harry alza lo sguardo incuriosito dalla mia reazione.

"La sera leoni..." sorrido io, scuotendo la testa.
"Fanculo..."  scuote la testa Harry con un mezzo sorriso.

Mi siedo accanto a lui, il calore della tazza mi scalda le mani.
"Harry... stai bene?" chiedo con cautela. "Insomma, quello che hai detto ieri...cosa intendevi?"

Lui non alza lo sguardo, lo tiene fisso sul caffè, come se cercasse qualcosa nelle onde scure della bevanda. Un attimo di silenzio passa tra noi, poi lui inspira profondamente, come se stesse raccogliendo tutto il coraggio possibile per parlare.

"Non ti ho mai raccontato... il perché sono così, Abbie," inizia a dire, la voce così bassa che quasi non la sento.

Mi metto in allerta.
Di solito Harry è sfacciato, insolente e diretto. Questo tono, così spezzato, mi fa capire che sta per dirmi qualcosa di serio, qualcosa che non è facile da raccontare e forse, qualcosa che non ha mai detto a nessuno.

"Sai che me ne sono andato di casa da ragazzino..." continua, facendosi scivolare una mano tra i capelli. "Ma non ti ho mai detto il vero motivo."

Mi sistemo sulla sedia, senza interromperlo. Lo guardo, cercando di trasmettere tutto il mio sostegno solo con la mia presenza.

"Avevo 13 anni." Sussurra, finalmente alzando lo sguardo su di me. I suoi occhi sembrano più scuri, quasi spenti. "Avevo problemi a scuola, non ero bravo a concentrarmi, quindi mi assegnarono un'insegnante di sostegno. All'inizio... sembrava gentile. Mi trattava bene, mi faceva sentire speciale, capisci? Ero solo un bambino, non capivo cosa stava succedendo."

Il mio stomaco si stringe. So dove sta andando a parare, e mi sento un nodo in gola, ma non dico nulla. Lo lascio continuare.

"Per mesi... quella donna ha continuato a... a toccarmi." Continua con la voce incrinata. "Io non capivo, ero confuso. Lei mi diceva che era normale, che era un segreto nostro e che ero speciale per lei. Io... non sapevo cosa fare, così non dicevo niente, pensavo fosse giusto perché... mi fidavo di lei. Ero solo un bambino, cazzo." Mormora, la voce improvvisamente piena di rabbia e dolore. "Come potevo sapere cosa stava succedendo?"

Let Me Love You [Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora