III - ferite

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Non è un sogno, Jungkook, alzati.

«Reagisci» mi sta ordinando il corvino, continuando a riempirmi di botte, senza però ottenere alcuna risposta dai miei muscoli paralizzati, «non voglio farti davvero male, Jungkook».

Si trova sul mio bacino, la mia schiena è adagiata sul pavimento freddo del campo da battaglia, e di affrontarlo non ne vuole sapere nulla.

«Mi fai schifo» riesco a comunicargli in maniera soffocata, «non ti azzardare ad a-avvicinarti mai più al mio corpo» mi impongo infine.

«Dovevo farlo per forza...» sussurra d'un fiato, «non vedi quanti occhi indiscreti avrebbero avuto da ridire? Mi ringrazierai, un giorno».

È un sadico, pazzo, malato.

«Sei completamente-» prendo fiato, e con tutte le forze che riesco a racimolare riesco finalmente a sferrargli un cazzotto sulla mascella, scrollandomelo di dosso, «...fuori di testa» dichiaro infine.

E proprio mentre si avvia nuovamente con rapidità verso il mio busto, immobilizzandomi entrambi gli avambracci, per poi avvicinare il viso verso il mio, riesco a sentire il suono della mia personale vittoria.

«Due minuti», dichiara il ragazzo dai capelli grigi fuori dal ring.
Salvato dalla campanella.

E poi la stanza comincia a girarmi attorno incessantemente, come una trottola, ed è immediato buio davanti a me, non riesco più a scorgere la luce, e l'unica cosa su cui riesco a focalizzarmi è un pensiero assordante che mi rimbomba in testa, mi sono perso l'eclissi.

***

«Aggrappati, Jungkook» sento provenire da quella voce capace di provocarmi il voltastomaco quando i miei occhi si schiudono per qualche secondo, e per qualche assurdo motivo decido di dargli retta, avvolgendogli le braccia sui fianchi, «ti porto a casa» dice poi.

Una serie di insulti cominciano ad espandersi per tutta la mente, ma non riesco a proferire parola, né tantomeno sono in grado di capire come in pochi attimi mi ritrovo disteso sul mio materasso con la schiena a pezzi.

«Farà male» enuncia il mio nuovo peggiore incubo, e quando le mie iridi scorgono quella figura infernale, il mio corpo comincia a dimenarsi.

«Lasciami in pace» lo imploro afflitto, «non ho bisogno di niente» constato in seguito all'aver captato l'ovatta sulla pinzetta che tiene in mano.

«Fai il bravo» mi suggerisce, tenendomi a bada con un solo braccio, quello destro, «lasciami rimediare» sussurra a pochi centimetri dal mio volto, destabilizzandomi ancora una volta, «siamo fratelli dopotutto, o sbaglio?»

«Fratellastri» ci tengo a precisare, ancora schifato.

«Shhh» sibila con fare premuroso, per poi passarmi l'ovatta imbrattata di acqua ossigenata sul labbro sanguinante, «mi dispiace, lo sai?»

Ma quante personalità hai, Taehyung?

Successivamente comincia a riempirmi l'addome con degli impacchi di ghiaccio, mentre posiziona qualche cerotto antidolorifico su entrambi i fianchi. Si sta prendendo cura delle ferite che mi ha causato lui stesso con del riguardo che mi spiazza, è così gentile e delicato che mi sta facendo persino paura.

Solo in questo frangente mi rendo conto di trovarmi completamente a torso nudo di fronte a lui, ed è per questo che comincio a sentire del calore avvamparmi sulle guance, ed il suo tocco è nuovamente in grado di generarmi un brivido quasi impercettibile che mi manda fuori uso ogni tipo di neurone.

stepbrothers - taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora