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"H-Haru, posso stare d-da te q-questa not-notte?" chiede Erica, facendosi piccola piccola davanti alla mia porta

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"H-Haru, posso stare d-da te q-questa not-notte?" chiede Erica, facendosi piccola piccola davanti alla mia porta. I suoi occhi sono rossi e gonfi, segno che ha pianto a lungo.

"Certo, volpacchiotta" rispondo con un sorriso, spostandomi dalla soglia per farla entrare.

Erica si tortura le mani mentre entra con la testa bassa, tirando su col naso. I suoi passi sono lenti, quasi esitanti, come se avesse paura di essere di troppo.

"Grazie e s-scusa..." sussurra, guardandosi attorno nella mia piccola casa, come se fosse la prima volta che ci mette piede.

Dio, come vorrei poter tenerla qui per sempre...

"Eri" dico con dolcezza, cercando di farle sentire che è benvenuta "guarda che non è la prima volta che vieni qui, fa come se fosse casa tua"

Oh, quanto vorrei che lo fosse davvero...

"E non scusarti, per me è un piacere aiutarti" Le sorrido ancora, un gesto che non mi appartiene tanto di solito. Non sono uno di quei ragazzi che sorridono 24 ore su 24, ma Erica mi fa questo effetto.

Mi siedo sul divano e faccio cenno a Erica di sedersi accanto a me. Lei mi raggiunge con passo lento, stanca, quasi esausta.

"Allora... mi dici cos'è successo questa volta?" le chiedo, girandomi verso di lei e appoggiandomi al bracciolo del divano. Non è la prima volta che Erica viene da me per sfogarsi. Siamo amici, e a me piace aiutarla. In realtà, lo farei sempre se potessi.

"Ho sentito l'urlo..." aggiungo, accennando una risata amara. Le urla di Gabriel non sono certo una novità.

Erica abbassa la testa, sospirando sconsolata.

"Non trovava una maglia... d-doveva uscire con i suoi amici e voleva mettersi proprio quella che era da lavare e..." La interrompo con un gesto della mano, non perché non voglia ascoltarla, ma perché so già dove vuole arrivare.

"Che maglia era?" le chiedo curioso, anche se già immagino la risposta.

"Una semplice maglia grigia..." borbotta Erica, passandosi una mano tra i capelli, quasi infastidita.

Immaginavo. Gabriel è fatto così...

Fa di tutto, ma proprio ci si mette d'impegno, per rendere la vita di Erica un inferno.

"Così si è arrabbiato perché l'avevo messa a lavare ma, insomma, era completamente sporca e sudata... cosa dovevo fare, rimetterla tra le cose pulite?" continua Erica con il tono della sua voce che si alza appena, mostrando un raro segno di frustrazione.

"Abbiamo litigato come al solito... Ed è uscito di casa, dicendo di non aspettarlo alzata" finisce il suo racconto, rialzando lo sguardo su di me.

"Scusami se ti ho disturbato o se invado casa tua così, Haru... È solo che, sono sicurissima che berrà questa sera, e sai che è anche peggio da ubriaco" Si morde il labbro inferiore, un gesto che tradisce la sua preoccupazione.

"Non so più cosa fare con lui, seriamente..." borbotta accigliata con il dolore evidente nei suoi occhi.

Io un'idea ce l'avrei... tu scavi una buca di due metri e io penso al resto.

"Dovresti lasciarlo, Erica..." le dico seriamente, guardandola negli occhi. Non può continuare così, con questa tortura quotidiana.

Erica sorride amaramente, distogliendo lo sguardo dal mio "Lo amo, Haru..." sussurra, e il suono delle sue parole mi fa provare un misto di disgusto e dolore.

Sto per vomitare le pappate del 1993... Come si fa ad amare una persona così?

"Non so se tu abbia mai amato nessuno..." dice Erica con il suo sorriso triste che mi trapassa il cuore "ma è difficile lasciare andare la persona che ami, indipendentemente da quello che è..."

Oh, lo so bene. Tu sei fidanzata, e innamorata, ma non riesco a lasciarti andare.

"Capisco..." borbotto, storcendo le labbra. Le parole mi pesano, perché so quanto sia inutile cercare di farle cambiare idea.

"Sono fiduciosa del fatto che lui cambierà, tornando il ragazzo che ho conosciuto, di cui mi sono innamorata" dice Erica con il suo sguardo che si perde in un ricordo lontano, velato di nostalgia.

Sei troppo ingenua e sognante per questo mondo, Erica.

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Nuovo capitolo. Come promesso è più lungo 😉😉😘❤️ HaruKun_04

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