💫6💫

2 1 0
                                    

Erica's POV

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Erica's POV

Rientro in casa stanca morta; oggi ho dovuto fare il doppio turno. Le tasse e le bollette aumentano, e devo impegnarmi se voglio portare a casa i soldi necessari per sfamare entrambi.

"Sei tu?" La voce annoiata di Gabriel mi raggiunge appena varcata la soglia. Anche se il tono è piatto, sento una traccia di rabbia pronta a esplodere al primo passo falso.

"Sì, sono tornata" dico, sforzandomi di accennare un sorriso nonostante la stanchezza. Mi tolgo le scarpe, lasciandole all'ingresso, e mi sfilo la giacca con un sospiro di sollievo.

Sento dei passi veloci, e improvvisamente un pungente bruciore mi attraversa la guancia destra. Il colpo è così forte che mi costringe a voltare la testa di scatto, strizzando gli occhi dal dolore.

"Si può sapere dove diavolo ti eri cacciata questa notte?!" mi chiede Gabriel con la mano ancora alzata e arrossata. La mia guancia brucia, ma ancora di più brucia il pensiero che non ci sia stato nemmeno un accenno di preoccupazione nella sua voce, solo rabbia.

Si è preoccupato nel non vedermi?

Apro la bocca per rispondere, sentendo uno strano e piacevole calore al petto al pensiero della sua preoccupazione, ma lui mi blocca prima ancora che possa iniziare.

"Ero ubriaco fradicio, non sapevo dove fossero le aspirine e avevo bisogno di una zuppa calda! Pensi che queste cose me le faccia da solo o che appaiano nel nulla?" sbraita, alzando ulteriormente la voce.

Ah, no... non era preoccupato per me.

"I-io..." abbasso la testa, incerta se rivelare la mia effettiva posizione. "Ero da mio fratello... aveva bisogno d'aiuto c-con i bambini" balbetto, mentendo. Non voglio che Haru ci vada di mezzo.

"E chiedere il permesso è passato di moda?" chiede retoricamente, girandosi e tornando sul divano senza aspettare una risposta.

"Ho voglia di polpettone questa sera" borbotta, fissando svogliatamente la televisione.

"V-veramente stavo pensando di ordinare della pizza, solo per questa sera..." mormoro, guardando le punte delle mie scarpe e sentendomi in colpa senza un apparente motivo. "S-sono stanca... s-sai oggi a lavoro è stato..."

"Non mi interessa" mi interrompe bruscamente. "Ti ho detto che ho voglia di polpettone, non di pizza. Vai a preparare. Ieri non c'eri, ti fai perdonare ora" Non distoglie lo sguardo dallo schermo, come se fossi invisibile.

Annuisco silenziosamente, camminando a passo pesante verso la cucina. Ogni passo mi fa sentire più stanca, più schiacciata dal peso della situazione. Inizio a preparare il polpettone, il suono dei miei movimenti è l'unico rumore che riempie la cucina. Quando è pronto, lo chiamo a tavola.

"Ah, Gabriel..." la mia voce esce bassa, quasi timida. Lui alza gli occhi al cielo, inarcando un sopracciglio.

"Uhm?"

"S-sabato sera... posso uscire con degli amici?" butto fuori la domanda in fretta, sperando che la sua risposta sia positiva.

"Amici? Quali amici?" chiede ridendo, facendo sembrare l'idea stessa ridicola. Sento lo sguardo abbassarsi da solo, e inizio a giocherellare con il cucchiaio nel mio piatto.

Amici...

Ha ragione... io non ho amici, non ho tempo per gli amici.

"V-vecchi amici d-dell'università..." mento ancora, cercando di proteggere Haru.

"Fai quello che ti pare" dice con un'alzata di spalle, alzandosi da tavola. "Io vado a letto, sistemi tu qui no?" Non aspetta nemmeno la mia risposta, già sapendo che sarà obbligatoriamente affermativa, e si avvia verso le scale.

Rimango seduta per un momento, cercando di raccogliere le forze, poi inizio a sparecchiare e lavare i piatti. Ogni muscolo del mio corpo protesta, il dolore si fa sentire in ogni movimento. Devo riposare.

Cerco di finire il più velocemente possibile, poi salgo in camera, svestendomi con gesti lenti. La doccia la farò domani, mi dico, svegliandomi una mezz'oretta prima. Ora proprio non ce la faccio.

Mi stendo sul letto, voltandomi verso Gabriel, cercando di scorgerlo nel buio. Mi avvicino leggermente al suo corpo, cercando quel calore che sembra sfuggirmi sempre. Le manifestazioni d'affetto sono scomparse da tempo dalla nostra relazione, e la notte è l'unico momento in cui posso cercare un po' di intimità.

Mi manca il vecchio Gabriel, ma continuo a sperare che torni ad essere quel ragazzo di cui mi sono innamorata, quello che ancora amo nei miei ricordi. Forse, un giorno, tornerà davvero.

////

Questa volta il capitolo è più lungo, spero vi piaccia 😘 HaruKun_04❤️

Vicini di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora