Fratelli Hyuga

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Akuma

Kojiro, ormai alto e imponente, mi aspetta fuori dall'edificio. Lo vedo subito, con quell'aria da duro che cerca sempre di mantenere, anche se so bene che dietro a quella facciata si nasconde mio fratello, il solito Kojiro. Non appena mi avvicino, mi fissa con un'espressione che mischia fastidio e affetto. È sempre così: non riesce a essere carino senza inserire una battuta acida.

"Allora, pronta a tornare a casa?" mi chiede, come se fosse una seccatura dovermi aspettare.

Alzo un sopracciglio, non potendo fare a meno di rispondere a tono. "Cos'è questa? Una nuova versione di te premurosa? Dovrei preoccuparmi?"

Lui sbuffa, alzando gli occhi al cielo. "Non farci l'abitudine. Mamma ha detto che dobbiamo fare un salto al negozio di frutta prima di tornare, e preferisco sbrigarmi."

Tipico. Kojiro che pensa solo a sbrigarsi, senza perdere tempo. "Ah, quindi il famoso Kojiro Hyuga è diventato un galoppino per la frutta? Mi chiedo cosa ne penserebbero i tuoi fan."

Lui mi lancia un'occhiataccia, ma non può fare a meno di trattenere un sorrisetto. Sa che ho ragione, e sa anche che non gli lascerò mai scampo.

Mentre iniziamo a camminare verso l'uscita, il solito battibecco tra noi si riaccende. È un rituale che non cambierà mai, e sotto sotto, entrambi ci divertiamo. Non facciamo nemmeno caso a Takeshi e Ken che ci seguono da dietro, ridendo sottovoce.

"Non cambiano mai, eh?" sento che mormora Takeshi.

Ken annuisce, con un sorriso divertito. "No, ma è proprio questo che li rende così speciali."

Non posso fare a meno di sorridere tra me e me, mentre continuiamo a camminare. Siamo i fratelli Hyuga, belli e impossibili come dicono a scuola. Ma per me, siamo solo noi. E anche se litighiamo, so che siamo inseparabili.

Mentre camminiamo verso il negozio di frutta, non posso fare a meno di notare quanto Kojiro attiri l'attenzione. È diventato alto, imponente, con quei muscoli scolpiti che lo rendono quasi una celebrità tra le ragazze della scuola. Ma per me è sempre il solito fratello maggiore, con quell'atteggiamento a metà tra il protettivo e il seccato.

Arriviamo al negozio, e lui si ferma fuori, come se entrare fosse al di sotto della sua dignità. Lo ignoro e varco la soglia. Dentro, Yumi, l'anziana venditrice mi accoglie con un sorriso caloroso. Con la sua solita chioma grigia raccolta in una coda bassa e gli occhi parzialmente chiusi per l'età.

"Oh, ma guarda chi c'è! La bella  Hyuga," esclama, fissandomi con occhi pieni di ammirazione. "Sei diventata davvero una giovane donna incantevole. Sai, in Giappone non si vedono molte ragazze come te. Con quei lineamenti... sembri quasi europea."

Sorrido, lusingata, mentre scelgo la frutta. "Grazie mille, signora. Lei è sempre così gentile."

Mentre la signora mi passa un paio di mele, noto che ha posato lo sguardo su Kojiro, che è rimasto fuori, appoggiato al muro con le braccia incrociate. La vecchia signora sorride ancora più largamente.

"Oh, ma che bei muscoli che ha tuo fratello! E che carnagione particolare... siete proprio una coppia di ragazzi bellissimi. La vostra mamma deve essere così orgogliosa."

Arrossisco leggermente, ma rido sotto i baffi. "Sì, lo è. Grazie ancora, signora."

Esco dal negozio e vedo che Kojiro ha intercettato parte della conversazione. Ha un sopracciglio sollevato, come a chiedermi di cosa stessimo parlando. Glielo dico comunque, perché so che lo infastidirà.

"Yumi dice che sei muscoloso e che hai una carnagione particolare," dico, dandogli una leggera spinta con la spalla.

"Che ridere, io ho una carnagione bella come il sole , tu sembri fatta di porcellana." risponde lui sarcastico, anche se so che un po' gli fa piacere.

Con la busta di frutta in mano, torniamo a casa, scherzando per strada. Quando arriviamo, il rumore familiare della casa ci accoglie.

Entriamo e troviamo Takeru al tavolo della cucina, con la testa china sui suoi compiti. Masaru è seduto davanti alla TV, totalmente immerso in un cartone animato, mentre Naoko sta aiutando mamma a preparare la cena. La cucina è pervasa dal profumo di qualcosa di delizioso.

Kojiro si avvicina a Takeru e gli dà una leggera pacca sulla testa. "Ehi, come vanno i compiti?"

Takeru alza lo sguardo, un po' infastidito dalla distrazione. "Bene, sto finendo l'ultimo esercizio. E tu, Kojiro? Tutto bene con l'allenamento?"

Kojiro annuisce, mentre io mi siedo accanto a Naoko, curiosa di vedere cosa stanno preparando. "Sì, tutto bene. Ma come va a scuola? Avete bisogno di aiuto?"

Masaru distoglie lo sguardo dalla TV per un attimo. "Io sono bravissimo, non ho bisogno di niente!"

Naoko ride piano, scambiando un'occhiata con la mamma. "Lui dice sempre così, ma alla fine chiede aiuto a tutti."

Kojiro sorride, mentre guarda i nostri fratellini con un'espressione più rilassata. È sempre stato protettivo con loro, anche se lo dimostra a modo suo. "Bene, se avete bisogno, sapete dove trovarmi."

La mamma si gira verso di noi, con un sorriso affettuoso. "Siete tornati giusto in tempo. Lavatevi le mani, che la cena è quasi pronta."


A cena, ci sediamo tutti intorno al tavolo, con mamma che porta in tavola un grande piatto di riso, verdure e carne. L'atmosfera è calda, e il rumore delle chiacchiere riempie la stanza.

Naoko, seduta accanto a me, mi guarda con i suoi occhi pieni di ammirazione. "Akuma, un giorno puoi accompagnarmi a scuola?" chiede timidamente. "Le mie amiche vogliono conoscerti."

La sua richiesta mi fa sorridere. "Certo, Naoko. Dimmi solo quando, e sarò lì."

Lei annuisce entusiasta, e Kojiro, seduto di fronte a me, mi lancia un'occhiata come se volesse dire "Vedi? Non sei così male dopo tutto."

Mentre tutti iniziamo a mangiare, la mamma mi osserva attentamente, e sento che sta per arrivare una delle sue domande più serie. "Akuma, , a cosa stai puntando con lo studio? Hai pensato a cosa vuoi fare dopo la scuola?"

La sua domanda mi coglie un po' di sorpresa, ma cerco di mantenere la calma. "Mamma, ho degli obiettivi, eccome. Sto cercando di capire quale strada prendere, ma ho idee chiare su dove voglio arrivare."

Lei annuisce, ma posso vedere un velo di preoccupazione nei suoi occhi. "Bene, è importante avere dei sogni, ma devi anche essere concreta. Non voglio che tu sprechi il tuo talento."

Prima che la conversazione prenda una brutta piega , Takeru conoscendo una mia probabile risposta glaciale nei confronti dell'adulta a destra del capotavola, interviene con tempismo perfetto. "Kojiro, quando inizierai gli allenamenti con la Nazionale?"

Tutti gli occhi si spostano su Kojiro, che solleva lo sguardo dal piatto e risponde con un leggero sorriso di orgoglio. "Tra una settimana. Verremo radunati tutti per iniziare il ritiro."

Il silenzio nella stanza si riempie di ammirazione. Anche se spesso litighiamo, sono davvero fiera di lui. Mamma sorride calorosamente, orgogliosa del suo primogenito. "È un grande passo, Kojiro. Sono sicura che farai del tuo meglio."

"Ci puoi scommettere," risponde lui, con quella fiducia che lo caratterizza.

La conversazione si sposta sugli impegni di Kojiro e sui suoi prossimi traguardi nel calcio, mentre Takeru e Masaru lo bombardano di domande sul mondo della Nazionale. Io mi rilasso un po', sapendo che, per stasera, la discussione sui miei obiettivi è stata rimandata. Mi concentro su Naoko, che è tutta sorridente al pensiero di potermi mostrare alle sue amiche.

Alla fine della cena, l'atmosfera è leggera, e i nostri battibecchi quotidiani sembrano lontani. La serata si chiude con Kojiro che, nonostante tutto, lancia una battuta a mezza bocca: "Non pensare di svegliarmi tardi domani, Akuma. Abbiamo un po' di frutta da consegnare alla signora del negozio."

"Abbiamo? nono sei fuori strada mettiti la sveglia io domani dormo fino a pranzo. Razza di cioccolatino pompato" ribatto, mentre ci alziamo da tavola.

Non voglio vedermi amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora