MALEDETTA

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Pochi minuti dopo, Gavriel e Malika arrivarono da Glauco, era ancora presto e stava probabilmente ancora dormendo.

Gavriel aveva avvisato Kael, la nipote, della loro visita, me c'erano scarse probabilità che l'anziano se ne ricordasse: gli ultimi barlumi di lucidità li utilizzava solo per le teorie complottiste e gli studi sulle Creature della Foresta, quel vecchio matto.

Suonarono il campanello, attendendo che Kael scendesse ad aprirgli, ma, inaspettatamente, uno strillo interruppe il vociare delle persone nella via: "Alto là, chi va là!?". Un ometto ossuto con una maschera per occhi pelosa tirata sulla fronte, fece capolino dalla finestra imbracciando un fucile da caccia.

Malika era entusiasta, "Mi piace questo tizio!" borbottò, la voce roca, inquietante e sensuale di sempre.

"Sono Gavriel Kalith, signor Glauco! Ho avvisato Kael che saremmo venuti" rispose urlando dal marciapiede.

"Kael! Vai ad aprire al tuo amico!" sentirono mentre sistemava le persiane e le serrava per bene.

Pochi secondi dopo, sull'uscio, comparve una ragazza dell'età di Gavriel, ma alta la metà. Indossava dei vestiti scuri oversize e delle catene al collo, le unghie smaltate di nero e gli occhi truccati con una pesante linea di matita. I capelli erano verde acido con la ricrescita nera ben visibile sulla frangetta corta con rasatura ai lati.

Si limitò ad aprire la porta, sbuffare e tornare dentro, seguita da 6 gatti neri. Li accompagnò in cucina, dove l'ometto era ancora in vestaglia da notte e sorseggiava un thè fumante aromatizzato al gelsomino.

"Dunque?" li guardò stizzito.

"Avremmo bisogno di parlarle di una questione...privata" e guardò Kael, seduta su una poltrona con i mici addosso.

Il vecchio Glauco incrociò le braccia al petto, stringendo il fucile "Ciò che potete dire a me, dovete dirlo a lei!"

"Okay" proruppe Malika nelle loro menti.

Glauco spalancò gli occhi e Kael alzò il viso dal gatto che stava accarezzando. "Tu...!" imbracciò il fucile e glielo puntò contro. Con esso le indicò il tavolo "Sdraiati. Voglio esaminarti."

Malika ringhiò, ma lo fece, sguainando però artigli e canini come monito.

Nel frattempo una chioma verde si era avvicinata al tavolo e stava prendendo il fucile dalle mani del nonno per poggiarlo a terra "Spettacolare" borbottò sovrappensiero. Le sfiorò la mano e chiese rispettosa il permesso alla Creatura, che acconsentì sfoggiando gli artigli scuri e lucenti.

"Hai portato una Corwell in casa mia!? Screanzato! Cosa ti è venuto in mente!?" aveva gli occhi spalancati e si era fatto bianco come un cencio.

"Non sono qui per uccidervi" ci rifletté su, sconvolta dalla propria affermazione fin troppo pacifica "credo" si corresse soddisfatta mentre Kael le esaminava gli anelli argentei e i tatuaggi.

Un tintinnio di catene li fece voltare verso la giovane, ora intenta ad arrampicarsi sulla libreria per tirarne fuori un tomo rilegato in pelle rossa: Simbolismi e Maledizioni.

Lo appoggiò sul tavolo alzando una nuvola di polvere dove Glauco si stava sistemando gli occhiali da lavoro sul naso, a pochi centimetri dalla mano sottile di Malika, esaminandone la gioielleria lucente. "Cosa sono questi? Non possono essere semplici gingilli, le bestie come voi non prestano attenzione agli ornamenti" borbottò rude rivolto alla Creatura.

Un ringhio acuto rimbombò nella stanza.

"Oh, tesoro, non fare la difficile, lui era un Cacciatore di Mostri, non ha tatto" aggiunse Kael già immersa nella lettura.

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