"È questione di tempo"
Luna
La stagione estiva era giunta al termine e l'inizio del college era ormai alle porte.
Per la prima volta nella mia vita la fine delle calde giornate non mi facevano pensare all'arrivo del mio compleanno, ma alla realizzazione del sogno che esprimevo fin da piccola mentre guardavo le stelle sdraiata sull'erba soffice con gli amici di un tempo.
Che ricordi!
I passi all'interno della casa erano udibili. Con il tempo avevo imparato a riconoscere il modo di camminare delle persone e posso dire con certezza che quella che stava percorrendo avanti e indietro il salotto era proprio la mia pazza amica. Era così impaziente che quel giorno arrivasse, che si era presentata davanti a casa mia con ben un'ora di anticipo, e la scusa era che non vedeva l'ora di vedermi ma sapevo benissimo che ciò che desiderava più di tutto era rivedere il suo fidanzato.
Anche se speravo proprio di non dover diventare la terza incomoda dato che ad Harvard sarebbe venuto anche il suo ragazzo, Yahya Miles.
Stavano insieme da ormai due anni circa, avevamo fatto alcuni viaggi insieme ma non così lunghi e soprattutto loro non erano così affiatati allora.Oggi saremmo dovute andare a prendere Yahya all'aeroporto. Come ogni anno andava a trovare la sua famiglia nella sua terra d'origine, Marrakech. Da quanto mi raccontava Ellie, lì non si divertiva molto, non conosceva a pieno i suoi cugini e anche se avesse voluto provare a conversare non poteva dato che non sapeva l'arabo.
《Dai Luna muoviti》sentii gridare dal piano di sotto.
《Due minuti e arrivo》 risposi conscia del fatto che mi servissero ben più di due minuti.
《È da mezz'ora che ripeti la stessa frase Luna, non arriveremo in tempo se non ti sbrighi》
Va bene, forse ci stavo mettendo fin troppo tempo ma le mani mi tremavano ancora al sol pensiero che tra pochi giorni avrei vissuto e studiato nel miglior college di sempre.
Presi la borsa, ci infilai dentro burrocacao, portafoglio e chiavi e mi infilai le scarpe. Dall'appendiabiti dietro la mia porta presi la giacca di pelle e la posai sulle spalle, un ultimo sguardo allo specchio e...i capelli, un nido mi sormontava la testa, un disordine di lunghi e folti capelli corvini stonava con la cura posta al vestiario.Maledetti capelli.
Non capirò mai come poter sistemare la mia chioma. Presi velocemente una spazzola e con un lesto movimento mi misi a testa in giù e creai una coda alta legandolo con un semplice elastico nero che teneva sempre al polso.
Mi rigirai verso il mio riflesso e ciò che vidi fu più decente di prima. Ora ero pronta.《Finalmente, vuoi anche un caffè?》ironizzò la mia amica.
《Si, volentieri》le risposi con un sorriso.
《Dai ora andiamo, non eri quella che non vedeva l'ora di uscire?》
《Ma io infatti non vedo l'ora di uscire, non ho mai detto il contrario》 le risposi alzando le mani in segno di resa.
《Va bene, ora possiamo oltrepassare almeno la porta?》mi disse impaziente.
《Si El, andiamo》le dissi prendendola per il braccio e poggiando la mano sulla maniglia.
Ellie salutò mia mamma con due baci sulle guance. Ormai era parte della famiglia, ogni volta era a casa mia o io a casa sua, eravamo come due sorelle.
Quel giorno avevamo un programma molto bello. La prima tappa sarebbe stato l'aeroporto, successivamente l'Harvard-shop dove avremmo comprato alcuni gadget.
Ero così esaltata all'idea di mettere piede all'interno del negozio che un urletto mi uscì dalla bocca. Non vedevo l'ora di prendere la felpa bianco panna con la scritta "HARVARD" sulle maniche e una grande H sul busto, anche questa color rosso scuro.
Ho sempre desiderato averla e oggi sarà mia.
Infine come ultimo punto del nostro programma avremo fatto un giro di perlustrazione all'esterno dell'edificio del collage.
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Eclisse
ChickLitAmore, sofferenza, solitudine e forse anche sfortuna, due giovani amanti che si sono trovati al momento sbagliato e che si sono separati da qualcosa di incontrollabile, che vivono ora distanti, in una finta felicità. Si crede che le stelle siano sta...