8. Smiling does not mean being happy

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🔴Questo capitolo contiene scene spicy🔴

E si..👀
Siete pronti?

🌟B l a k e🌟

La solitudine è ascoltare il vento
e non poterlo dire a nessuno

Jim Morrison


Sono sempre stato il tipo che con la sua energia riusciva a far divertire tutti. Il tipo di persona che illumina la stanza con la sua presenza.
Sempre pronto a fare una battuta o offrire una distrazione quando stai male.

Non sono mai quello che soffre..

Nonostante l'apparenza, mi sento costantemente solo. Ci sono momenti dove neanche i miei fratelli mi sono d'aiuto ed io non riesco mai a chiedere una mano. Ed ecco perché ora sono in giro per la città, alla ricerca di un bar dove poter bere un po' per zittire i miei pensieri più profondi.

Una grande insegna a neon viola attira la mia attenzione. In giro a quest'ora non c'è nessuno, ma difronte al Roxy bar ci sono alcune ragazze.
Quando gli passo davanti ridono, parlando a bassa voce tra di loro. Peccato che io non sia interessato oggi.

Il posto è accogliere, illuminato da delle luci soffuse giallastre. Sul palco alcuni ragazzi ubriachi fradici stanno cantando una canzone. Probabilmente tra meno di un'ora anch'io sarò lì su a cantare. Mica male come idea.
Prendo posto al bancone, ordinando una vodka liscia. Una volta pronta, la mando giù in un sorso, godendomi la bruciore in gola tipico dell'alcol.

Non so quanti bicchierini butti giù, prima di riuscire a liberarmi della vocina nella mia testa che mi assilla da questa mattina.
<Un'altra per favore>
<Non ti sembra di aver bevuto abbastanza?> chiede una voce alle mie spalle. Quando mi volto vedo Arya che mi viene incontro, sedendosi accanto a me. Il suo profumo dolciastro mi riempie le narici. Mi sorride maliziosa.

<Cosa ci fai qui?>
<Cosa si fai tu qui. Hai finito di giocare ai tuoi videogame?> chiede, prima di ordinare anche lei un vodka liscia.
<Come fai a sapere che..>
<Will ha una cicatrice sul naso. Tu no, Blake> butta giù il liquido del bicchierino tutto in una volta. Devo ammetto che questa volta mi ha stupito.
<Allora> inizia <perché sei qui?>

All'improvviso i miei pensieri ritornano a farsi di nuovo persistenti.
<Scusa, non volevo disturbarti> si affretta a dire Rya, dispiaciuta. Devo aver assunto un'espressione cupa.
<Tranquilla, non mi hai disturbato affatto> mi sforzo di sorridere.
Cala il silenzio tra noi che continuiamo a ordinare vodka.
<Tu invece?> gli chiedo dopo un po'

Arya sospira con un sorriso triste.
<Sono diventata zia di una bellissima bambina, ieri>
<Tanti auguri, zietta. Ora potrai traumatizzare tua nipote con le tue unghie malefiche> mi affretto a dire, ma Rya non sembra dell'umore giusto.
<Già..peccato che loro si aspettino esattamente il contrario da me> faccio fatica a sentirla per via della musica.

<Continua> la incoraggio.
Arya beve ancora e ancora prima di rispondere.
<Sai che a me piace divertimi, fare casino e provocare le persone, no? Mia madre è mia sorella non sono d'accordo con il mio stile di vita, così quando sono arrivata in ospedale mi hanno fatto la paternale, dicendomi che non avrei potuto vedere mia nipote se prima non avessi messo la testa apposto> il suo labbro inferiore inzia a tremare, segno che sta trattenendo le lacrime.

<Mi dispiace, Rya..> E sono sincero.
<So cosa vuol dire non essere all'altezza delle aspettative degli altri>
Arya punta i suoi occhi color nocciola nei miei, carichi di una consapevolezza che non avevo mai visto.
<Beh, siamo degli scemi che deludono gli altri> sorride debolmente.
Alzo un bicchierino per fare un brindisi.
<Alla nostra totale idiozia, allora> dico facendola finalmente ridere.

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