II. Lo schiaffo

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There's a daydream
And it holds me
As it replays
Over and over again
Something tells me
That you're feeling
All the same things

Intorno a mezzanotte il backstage iniziò lentamente a svuotarsi, con gran dispiacere delle fan, che avrebbero voluto restare ancora. I ragazzi erano stati gentilissimi con loro, anche con quelle più fastidiose, e Matilda si era domandata come riuscissero a sopportarle. Lei stessa era una fan, ma non in maniera maniacale, come se Ignazio, Gianluca e Piero fossero una sua proprietà. Erano persone semplici, fiere del successo raggiunto, ma con i piedi per terra. Aveva avuto la conferma, vedendoli così da vicino, che non si erano montati la testa.
I suoi pensieri vennero interrotti dall'arrivo dei diretti interessati, seguiti dal loro manager, che chiaramente si stava domandando chi lei fosse. Gli avevano detto la verità? In quel caso, sarebbe dovuta tornare a casa.

-Sei Matilda, giusto? Non sapevo che saresti arrivata, altrimenti ti avrei dato un posto in prima fila. La prossima volta, ricordati di avvisare Piero- disse, facendole un cenno d'intesa. -So tutto, ma non ti preoccupare. Ignazio desidera che tu resti- aggiunse sottovoce.

Matilda per poco non svenne. Ignazio desiderava che lei rimanesse? In che senso? Mica intendeva...

-Senta, io non... Non sono qui per fare la groupie- disse, in tono basso, ma deciso, con un coraggio di cui lei stessa si stupì.

Michele Torpedine la guardò con un cipiglio divertito, per poi ridere.

-No, non intendevo nulla del genere. Puoi restare con noi, in fondo è tanto che non vedi Piero, giusto?-

-Sì, è vero. Perché non ci fai compagnia durante il tour? Puoi prenderla come una vacanza- intervenne Piero.

-Se proprio insistete e non sono di disturbo...- rispose Matilda, volgendo gli occhi su Gianluca e su Ignazio.

-Figurati. Perché mai dovresti essere di disturbo? E tu, Ignazio, che ne pensi?- chiese Gianluca.

-Come? Oh, nessun problema. La cugina di Piero è come se fosse anche nostra cugina.-

Matilda lo guardò male. Come stavano le cose? A che gioco stava giocando? Prima Michele le diceva che Ignazio richiedeva la sua presenza e poi lui la ignorava?

-Allora è deciso. Andiamo, le macchine ci attendono- concluse Michele.

Piero guidò Matilda fuori, verso una delle macchine che li avrebbero condotti all'albergo, almeno così supponeva e fu strano ritrovarsi circondati ancora una volta dalle fan, che urlavano e si sporgevano in avanti, oltre le transenne, per poter toccare i loro idoli. Sicuramente quello era un aspetto dell'essere famosi che non le piaceva per nulla.

-Come fate?- chiese Matilda a Piero quando furono al sicuro in auto.

-Oramai ci siamo abituati. Anche se una volta ricordo che una ragazza ha strappato la camicia a Gian!-

-Davvero?-

-Sì. È un peso con cui convivere quello dell'essere troppo belli. Io ne so qualcosa- disse Ignazio, salendo in auto. Evidentemente aveva sentito la loro conversazione mentre seguiva Piero.

-È arrivato il filosofo!- lo prese in giro Piero.

-Filosofo?- domandò Gianluca, raggiungendoli.

-Sì, Ignazio ci ha appena deliziati con una delle sue perle- rispose Piero, ridendo.

Ignazio lo afferrò giocosamente, mettendogli un braccio intorno al collo e abbassandogli il capo per potergli dare una strigliata fra i capelli, mentre l'altro si divincolava.

-Smettetela di fare i bambini! Matilda, non farci caso. Giuro che sanno anche comportarsi come due persone della loro età, ogni tanto- disse Gianluca, con un ghigno.

-Probabilmente non hanno sfogato abbastanza energie sul palco. Lasciamoli fare, così almeno andranno a nanna senza fare storie.-

Ignazio a quel punto smise, interdetto dalle sue parole. Matilda aveva fegato, su quello non c'erano dubbi e la cosa non gli era affatto sgradita. Tuttavia decise di frenare la lingua, sebbene Gianluca e Piero si fossero scambiati uno sguardo complice dopo aver notato il cambio di atteggiamento dell'amico.
Durante il resto del tragitto Matilda venne sommersa di domande, perché i ragazzi volevano sapere chi fosse e da dove venisse.

-Quindi sei partita senza una meta? E che intenzioni hai?- domandò Gianluca.

-Fare la parte di mia cugina, no?- ribatté Piero. -Mi raccomando, solo noi e Michele sappiamo la verità, quindi cerchiamo di non farci scappare niente- disse Piero, serio, fissando in particolar modo Ignazio.

-Non dirò nulla alla mia bella- assicurò lui.

Matilda si sentì gelare il sangue. Sapeva che era impegnato, ma averne conferma in quel modo faceva male.

-Volevo conoscervi. Per il futuro, si vedrà. Vi basti sapere che non stavo bene a casa mia.-

Non aggiunse altro e poggiò la testa contro il finestrino, restando in silenzio finché non giunsero a destinazione. Una volta in albergo, dopo essere sfuggiti ancora una volta ad orde di fan impazzite, Matilda scoprì che aveva una stanza per sé, sullo stesso piano dei ragazzi. Michele la rassicurò quando la vide dubbiosa. Si stava comportando da scroccona, no? A quanto pareva, no, quindi cercò di scacciare le paranoie e raggiunse la propria stanza, restando stupita dalla bellezza della camera. Era grande, con una parte giorno divisa da quella notturna, un bagno e un piccolo balcone. Decise di farsi una doccia e mettersi subito il pigiama, in modo da andare a letto, visto che era stanca, sperando che i pensieri non la tormentassero. Che cosa avrebbe fatto? Qualcuno bussò alla porta proprio in quel momento e Matilda, un po' incerta, andò ad aprire.

-Ignazio. Che cosa ci fai qui?- domandò, restando sulla soglia.

-Sono venuto a darti la buonanotte- rispose, con un sorriso sghembo.

-Vattene.-

-È così che mi dici grazie per averti parato il culo?-

-Non te lo ha chiesto nessuno.-

Ignazio le si fece più vicino, tanto che Matilda poté percepire il calore che emanava il suo corpo.

-Sei una vera maleducata- sussurrò, piegandosi con il viso verso il suo.

-Come?! Io vorrei sapere che diavolo ti frulla in quella testa. Cos'è, dovrei dartela per riconoscenza?-

-Non erano esattamente quelli i piani- disse, con aria divertita. -Io...-

In quel momento il telefono gli squillò, facendolo sussultare e innervosire. Matilda vide un lampo di fastidio nei suoi occhi, mentre controllava chi fosse. Senza volere, la ragazza lesse il nome e capì di chi si trattasse.

-Sì. Avevo voglia e tu mi sei sembrata l'ideale, ma ho cambiato idea. Te la stai tirando troppo. Ho già abbastanza problemi. Non mi va di sudarmela pure per una scopata. Ora devo andare.-

Matilda gli tirò uno schiaffo tanto forte da sentire male alla mano, per poi sbattergli la porta in faccia.

There's a daydream
And it holds me
As it replays
Over and over again
Something tells me
That you're feeling
All the same things

Spazio autrice ⤵️

Le cose non si stanno mettendo bene, ma non tutto è come sembra. Ignazio pensava davvero quel che le ha detto?
Buona lettura!

Canzone: Magnetic, Blue

Felt like I was seventeen again Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora