I. La finta cugina

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I still seventeen inside, not one day over...
Don't let the trials of life, change who you are tonight

La musica di Simon Webbe le risuonava nelle orecchie, mentre si allontanava da casa sua, se quella poteva definirsi casa. Era un luogo dove abitava, ma dopo gli ultimi eventi, era difficile continuare come se nulla fosse accaduto, passarci sopra, perché ne aveva fin sopra i capelli. Quella notte sarebbe cambiato tutto, avrebbe fatto quel che era in suo potere per conoscere Il Volo. Il biglietto lo aveva preso all'ultimo minuto, dopo una lunga diatriba con se stessa e ora che era lì, tutto cominciava ad essere reale. Li avrebbe visti per la prima volta nella vita! Il "Mandela Forum” si stava lentamente riempiendo e Matilda sentiva lo stomaco sottosopra, nonostante avesse mangiato molto poco. Il suo posto era sulle gradinate, con una visuale perfetta.
Alle 21:00 cominciò a muoversi qualcosa e, dopo una decina di minuti, i ragazzi salirono sul palco, salutando calorosamente il pubblico e iniziando poi a cantare. Il cuore di Matilda prese a battere forte mentre si univa al coro di voci e il suo sguardo non faceva che cadere su Ignazio, che aveva una voce magnifica e sapeva fare ridere il pubblico con la sua genuinità. Il concerto si svolse tra canzoni e interazioni con i fan, tanto che le due ore volarono senza che Matilda se ne accorgesse. Un senso di pesantezza la investì: non voleva che tutto finisse. Fu così che, andando contro ogni buon senso, si unì alla folla di persone che andavano verso l'uscita, ma poi cambiò direzione, infilandosi in un gruppo di ragazze che stavano raggiungendo l'area VIP, dietro le quinte, per incontrare i tre ragazzi tramite un pass. Matilda non lo possedeva, ma, facendo buon viso a cattivo gioco, sgusciò nel mezzo, cercando di non dare nell'occhio, sperando di non farsi notare dalla sicurezza e facendosi sempre più vicina al Volo. Ignazio, Piero e Gianluca erano lì, davanti a lei, intenti a fare foto e stringere mani, oppure a firmare autografi. Matilda non sapeva cosa fare, era bloccata, immobile come uno stoccafisso a fissare Ignazio.

-Allora, vuoi muoverti?- chiese una voce alle sue spalle, dandole una spinta.

Matilda si volse, arrabbiata e imbarazzata al tempo stesso.

-Passa tu allora, visto che hai tanta fretta!- ribatté, con occhi che mandavano lampi.

-Signorine, che sta succedendo? Non vogliamo battibecchi qui. Ognuno rispetti la fila, grazie. Posso vedere i vostri pass?- domandò una voce autoritaria.

Matilda, a quelle parole, sbiancò. E ora? Che cosa si sarebbe inventata? L'uomo della sicurezza la stava guardando storto e aveva tutta l'intenzione di cacciarla.

-Oh, accidenti! Devo averlo perso. Giuro che lo avevo!-

-Signorina, devo chiederle di seguirmi. Senza pass non può stare qui.-

-Come? La prego, non mi mandi via!-

La voce di Matilda era implorante, gli occhi stavano lentamente diventando lucidi. Il suo sogno stava per infrangersi e tutto per colpa di quella gallina che l'aveva spinta. L'uomo l'aveva afferrata per il polso e sembrava sul punto di trascinarla via di lì.

-Levale le mani di dosso. Le stai facendo male- disse, ad un tratto, una seconda voce maschile.

-Signor Boschetto, mi scusi, ma credo che qui ci sia una furbetta. Dice di aver perso il pass, ma non penso che sia vero.-

Matilda spostò lo sguardo su Ignazio e per poco non perse un polmone: non si aspettava che, dal vivo, quegli occhi scuri potessero essere tanto intensi. Lo fissò speranzosa, cercando aiuto, anche se non pensava che l'avrebbe coperta. Per quale motivo avrebbe dovuto? Lei era una come tante.

-Pietro, ti chiedo gentilmente di lasciarla. È la cugina di Piero. Ci è venuta a trovare apposta e sono sicuro che abbia il pass. Magari le è caduto, no?-

Matilda era incredula. Ma che stava accadendo? Era un sogno? Sì, sicuramente. Eppure, quando il braccio di Ignazio le avvolse le spalle, capì che stava accadendo davvero.

-Le chiedo scusa- disse l'uomo della sicurezza, guadagnandosi un'occhiataccia di Ignazio.

-La prossima volta non salti a conclusioni affrettate- rispose Matilda, calata nella parte.

Ignazio la condusse verso gli altri, che osservarono i due con aria interrogativa.

-Piero, guarda un po' chi c'è. Tua cugina!- esclamò, facendogli l'occhiolino.

-Mia cug---... Oh, ma che sorpresa!- rispose Piero, capendo dopo qualche istante, andando ad abbracciarla.

Matilda sorrise, cercando di rilassarsi, mentre veniva presentata a Gianluca.

-Mi chiamo Matilda. Io e Piero non ci vediamo spesso. Purtroppo non abitiamo nella stessa città. In verità siamo cugini di secondo grado- spiegò, dando la mano a Gianluca.

-È un piacere conoscerti. Mettiti pure comoda- la invitò Gianluca, indicando i divanetti.

E fu così che Matilda si ritrovò in qualcosa che mai avrebbe immaginato, guardando i tre ragazzi parlare con le altre fan, rispondere alle domande, creando non poca invidia. Poteva leggerlo negli sguardi di alcune, mentre altre la osservavano con semplice curiosità. Lei sperò solo che tutto filasse liscio. Non avrebbe sprecato quell'opportunità.

Seventeen, I was living life
Chasing dreams and my hopes were high
Trying to get around my fear of
When and where do I go from here

Spazio autrice ⤵️

La canzone è Seventeen di Simon Webbe.
Buona lettura!

Felt like I was seventeen again Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora