Operazione salvataggio

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Loid, nascosto insieme alla corvina dietro l'angolo del capannone, portò d'istinto la mano alla pistola, deciso a sparare alle gomme del mezzo di trasporto che si stava allontanando fin troppo rapidamente, ma si fermò per tempo quando si rese conto che sua moglie era a pochi metri da lui ed avrebbe potuto vedere tutto. Che fosse prima o dopo, avrebbe chiesto spiegazioni sui motivi per cui aveva una pistola con sé o sul come avesse imparato a sparare. Non solo: se Anya e Becky erano lì dentro come immaginava – perché si rifiutava di credere che quella partenza fosse una semplice coincidenza – rischiava di far loro del male involontariamente.
Per la prima volta da che aveva memoria, si ritrovò ad esitare molto più a lungo di quanto non avesse mai fatto, con il timore che la verità venisse a galla e finisse per spazzare via tutto ciò che aveva costruito in quei mesi.
Avrebbe anche potuto cercare delle scuse razionali per evitare di far saltare la copertura, come il fatto che ricominciare da zero con una nuova famiglia avrebbe significato allungare ulteriormente i tempi, o che all'Eden College si era già presentato come padre di Anya e sarebbe stato ancor più difficile ripetere l'iscrizione per un nuovo figlio, ma dovette ammettere che, in un angolo del cuore, per quanto la loro famiglia potesse essere frutto di un sterile accordo, l'identità di Loid Forger era diventata la maschera più bella che avesse mai portato.
« A-Anya Chan! Becky Chan! » senza attendere oltre, Yor si lanciò all'inseguimento del furgone ad una velocità a dir poco sorprendente, come se fosse la reazione più normale del mondo. Perfino un agente come lo stesso Twilight si ritrovò preso in contropiede per un istante.
Per quanto il biondo si sentisse in dovere di rintracciare prima di tutto il suddetto veicolo, lo sprint di Yor lo spinse a rivedere i piani. Innanzitutto, avrebbe dovuto occuparsi della criminale ancora all'interno del fabbricato, la quale, sentendo il grido di Yor, era uscita all'esterno con aria a dir poco perplessa.
« Che diamine...? »
Twilight non le diede il tempo di terminare la frase che la afferrò da dietro a tradimento, premendole una mano sulla bocca e sul naso e privandola così dell'ossigeno abbastanza a lungo da farla svenire senza ucciderla.
Una volta assicuratosi di aver sistemato la bionda a dovere, trascinandola all'interno affinché nessuno potesse notare movimenti sospetti, prese mentalmente nota del contenuto del grosso magazzino. Tra le altre cose, sul grosso tavolo lì presente, insieme a del materiale di cancelleria come nastro adesivo e fogli di carta, vi era un telefono: era il momento di mettere al corrente la WISE della situazione.

Se Anya aveva sperato ardentemente in un intervento da parte dei genitori, si stava ormai rassegnando al fatto che si era trattata di una speranza vana. Una volta rinchiuse dentro quel grosso veicolo sembrava impossibile per chiunque riuscire a trovarle, e la sola idea di non poter più rivedere la madre ed il padre le aveva stretto lo stomaco in una morsa. Le avrebbero certamente lasciate sole in un luogo isolato, ed a lei ed a Becky non sarebbe rimasto altro da fare che farsi forza a vicenda fino a quando qualcuno non le avesse liberate – sempre che fosse accaduto.
A giudicare dall'espressione della castana, non era l'unica a pensarla in quel modo, e difatti bastò solo un'occhiata per farle scoppiare a piangere in unisono.
« Silenzio là dietro! » intimò il criminale al volante, ma a quel punto un forte tonfo proveniente dal tetto del furgone fece sobbalzare l'intero veicolo. Yor, infatti, era riuscita a raggiungerlo ed a saltarvi sopra, facendoli sbandare poco prima che raggiungessero la strada principale.
Come nulla fosse, la corvina si mise in ginocchio ed andò a sbirciare dal vetro anteriore con uno sguardo a dir poco tagliente, scoprendo finalmente il volto del criminale che aveva osato rapire la figlia e la sua migliore amica.
« Eh?! » a causa della sorpresa, il guidatore fu costretto ad effettuare una frenata di emergenza, e come ci si poteva aspettare, Yor finì sbalzata in avanti, riuscendo tuttavia ad atterrare con eleganza senza nulla di rotto. Dato che, nonostante l'incidente, la donna non era intenzionata a muoversi, il rapitore abbassò il finestrino e si sporse per gridarle contro « Si può sapere che ti prende?! »
« Le concedo un'ultima occasione per liberare Anya e Becky spontaneamente. Questa è una gita in famiglia, e vorrei evitare di rovinarla, se fosse possibile » sentenziò la sicaria, nonostante dal suo sguardo non trapelasse minimamente quella grande gioia sottintesa dal suo discorso. Quando era sul tetto aveva sentito chiaramente il pianto di entrambe le bambine, e di certo non se le sarebbe lasciate sfuggire una volta giunta tanto vicina.
L'unica reazione che ottenne dall'ascoltatore, purtroppo, fu uno sbuffo divertito per una tale arroganza « Vorrà dire che mi toccherà metterti sotto! »
Senza attendere oltre, premette il pedale dell'acceleratore ed il furgone schizzò in avanti, ma la corvina fu più rapida e con un paio di salti balzò dapprima sul cofano e successivamente di nuovo sul tetto, con somma frustrazione dell'avversario che si ritrovò obbligato a compiere manovre sempre più pericolose per far sì che si scrollasse dal veicolo.
Sul retro, anche le due bambine avevano avvertito il cambiamento improvviso, perché da un attimo all'altro finirono per essere sballottate in più direzioni senza essere in grado di attutire gli impatti contro il duro metallo.
La giovane sicaria, tuttavia, si limitò a piegare le gambe e ad aggrapparsi al bordo del furgone, senza mostrarsi minimamente in difficoltà – al contrario, quando il guidatore fermò il mezzo con un sogghigno, certo di averle come minimo fatto girare la testa, si diede uno slanciò e con un colpo secco di tacco ed un grido di battaglia distrusse completamente il vetro anteriore. Per il criminale non ci fu altro da fare che proteggersi istintivamente il viso con le braccia dalle schegge di vetro, ma il colpo fu talmente forte da far attivare l'airbag a veicolo fermo, con conseguente difficoltà del criminale che dovette utilizzare tutte le energie e la lucidità rimanenti solo per poter slacciare la cintura e mettere piede fuori dal furgone.
Soddisfatta, Yor si diresse finalmente sul retro, e dopo pochi secondi il portellone fu quasi del tutto divelto, rivelando la sicaria con il suo consueto e dolcissimo sorriso sul volto, pronta ad accogliere le più piccole.
« Anya Chan, Becky Chan? » chiamò, trovando però Anya e Becky talmente scompigliate e confuse a causa dell'inseguimento da non essere nemmeno più in grado di alzare la testa.

Quando Loid giunse finalmente sul luogo del cosiddetto incidente, a bordo di una delle piccole vetture messe a disposizione dei clienti del luna park, Anya e Becky erano ufficialmente libere, strette alle gambe di Yor, la quale stava facendo del suo meglio per consolarle. Il criminale si trovava invece accasciato sul volante, incosciente, a seguito di un ultimo pugno ben piazzato della signora Forger. Con sé, il biondo aveva portato anche l'anziana governante dei Blackbell – che tuttavia si era accorta troppo tardi di aver lasciato il grosso pupazzo della piccola telepate all'interno del parco, troppo concitata dalla ricerca per ricordarsene.
« D-Deve aver fatto un incidente... » tentò di giustificare la corvina quando i due nuovi arrivati chiesero spiegazioni, senza rendersi conto che, su quella strada sterrata, non vi erano ostacoli di alcun genere, né quel percorso era tanto dissestato da poter spingere involontariamente un veicolo fuori strada. Per sua fortuna, a quel punto fu Anya ad intervenire ed a lanciarsi verso il genitore per andare ad abbracciarlo ad una gamba, con gli occhi ancora lucidi per lo spavento subito. Per un attimo, la spia stessa fu presa in contropiede, ma alla fine gli spuntò un sorriso sul volto e si chinò di modo da prendere in braccio la più piccola, che una volta stretta al padre riuscì immediatamente a rasserenarsi, specialmente quando anche Yor si unì a loro.
Allo stesso modo, Becky corse dalla governante della sua famiglia, che anche se non osò arrivare a prenderla in braccio come Loid si premurò di accarezzarle il capo e la schiena per calmarla « Ora è tutto passato, signorina. Non avete più nulla da temere »
Una volta che tutti i membri del gruppo si furono calmati abbastanza, fu Anya a raccontare l'accaduto dall'inizio – omettendo naturalmente le informazioni che dovevano rimanere segrete – con una foga ed un entusiasmo tale da mettere in ombra i dettagli impossibili da spiegare in modo logico. In un certo senso, era stato come far parte di una puntata del suo eroe preferito, l'agente Bondman.
Alla fine, quando giunse il tramonto e la curiosità di tutti fu soddisfatta, Yor si offrì di passare nuovamente dal luna park per recuperare il pupazzo della figlia, dopo di che le due famiglie poterono finalmente salutarsi come si conveniva.
« Ci vediamo a scuola lunedì » salutò la giovanissima erede dei Blackbell, stringendo la migliore amica in un abbraccio che venne immediatamente ricambiato con grande affetto.
« Sì! Anya porterà il Signor Orso, così giocherà con noi! » aggiunse fieramente la rosa, che già si vedeva circondata dai compagni – e dal Secondogenito in particolare – a raccontare la storia completamente inventata di come avesse vinto il grosso premio. Avrebbe certamente fatto un grande effetto, e Damian non avrebbe più potuto evitare di invitarla a casa sua insieme a suo padre. L'Operazione Amicizia sarebbe stata un successo.
« Scordatelo » interruppe però Loid, distruggendo in un istante quel piano perfetto « È troppo grande »
« M-Ma è quello il punto... »
Per qualche motivo che la piccola telepate non sapeva spiegarsi, il commento suscitò dei sorrisi divertiti sia in Becky che nel resto degli adulti.

Operation: Family TripDove le storie prendono vita. Scoprilo ora