VI. Due cuori e un televisore

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Oh I've tried to act like I've got nothing to say
And I've tried to act like my feelings don't go their way
But just try to understand you're on my mind everyday
Do you hear what I say, you're on my mind everyday

Matilda non si fece intimidire dal tono con cui Ignazio le si era rivolto e fece alcuni passi verso di lui, abbassandosi per recuperare il cellulare che era finito a terra. Chissà come, non si era rotto, anche se il vetro che proteggeva lo schermo andava sostituito. Lo controllò per qualche istante anche sul retro, per poi porgerlo al suo proprietario.

-Ti è caduto questo- disse, sarcastica.

-Non ho voglia di scherzare, Matilda- ribatté Ignazio, afferrando il telefono e rimettendolo in tasca senza preoccuparsi delle condizioni in cui versava. -Che cazzo vuoi? Ora ti metti ad origliare le conversazioni degli altri?-

-Ero venuta a cercarti. In quanto tua assistente, devo anche garantire la tua incolumità immagino.-

-Sto benissimo.-

-Credo che il tuo telefono abbia qualche lamentela in merito.-

L'ombra di un sorriso sembrò creare una piccola crepa nel muro dietro cui Ignazio stava nascondendo ciò che veramente provava. Matilda era simpatica, lo divertiva il suo umorismo, ma al momento non gli andava di ridere.

-Torna dagli altri. Puoi rassicurarli sul fatto che non mi hanno rapito gli alieni- disse, dandole le spalle e poggiandosi con le mani alla balaustra della terrazza.

-No. Non me ne vado.-

Ignazio strinse la pietra sotto le dita, respirando forte e cercando di calmarsi. Per colpa di Vanessa, finiva sempre per litigare con Matilda, vittima innocente del suo nervosismo.

-Ignazio...- riprese Matilda, affiancandolo e posandogli delicatamente una mano sulla schiena.

Fu in quel momento che il muro crollò e Matilda si ritrovò fra le braccia di quel ragazzone, immersa nel suo profumo e nel calore del suo petto. Sentiva il battito del suo cuore, mentre circa il proprio non sapeva dire se si fosse fermato. Quante volte aveva sognato quel momento? Non pensava che si sarebbe mai realizzato, credeva che sarebbe rimasto solo una fantasia nella sua testa, qualcosa di bello da immaginare prima di addormentarsi. Lo strinse a propria volta, passandogli le dita lungo la colonna vertebrale, avvertendolo in tutta la sua concretezza. In quel momento voleva solo dargli conforto, era sinceramente preoccupata per lui e per lo stato in cui lo aveva ridotto la discussione che aveva avuto poco prima. Al ricordo delle parole che aveva udito, un moto di rabbia la invase. Come si permetteva, Vanessa, di giudicarla? Non la conosceva, ma insinuava che volesse fare la gatta morta solo perché era gelosa? Matilda non era così e, se fosse stata al posto di Vanessa, avrebbe supportato Ignazio, invece di stressarlo. Poteva capire la difficoltà di una relazione a distanza, ma non le pareva che Ignazio si comportasse da cretino con le fan.

"E allora che cosa sta facendo con te?"

Una fastidiosa voce interiore fece capolino nella sua testa. Ricordò l'affermazione di Gianluca, che aveva detto che, secondo lui, Ignazio aveva un interesse nei suoi confronti. Il pensiero era semplicemente ridicolo! Chiuse gli occhi, desiderosa di cristallizzare quel momento e mettendo a tacere la propria coscienza.

Ooh I wanna give you my heart and soul
Ooh I wanna give till I can't give no more
I've been waiting too damn long thats for sure

-Resta con me stanotte- mormorò Ignazio, soffiandole quelle parole sul collo.

Matilda deglutì, scossa da un brivido di piacere a causa del fiato di Ignazio che le solleticava il collo.

Felt like I was seventeen again Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora