Rimpatriata

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Akuma

Mi sveglio incredibilmente tardi. Sono le due del pomeriggio e la casa è insolitamente silenziosa. Scendo le scale con ancora il pigiama addosso, stiracchiandomi come se il mondo intorno a me non esistesse. Un biglietto sul tavolo della cucina attira la mia attenzione: è di Naoko. Dice che lei, mamma e Masaru sono andati a trovare gli zii. Non posso fare a meno di sorridere all'idea della calma assoluta che mi aspetta per il resto della giornata. Un rapido pensiero a Takeru mi attraversa la mente: mi ricordo che aveva detto di voler seguire Kojiro al suo primo allenamento con la nazionale. Mi metto a sedere sul divano, accendo la TV e mi ricordo all'improvviso che ieri sera non si parlava d'altro.

Il suono della televisione riempie la stanza e, tra un boccone di gelato e l'altro, noto che stanno trasmettendo proprio un pezzo dell'allenamento della nazionale. E lì, in mezzo al campo, c'è Kojiro, che si muove con la sua solita intensità. Un mezzo sorriso mi scappa, ripensando a quanta fatica ha fatto per arrivare fin lì.

Mentre sto per lasciarmi affondare nel divano, sento il campanello che suona e subito dopo la porta si spalanca. Maki e Sanae entrano di corsa e appena mi vedono mi urlano contro.

"Ma cosa fai ancora in pigiama?!" sbraita Maki, con un'espressione incredula.

Sanae la segue a ruota. "Abbiamo deciso di andare a fare una sorpresa ai ragazzi e tu sei qui in modalità 'morta vivente'? Muoviti, abbiamo pochissimo tempo!"

Le guardo confusa, con il cucchiaio di gelato a mezz'aria. "Cosa...?"

Prima che riesca a ribattere, Maki mi tira su dal divano con la forza di un tornado, spingendomi verso le scale. "Non c'è tempo per le domande. Corri a prepararti!"

Sanae mi segue, tutta tirata a lucido come al solito, con una camicetta e una gonna nera perfettamente stirata. "Dai, Akuma! Non puoi presentarti così, sembri appena uscita da un incubo," dice, ridendo.

Io sbuffo, afferrando la prima tuta che trovo. Mentre mi cambio, Maki urla qualcosa dal piano di sotto. "Tre minuti! Hai tre minuti, Akuma!"

Le guardo esasperata, ma non ho il tempo di lamentarmi. Alla fine, scendo di corsa, i capelli ancora un po' scompigliati e nessuna voglia di andare da nessuna parte. "Ecco, sono pronta," dico con un tono che non lascia spazio a dubbi sul mio umore.

Maki mi squadra, soddisfatta. "Vedi? Non ci voleva tanto." Lei, invece, è tutta sistemata, con dei jeans che le fasciano le gambe e un top verde scuro che le sta a pennello.

Saliamo in macchina e ovviamente è Maki a guidare. Sanae si siede dietro, intenta a sistemarsi il trucco, mentre io prendo posto davanti e afferro il telefono per fare da DJ. Metto su una playlist che so irritare leggermente Maki, giusto per vendicarmi.

"Almeno la musica decente, per favore," borbotta lei mentre accelera.

"Questa è musica decente," le rispondo, sorridendo sarcastica.

Sanae ride dal sedile posteriore. "Ragazze, concentratevi! Stiamo andando a fare una sorpresa ai ragazzi. Dobbiamo essere perfette, o almeno presentabili."

"Per te è facile a dirsi," ribatto, sistemandoci il volume della musica. "Io stavo benissimo sul mio divano con il mio gelato."

"Akuma, ti assicuro che non vorrai perderti la faccia di Kojiro quando ci vedrà," aggiunge Maki, lanciandomi un'occhiata di sfida.

Sbuffo, ma un po' mi intriga l'idea. "Sì, sì, vedremo."

Scendiamo dalla macchina e mi guardo attorno, nel parcheggio troviamo già le altre ragazze: Yayoi, Yukari e Yoshiko. Tutte bellissime, ovviamente, messe a puntino per i loro fidanzati. Io invece ero lì con la mia solita tuta, una coda alta, giusto un filo di mascara e un top sportivo. La felpa legata a tracolla. Non mi sentivo esattamente nel mio elemento, ma tanto a me non è mai importato di fare scena, soprattutto qui.

Non voglio vedermi amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora