IX - le bugie hanno le gambe corte

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Essere sinceri è un pregio,
essere bugiardi un difetto,
ma quando la sincerità è usata per ferire
e la bugia per lenire,
la prima andrebbe punita,
e la seconda assolta.

*

È come se gli occhi miei e di Hyunjin fossero incatenati in un lasso temporale lontano rispetto alla scena dell'abbraccio che tanto è capace di spiazzare entrambi, perlopiù la castana ancor più sorpresa del sottoscritto, motivo per il quale non dubito nemmeno per un istante della sua onestà.

Appare evidente come non si tratti di un semplice saluto. Percepisco una tensione palpabile tra i due, come se ci fosse qualcosa di irrisolto, ed io non riesco ad ignorarlo, tant'è che improvvisamente mi pervade un fastidioso mal di testa, ragion per cui decido di prendere la mia compagna per il braccio, portandola via in silenzio.

«Non sapevo che Kang dovesse tornare così presto» mi confessa una volta entrati nella struttura, «e a quanto pare, nemmeno tu».

Mi sento ancora scosso, quasi come se fossi uscito da quella bolla imperturbabile che mi ero creato intorno, e lo si nota da come mi mordo il labbro nervosamente. «No, come potevo esserne informato se non ne sapevi niente neanche tu, lui non parla con me». Faccio una pausa, dopodiché getto uno sguardo verso Hyunjin, denotando la sua espressione stordita e apparentemente ferita. «E tu? Sembrava che voi due foste... felici insieme. Almeno, questo è quello che tutti pensano».

La castana abbassa lo sguardo, ed io riesco a captare un velo di nervosismo che le attraversa le iridi perse nel vuoto a riflettere. «Niente è come sembra, Jungkook» asserisce amareggiata, evitando di incontrare il mio sguardo, «ma non è di me che dovresti preoccuparti».

«Che intendi?» domando inebetito mentre ci dirigiamo verso le nostre rispettive aule.

«A quanto pare dovresti preoccuparti di Taehyung» spiega con la testa tra le nuvole, «mi chiedo se quell'infame sia tornato per restare».

Istantaneamente sento un nodo allo stomaco che si trasforma in una fitta. La mia mente è affollata di pensieri confusi, ma in particolar modo di domande, le ennesime oserei dire.

Taehyung mi aveva lasciato intendere di riservarsi solo per le ragazze, e non ne capisco il motivo.

Poco prima di rientrare in classe decido di stringerle la mano, quasi come per darle chissà che sicurezza, sebbene attorno a questa storia fittizia ci sia tutto purché chiarezza.

«Non importa, non è affar mio, come sempre, giusto?» chiedo accennando un sorriso, «ti va di venire a casa mia dopo le lezioni? Ti aiuto col materiale che ti serve».

«E rischiare di fare andare in escandescenza mr. simpatia?» domanda con fare retorico, accennando una risata, «assolutamente sì».

«Puoi pranzare da me se ti va» la invito cordialmente, «mia madre è sempre di buon umore quando vengono degli ospiti».

«Cer-». Ma inspiegabilmente blocca quasi subito la frenesia, tornando ad un tono rigido, «aspetta... ci sarà Junghwa in casa?»

«Beh... è anche casa sua, ormai» le riferisco lievemente turbato dalla sua reazione, «per caso è un problema?»

«No» risponde in maniera istantanea, «devo solo stare attenta a non menzionare la mia... relazione... con Taehyung».

«Sta' tranquilla, non accadrà, ci sarò io» tento di rassicurarla, «sai che puoi contare su di me per la qualsiasi cosa, vero?»

stepbrothers - taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora