Lettera a un legame mancato

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Questa lettera risale a svariati anni fa. È per chi come me ha il dannato vizio di voler capire le persone fino in fondo, giustificandole all'estremo per ogni comportamento sbagliato, non riuscendo mai a vedere il rifiuto palese che c'è dall'altra parte.
Se ti ci ritrovi, sappi che alla fine ne uscirai e riuscirai a capire ciò che meriti.

Sapevo che prima o poi mi sarei trovata a scriverti questa lettera, anche se tu non la leggerai mai.
Evidentemente ci sono delle questioni in sospeso, almeno nella mia testa, che non mi fanno continuare a comportarmi come se niente fosse accaduto. E questo è un ossimoro dannatamente grande considerando che effettivamente "nulla" è esattamente quello che è successo.
Ma allora mi chiedo, come diamine ho fatto a rimanerci male? O meglio, perché ci sono rimasta male?

Le emozioni umane sono una delle cose che trovo più affascinanti al mondo (un po' come tu sei tanto affascinato dalla scienza), proprio perché non mi piace vedere il lato razionale delle cose, più che altro non ne sono mai stata capace, e le emozioni per definizione di razionale non hanno un bel niente. Accadono e basta. E non te le spieghi. Perciò dall'esterno può sembrare che non sia successo nulla, e anche razionalmente parlando non c'è alcun dubbio che sia così. E so che anche tu sei di questo parere, com'è logico.

Peccato che la mia persona di razionale non abbia neanche lo 0,1%.
E lo so, che una persona "normale" non darebbe importanza a tutto questo niente, e lo so che a questo punto mi dirai che la normalità è relativa, e che tu alle persone dai semplicemente quello che ciascuno si merita, come la razionalità ti impone.
Ma io sfortunatamente (o fortunatamente) non sono così.
E si, sono permalosa.
E si, la prendo sul personale anche quando razionalmente parlando non né ho alcun motivo.
E si, ci sono rimasta abbastanza male.

Tel' avrò ripetuto tantissime volte ormai che le porte in faccia sono io a chiudermele, e che non so agire diversamente.
Non voglio adesso che pensi che sia arrabbiata con te, o cose simili, perché il punto non è questo.
Però ti invidio lo sai? Il modo con cui tratti le relazioni umane, la lucidità con cui riesci a decidere quanto è a chi concedere te stesso... Sono cose che mi renderebbero l'esistenza molto più semplice.
E tu le hai queste qualità, non so se è perché tu sei fatto effettivamente così (e non potrò mai affermarlo con certezza visto che la nostra conversazione costruttiva non mi ha dato modo di scoprirlo), o se c'è dell'altro.
E il pensiero di questa seconda ipotesi mi tormenta ancora adesso.
Perché so che sotto sotto è così.
Non mi scordo mai di quando parlando ti chiesi se ti avessero mai spezzato il cuore, e tu mi rispondesti queste esatte parole "l'hanno fatto talmente bene che ora l'unica cosa che mi funziona è la testa". E questa frase cel ho tatuata nel cuore. Ma questo purtroppo è il dramma dell'empatia.

È tutto il mondo che nascondi dietro quell' atteggiamento da stronzo, è il ragazzo che per la sua innamorata si caricherebbe la luna sulle spalle, perché per quanto cerchi di rimanere razionale sei pur sempre un essere umano. E gli umani amano, soffrono, sbagliano e per quanto ti ostini a sostenere il contrario, non hanno sempre ragione.

Volendo scendere sul piano materiale, è come se ti dicessi che sotto al tuo giardino c'è nascosta una valigetta con dieci milioni di euro dentro.
Tu non ti metteresti a scavare per trovarla?
Ecco, secondo il mio modo di pensare, c'è un potenziale da dieci milioni in ogni persona, ed è per questo che insistevo tanto con quelle domande scomode che non ti piacevano, ed è anche il motivo per cui non mi soffermo mai all'apparenza delle cose.
Semplicemente per me valeva la pena scavare.
E accetto il fatto che tu non veda le cose allo stesso modo, che tu non MI veda allo stesso modo, perché onestamente parlando non mi è ancora capitato di incontrare una persona che vede le cose come me, quindi tutto sommato queste situazioni sono pura abitudine ormai.

Il problema è che neanche la tua "freddezza" mi dava fastidio, neanche il fatto che volevi sempre avere l'ultima parola, o che semplicemente fossi tanto testardo sul mantenere le tue opinioni. Un'altra persona probabilmente ti avrebbe scaricato al primo commento antipatico, senza pensarci due volte.
E invece non è stato il mio caso, forse perché sembravi avere tutte le cose che a me mancano.

Lo so bene che arrivato a questo punto ti verrà sicuramente da chiederti come io arrivi a pensare certe cose, considerando che tutto questo è scaturito da una semplice chiacchierata, che tu hai tanto poeticamente definito solo "costruttiva".
Non ti so rispondere nemmeno io... Eccesso di fiducia? Semplice stupidità? Il fatto che sotto sotto forse ho anche io la sindrome della crocerossina?
Non ti so dare una risposta, questa volta né razionale né personale.

So solo che viene da chiedermi, se tutto questo è scaturito da una conversazione profonda dove non ci siamo neanche mai visti, se non per una volta di sfuggita, che cosa sarebbe nato se fossimo andati oltre...
E resta un po' l'amaro in bocca.

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