Sento un'imprecazione sommessa provenire dalle scale. Immediatamente mi affretto a richiudere gli occhi, fingendo di dormire. Il divano è scomodo, e io non sono certo il tipo che riesce a dormire bene in condizioni del genere. Sono uno di quelli che, o dormono bene, o non chiudono occhio.
"Accidenti, la caviglia!" sussurra Erica, e immagino stia cercando di non svegliarmi. Il tono della sua voce è basso, quasi colpevole. Socchiudo un occhio e do un'occhiata veloce all'orologio appeso al muro. Sono solo le 6:17.
Perché è sveglia così presto?
"Dove le tiene le penne Haru-kun..?" continua a sussurrare, mentre i suoi passi leggeri si spostano per la casa. La immagino muoversi piano, cercando di non fare rumore, esplorando con discrezione i miei pochi effetti personali.
"Oh, ecco!" sento il clic della penna e il fruscio di un piccolo foglio che viene stropicciato. Mi impongo di non aprire gli occhi, mantenendo la mia farsa. La sento avvicinarsi a me con i suoi passi appena udibili sul pavimento.
"Grazie mille, Haru-kun, ti devo un favore in più per questa notte..." sussurra appena, con quella dolcezza che solo lei può avere. Sento la coperta di pile, che prima era appoggiata su una sedia, venir posata delicatamente su di me. Erica cerca di coprirmi il più possibile, di tenermi caldo.
È così preziosa, così premurosa.
"E scusami se sono sempre un peso, mi farò perdonare" borbotta ancora, con la voce un po' incrinata dall'emozione. Un momento dopo, sento un paio di soffici, leggermente umide labbra posarsi sulla mia tempia.
Cazzo.
Cerco in tutti i modi di non sorridere, di non tradirmi, cercando di pensare ad altro, ma è impossibile. Le fottutissime labbra di Erica si sono fottutamente posate sulla mia fottuta tempia.
Oh mio dio.
I suoi passi si allontanano, questa volta decisi, e poco dopo sento la mia porta che si chiude con un leggero tonfo. Apro gli occhi di colpo, quasi cadendo dal divano, portandomi una mano alla tempia appena baciata. Il calore delle sue labbra mi brucia ancora la pelle, e mi sento arrossire violentemente.
Cazzo, sembro una checca alle prese con la sua prima cotta.
Oh, aspettate, lo sono.
Mi ricordo del probabile biglietto lasciato da Erica. Mi alzo dal pavimento, rischiando quasi di inciampare sulla coperta che si era attorcigliata ai miei piedi. Impreco tra i denti, andando a sbattere contro il tavolino.
Ma è sempre stato qui in mezzo al cazzo questo coso?
Arrivo in cucina, dove trovo un post-it stropicciato appoggiato al ripiano. Lo prendo con mani tremanti, tenendolo come se fosse la cosa più preziosa del mondo. Con mani incerte, lo apro e leggo:
Haru,
Scusami se non sarò presente al tuo risveglio... ma sono dovuta andare al lavoro presto questa mattina.
Fatti un'altra dormita sul letto appena ti svegli, o comunque anche dopo. Basta che riposi... quel divano non sembra molto comodo.
Scusa ancora per il disturbo, ti sono debitrice... ancora una volta. Ci vediamo se quando torno da lavoro sei in casa.
Erica ^^
P.s. Mi sono resa conto che ci conosciamo da ormai due anni, e non ho ancora il tuo numero... ti lascio il mio qui sotto. Scrivimi così io salvo il tuo :).
+34****01**
Fisso il bigliettino per un paio di minuti buoni, rileggendolo almeno altre quattro volte. Il cuore mi batte forte nel petto, le mani mi tremano leggermente. Non riesco a crederci. Ho il suo numero. Ho il numero di Erica. Un sorriso sciocco mi si stampa in faccia, e per un attimo non riesco a pensare ad altro che a lei. A quel bacio sulla tempia, a quelle parole dolci.
Credo di non sentirmi tanto bene.
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Vicini di casa
FanficErica è fidanzata e convive con un ragazzo odioso e Haru, suo vicino di casa e amico, è perdutamente innamorato di lei