Capitolo 2

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LEO

È da più di mezz'ora che sto provando ad insegnare a tirare col piede una palla a Jude. È una bambina graziosa e con sempre il sorriso sulle labbra, ma diciamo che a calcio è proprio negata.

Ho iniziato a farle lezioni da un paio di settimane, ma niente, neanche un briciolo di miglioramento. Non che io sia il Messi della situazione, però me la cavo abbastanza.

Ho imparato in orfanotrofio a giocare a pallone, dopotutto sono qui da quando avevo 3 anni ed è l'unico posto in cui avrei potuto imparare.
Giocavo tutti i giorni, era uno dei pochi modi che avevo per staccare la testa dalla cazzo di situazione in cui mi sono ritrovato una volta arrivato qua.

A dir la verità gioco ancora. Insieme ad alcuni ragazzi incontrati in orfanotrofio abbiamo creato una squadra da 5. Un po' diverso dal calcio tradizionale, ma altrettanto bello.

Risposto lo sguardo su Jude. È arrivata qui appena un mese fa.
È dolce, ma anche molto determinata. Infatti è lei che ha insistito a farle imparare a giocare a pallone.
Ha solo otto anni e non ho la più pallida idea di cosa sia successo ai suoi.

È tutto il contrario di El, quando è arrivata in questo orfanotrofio.

Aveva circa la sua età ma era molto più insicura. Continuava a piangere per la mancanza della sua famiglia. Ha sempre evitato di parlare con tutti, infatti Il suo unico vero amico ero io, e lo sono ancora.

Al contrario Jude è entrata qui con un sorriso stampato sulle labbra. È sempre super positiva e cerca sempre di vedere la parte migliore nelle persone. Non piange mai, o almeno non l'ho mai vista farlo. Ama vestirsi di rosa, raccogliere margherite e giocare nel cortile con le sue nuove amiche. Insomma tutto l'opposto di El.

Eppure El a quel non so che mi attira. Che me la fa piacere ancora di più. Cazzo se mi piace. È così bella e misteriosa.

La prima volta che ha messo piede qua nessuno la calcolava. Era fredda e non aveva intenzione di fare amicizia. Insomma era triste e sola.
Sono andato a parlarle, mi dispiaceva vederla così.
In poco tempo, con mia grande sorpresa, abbiamo fatto amicizia.

Non nego che da lei vorrei qualcosa di più del rapporto che abbiamo ora. Ma El mi ha detto più volte che adesso non è in cerca di una relazione e l'unica cosa che desidera è andarsene da qui. Avere una nuova famiglia e dimenticarsi il passato. Quindi mi limito a mantenere la nostra amicizia, cercando di non commettere errori e rischiare di rovinare il nostro rapporto. Non voglio toglierle l'unica persona che per lei c'è sempre stata.

Dopotutto anche io desidero più di ogni altra cosa lasciare l'orfanotrofio e avere due nuovi genitori, ma ormai ho quasi 17 anni e la possibilità che mi adottino è ormai remota.

Se penso che sono qui da quando avevo 3 anni non mi capacito il perchè non mi abbiano mai scelto come figlio adottivo. Certo, avendo una madre che potrebbe riprendermi quando le pare e piace, nonostante è abbastanza chiaro che non lo farà, è difficile che sia la prima scelta di due genitori in cerca di figli. Ma è davvero così importante da impedirmi di avere una famiglia che mi ami per tutti questi anni?
Detesto mia madre

Torno a concentrarmi sulla partita.
Non ho né le forze né la voglia di riaffrontare l'argomento genitori.

Jude è ancora nel campo dell'orfanotrofio a cercare di tirare due calci al pallone. Nonostante non sia molto brava, sono sicuro che migliorerà. È ancora piccola, ha molto tempo per imparare.

Guardo l'orologio che tengo al polso, il regalo di El per il mio sedicesimo compleanno.
"Cazzo" Bisbiglio tenendo gli occhi fissi sulle lancette che indicano le 11:43.

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