Stava in silenzio a guardare il soffitto, nella camera d'ospedale dove l'avevano ricoverata. Poco dopo essere stata aiutata da Antonio aveva perso i sensi, e la prima cosa che gli venne in mente fu chiamare l'ambulanza.
"Oddio La, come stai?"
Entrò di fretta Anna nella stanza. Lara annuì, senza nemmeno guardarla negli occhi. Non aveva le forze.
"Tony?"
Riuscì a sussurrare.
"Te lo chiamo"
Uscì dalla camera, non prima di averle dato una carezza sulla guancia e un sorriso.
Pochi secondi dopo apparse dallo stipite della porta quel ragazzo alto biondo cenere, di cui già da qualche settimana era infatuata.
Si sedette sul suo letto, facendo incrociare le loro dita.
A quel tocco, una lacrime involontaria rigò la guancia della mora.
"Va tutto bene"
Le disse, facendo dei piccoli cerchi sul palmo della sua mano.
"Sei al sicuro adesso"
Continuò, avvicinandosi alla sua fronte e lasciandoci un delicato bacio.
Lara annuì ancora, con le lacrime che non riuscivano a smettere di scendere.
"Scusami"
Lei scosse la testa, stringendo con tutta la sua forza la mano di Antonio.
Dopo qualche ora di osservazione, verso le 7 del mattino la fecero uscire.
"Era ecstasy. Molto probabilmente è stata vittima di spiking. Purtroppo se ne sente parlare molto in questi ultimi tempi. Le suggeriamo di stare a riposo fino a che non si è ripresa al 100% e di assumere antidolorifici qualora si sentisse dolorante. Arrivederci"
Queste erano state le parole del dottore prima di dimetterla.
Con Anna, Artie e Tony uscirono dall'ospedale, diretti in macchina a casa sua.
Era ancora un po' stordita, per questo la aiutarono a salire fino al suo appartamento condiviso con due coinquilini e alla sua camera.
"Rimango io"
"Sicuro?"
Antonio annuì, chiudendo piano la porta della sua camera.
"Tratta bene la mia amica"
Lui sorrise ad Anna, alzando le mani in alto.
"Non sto scherzando Tony. Il nostro mondo non le piace, soprattutto quello di cui sei circondato te. Non ha avuto un passato facile. Guai a te, lo dico sul serio"
Lui fece una smorfia con le labbra, confuso.
Si salutarono un'ultima volta e tornò da Lara, trovandola addormentata sotto il lenzuolo. Si tolse la maglia e si coricò affianco a lei.
La mora si girò su un fianco, appoggiandosi a lui e circondando la vita del più grande con un braccio.
Un po' sorpreso per quel gesto spontaneo, si irrigidì, per poi lasciarsi andare e infilando una mano tra i capelli lunghi corvini della ragazza al suo fianco, facendo dei movimenti lenti sulla cute.
"Sei bellissima, anche in queste condizioni"
Le diede un bacio sulla testa, per poi chiudere gli occhi e recuperare le ore di sonno perse.
-
Lara si svegliò tutta frastornata, ma decisamente meglio di come era andata a dormire. Affianco a lei non c'era più Antonio e la porta della sua stanza era chiusa.
Prese il cellulare in mano, vide l'orario e quasi le venne un colpo. Erano le cinque di pomeriggio. Non aveva mai dormito così tanto.
Con molta fatica riuscì ad alzarsi dal letto e raggiungere la cucina.
Osservò Tony in piedi di schiena, mentre stava cucinando qualcosa.
Piano piano si avvicinò a lui, per poi posare la testa su di lui e avvolgergli i fianchi con le braccia. Antonio non si spaventò nemmeno: sorrise e si girò subito verso di lei.
"Come stai?"
Le chiese, prendendole il viso tra le mani.
"Meglio"
Le lasciò un bacio all'angolo della bocca, per poi rigirarsi ai fornelli.
"Ho fatto la pasta aglio, olio e peperoncino. Sono state le prime cose che ho trovato. Scusami se ho rovistato nella tua cucina"
Lara sorrise, accarezzandogli dolcemente le spalle con le unghie.
"Non scusarti, e grazie per esserti preso cura di me. Non l'aveva mai fatto nessuno prima d'ora"
Un brivido gli percorse la schiena. Quelle mani lo facevano impazzire. Ogni tocco sembrava un bacio di un angelo che si infrangeva con l'inferno della sua interiorità.
Aveva già capito che cosa fosse in grado di fare quella ragazza su di lui, e non gli dispiaceva affatto.