Per una persona che ero solita paragonare ironicamente a una delle piantine grasse nella mia cameretta.
Estremamente resiliente, coperta di spine.
Una delle mie preferite.Ti avevo detto che se mai le cose non avessero funzionato, non mi sarei arrabbiata, né altro.
Semplicemente avrei fatto quello che faccio sempre, una delle poche cose in cui mi ritengo brava.
Avrei scritto.
Non so quanto tempo sarà passato prima che tu la legga, magari prenderò il coraggio per fartela leggere subito, oppure non la leggerai mai e rimarrà una delle troppe note sul mio telefono. Ma a modo mio, credo sia arrivato il momento di mettere un punto alla faccenda.
Quel punto per cui tanto soffrivo, e quella decisione tanto dolorosa che faticavo a prendere l'ultima volta che ci siamo sentiti.Ma crescere, significa anche dover imparare a prendere le decisioni più difficili, anche quando in realtà non vorremmo farlo. E nessun altro dovrebbe arrogarsi il peso egoistico di fare una scelta al posto nostro.
E maturare, significa dover ammettere a noi stessi che nulla è permanente nella vita, che spesso le strade di due persone si incrociano per puro caso, e che altrettanto spesso, com'è logico, a un incrocio corrispondono purtroppo due percorsi separati.Ho sempre faticato nel lasciar andare le persone, in parte perché il mio lato egoista viene fuori nei momenti più improbabili, ma mai in questi casi. E in parte perché sebbene le persone con cui ho condiviso esperienze e parte della mia vita, si ritrovino poi ad essere stati semplici viandanti, fatico ancora a considerare "estraneo" chi da tempo è ormai approdato in un nuovo porto.
Un po' fedele all' equazione di Dirac, lascio che le anime degli altri continuino a influenzare la mia, e mi piace pensare che in qualche modo anche gli altri possano portare dentro di loro un piccolo pezzetto di me.
Ma spesso, a via di lasciare pezzi alle persone, come i lego, mi smonto un po' alla volta e perdo di vista la mia priorità fondamentale. Tutelare me stessa.Non credo di averti mai spiegato il vero significato del mio tatuaggio "Wonderwall". Ma il wonderwall, è quella persona su cui puoi sempre contare, che non ti abbandona mai nel momento del bisogno e che ti salva quando sei nel baratro. Quella che c'è sempre e che mai ti lascerà sola.
Ebbene, dopo un periodo "complicato" avevo dedicato questa definizione a me stessa. Per ricordarmi sempre che sono io l'unica persona che devo mettere al primo posto, e aiutarmi così a tirare fuori un po' di sano egoismo.Perciò, quando mi hai detto che tra le tue priorità c'eri sempre e solo tu per primo, da un lato sono stata sorpresa, perché eri riuscito ad avere l'atteggiamento che io ho sempre cercato di ottenere nella vita, con forse scarsi risultati. E sapevo che era il carattere giusto da avere accanto, una delle tante cose che mi incuriosivano di te.
Dall'altro lato, nonostante si cerchi sempre di crescere, diventare la versione migliore di noi stessi e superare i propri limiti, bisogna sempre fare i conti con chi siamo realmente, e saper distinguere chi siamo da chi vorremmo essere.
Per citare zero calcare "non posso trovare fuori quello che mi manca dentro".E io ci ho provato a essere distaccata come te. Ci ho provato a rimanere indifferente e a fare le cose con calma. A usare la testa, e a non lasciarmi trasportare troppo. Ma non ci riesco mai, seguo quelle poche sensazioni che mi trasmettono le persone, giuste o sbagliate che siano, e ci metto sempre il cuore nel bene e nel male.
Il brutto di te, è che mi hai trasmesso solo sensazioni belle. Lasciando che mi aggrappassi a quelle, e ignorassi quella verità sottesa che la mia testa già era arrivata a capire da giorni. Ed era questa verità così scomoda da accettare che alimentava quelle mie risposte che tanto ti davano fastidio.Dicono che l'amore rende ciechi, mai stata di questa opinione.
Ciò che ci rende veramente ciechi è la speranza. Il desiderio che tutto possa andare esattamente come noi ce lo siamo prefissato.
E quando le cose sembrano andare bene, non vediamo altro che il buono. E quella speranza si rafforza.
Ma il tempo ti aiuta ad aprire gli occhi.
E forse hai ragione, tu che hai sempre usato la testa, e risolvendo non saremmo durati comunque più di una settimana, così diversi come siamo.
Oppure no. E non credo che avremmo mai modo di saperlo.Nel dubbio, conserverò il bel ricordo che mi hai lasciato, e ti regalo un pezzetto del mio cuore per augurarti il meglio.
Ciao pianta grassa.
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L'anima di Amnesia
Short StorySolo lettere, sentimenti, stati d'animo e riflessioni di esperienze più o meno belle e dolorose. Spero che leggerle possa far sentire compreso qualcun altro, nello stesso modo in cui scriverle ha aiutato me a stare meglio.