stepbrothers - taekook

PROLOGO

tulipani blu
proprio come le rose, anche
i tulipani blu non si trovano in natura.
sono creati artificialmente
e il loro significato è associato
alla pace, alla tranquillità e alla
fedeltà promessa a quella persona speciale.

8 Maggio 2001

«Mammina!» strillò il bimbo dalle guance paffute non curandosi si trattasse di un orario poco consono per generare frastuono, «sei arrivata finalmente! Aspettavo di poter continuare la nostra storia!» sorrise sornione infine, battendo le mani.

«Taetae», ridacchiò poi la donna dalla bellezza eterea avvicinandogli un indice alle labbra in modo da fargli abbassare il volume «finirai per svegliare tutto il vicinato, e pure papà». E a quel nome il piccoletto tacque immediatamente, non volendo causare l'ira di quell'uomo che gli provocava gli incubi sin da quando era stato messo al mondo.

Non aveva mai avuto una carezza per lui, né tantomeno una parola di conforto, e se non fosse stato per la bontà d'animo della madre quel ragazzino si sarebbe trovato perennemente da solo a lottare contro i propri mostri.

«...e fu così che il piccolo principe giunse al castello promesso» si avviò verso la conclusione della storia la donna con voce flebile, «in cui finalmente poté abbracciare la propria mamma, consegnandole, finalmente, dei tulipani blu» sibilò infine, poggiando delicatamente le labbra sulla fronte del proprio bambino oramai, apparentemente, dormiente. «Buonanotte Taetae» sussurrò ancora ad un soffio del viso del marmocchio, «sei la cosa più preziosa che mi potesse mai capitare».

E infine fece per allontanarsi, ma venne aggrappata da una manina che non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare.

«Io e te per sempre, mammina?» disse piano il piccino, quasi come se fosse un segreto da custodire.

E la donna sospirò, mostrando al figlio il sorriso più bello che potesse mai sfoderare. «Io e te per sempre, Taetae».

La signora Kim, sin da quando il piccolo ne aveva memoria, aveva rappresentato per Taehyung la luce del sole che fa capolino al mattino, tenue, docile, esile quasi, la quale si fa desiderare, entrando in punta di piedi ed illuminando ogni tassello del puzzle al buio.

Ma il giorno dopo per Taehyung non sorse più il sole, ci sarebbero stati dei perenni pleniluni in grado di scatenare la collera dei licantropi, ma era solo uno quello di cui il giovane aveva più timore, dal quale non poté mai fuggire.

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12 anni dopo...

«Taehyung» all'uomo bastò pronunciare ad alta voce quel nome con un'indelicatezza a lui usuale che il figlio balzò dal letto, strozzandosi quasi con la propria saliva «il treno è tra un'ora, vedi di non causarmi problemi il giorno in cui finalmente la nostra misera vita avrà un cambiamento decisivo».

«Sì, padre» asserì il ragazzo con voce rauca, tenendo il tono di quest'ultima alto abbastanza da farsi sentire, «scendo subito» e deglutì a fatica.

Dopodiché si infilò rapidamente uno dei pochi cambi che gli era rimasto nell'armadio, mascherandosi del colore della sua stessa anima annerita, per poi tirare un sospiro quando si diede un'ultima occhiata allo specchio che qualche sera prima aveva scheggiato con un gancio destro alla notizia di dover stravolgere la propria vita ancora una volta, come quando perse la sua mamma.

Forza, Taehyung, pensò il ragazzo tra sé e sé, passeremo da una casa di merda ad un'altra casa di merda, la quota rompipalle aumenta a due, ed avrai pure un microbo con cui condividere le tue abitudini da lupo solitario.

Sbuffò spazientito. Speriamo quantomeno quell'idiota abbia l'accortezza di non rompermi i coglioni fin dal primo giorno.

Eppure il giovane era sicuro che quel ragazzino gli avrebbe creato problemi sin da quando avrebbe messo piede nella futura abitazione circondata da un lusso sino ad allora a lui sconosciuto.

E dopo essersi passato la mano fasciata sui capelli spettinati, si decise a scendere quelle scale che gli portavano alla mente solo orribili ricordi.

Che vita del cazzo, accidenti.

FINE PROLOGO