I - il sole a mezzanotte

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Il privilegio di non doversi
arrendere alla notte, di non dover
più scandire il tempo, di non aver
più bisogno né dei giorni, né delle ore,
e poter misurare la vita unicamente
in gocce di splendore.

Questo è il sole di mezzanotte.

JUNGKOOK

È l'alba di una nuova domenica e stamattina il mio corpo non si sente di reagire ad alcun tipo di sveglia, dalla luce accecante che fa capolino dalle tapparelle all'emanarsi dei suoni assordanti emessi dalla suoneria del cellulare, perciò, all'ennesima chiamata, decido di afferrare quell'oggetto indemoniato e di portarmelo all'orecchio.

«Ma chi è a quest'ora?» brontolo, torturandomi con una mano l'occhio destro che ad una certa chiede pietà. «Non hanno altro da fare la domenica?»

Strizzo più volte le palpebre così da poter mettere bene a fuoco il contatto che appare sul display illuminatosi, il quale risponde alla mia domanda iniziale. No, Jimin non ha nient'altro da fare la domenica, se non torturarmi.

«Che vuoi, Jimin?» domando indispettito con ancora la voce impastata di sonno. «Non ti manderò trigonometria».

«Ma quale trigonometria!!!» strilla lui dall'altra parte, quasi causandomi problemi d'udito, «e hai pure il coraggio di chiedermi se voglio qualcosa???» si agita poi con fin troppa energia per i miei gusti.

«Ho appena aperto gli occhi» evidenzio, «abbi pietà, ti supplico».

«Jungkook, ricordi che giorno è oggi?» chiede scocciato il mio amico, riportandomi alla realtà.

«L'8 settembre... per-» e mi si smorza il fiato in gola, mentre balzo di scatto a mezzo busto. «Porca puttana».

Accidenti. L'8 settembre.

«Buongiorno principessa!» commenta divertito quell'altro impertinente che aveva ascoltato tutta la conversazione. «Dormito bene?»

«Aaah, sta' zitto Seokjin» borbotto, «e poi perché siete usciti senza di me?» domando infine offeso.

E immediatamente dall'altra parte cominciano a ridere a crepapelle, prendendosi gioco di me. «Jungkook» si schiarisce la voce il biondino, «se fosse arrivata la guerra in Corea non te ne saresti nemmeno accorto perché eri ancora troppo impegnato a contare le pecore...»

«Ehi!» mi lamento immediatamente, «era un nostro segreto il modo in cui prendo sonno!»

«Vabbè» gli conviene cambiare discorso, «siamo andati con tua madre al supermercato, a breve ti verrà a buttare giù dal letto di forza se non ti dai una mossa...»

Capisco che è meglio evitare di chiedere persino perché siano andati anche loro al supermercato perché quei due da soli non combinano mai niente di buono. Sicuramente Seokjin avrà voluto provare a comperare di nuovo il divisore alla cassa, penso tra me e me, per poi affrettarmi a mettere giù.

«Merda» impreco una volta alzatomi con la delicatezza di un elefante ed aver sbattuto il mignolo contro lo spigolo della scrivania, «sono un disastro» constato infine, volgendo un'occhiata rapida allo specchio che ritrae una figura interamente stropicciata con dei capelli che hanno la forma e il colore di un nido.

stepbrothers - taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora