Capitolo 4

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LEO

Sono allungato sul letto in una posizione alquanto strana. Rocoperto fino al collo dal piumone, con la pancia attaccata al materasso e la faccia conficcata nel cuscino.

La sveglia è suonata ormai da più di venti minuti, ma non ho la forza di alzarmi.
Il letto è così morbido e caldo e la voglia di tornare a dormire è tanta.

Richiudo gli occhi, dopotutto se aspetto altri cinque minuti ad alzarmi non cambia niente.

"Leo, Leo"
Ah ma chi è a quest'ora?
"Leo svegliati"
"Dai ancora cinque minuti" Sussurro con tono flebile e irritato, è sabato dopotutto se mi sveglio alle nove al posto che alle otto non muore nessuno.

"Leo mi avevi promesso di continuare le lezioni di calcio stamattina"
Jude. Ecco di chi è questa voce così acuta che mi sta tramandano le orecchie.
Vero, le avevo promesso di aiutarla a imparare a fare due tiri, ma a mia discolpa le avevo anche detto di trovarci al campo alle 10:00.

"Scusa ma che ore sono?" Le domando mentre cerco di aprire gli occhi lottando contro la luce troppo forte. Mi arrendo, 1 a 0 per il sole.

"Le 11:20 perchè?"
Oddio come le 11:20. Possibile che nessuno mi abbia svegliato prima?

Cazzo Thomas. È da una settimana che lo aiuto a cucinare e non c'è stata una volta in cui io sia arrivato in orario.

"Scusa Jude adesso proprio non posso devo aiutare Thom, facciamo oggi pomeriggio se per te non è un problema" Per la seconda volta provo ad aprire gli occhi, ma fallisco ancora. 2 a 0 per il sole, ma vaffanculo va. Come fa ad esserci così tanta luce il 3 di febbraio?

"Ok va bene, allora alle 4:00 giù" Sento dei passi farsi sempre più lontani, quando si ferma, immagino voglia aggiungere qualcosa "Non fare tardi questa volta però"

Mi porto a sedere, appoggiando la schiena contro il cuscino e annuisco voltando la faccia verso la porta, dove presumo ci sia Jude.

Lei esce da camera mia e per la terza volta provo ad aprire gli occhi. Questa volta riuscendo a tenerli spalancati per più di due secondi, cosa che per me è già un traguardo.

Mi fiondo in bagno per lavarmi la faccia e a questo punto anche i denti, visto che la colazione direi che l'ho saltata.

Mi vesto di fretta e mi butto giù dalle scale e, attenzione, alle 11:31 sono da Thom, decisamente un nuovo record!

"Ohi eccomi" Dico a Thomas una volta arrivato in cucina. Ho il fiatone e per dire queste due parole ci ho messo un'eternità.

"Hai corso una maratona per caso?" Mi domanda lui ironico.

"Dai smettila coglione, cosa prepariamo oggi?"
"Il minestrone"
"Ma che schifo, una pasta dici che non va bene?
"Non possiamo cucinare sempre la stessa cosa, il menù dovrà pur cambiare ogni tanto"
"Ma piuttosto facciamo un risotto o una pasta fredda" Lo imploro io, farei di tutto pur di non mangiare quella pappetta di verdure.

"Ok. Ma rassegnati che un giorno di questi lo prepariamo"
Annuisco poco convinto, se non si fosse capito a me fa proprio vomitare il minestrone.
Faccio una faccia schifata.

"Quindi?" Mi domanda Thom mentre iniziamo a preparare gli ingredienti.
Lo guardo confuso "Quindi che?"
"La ragazza?"
"Chi?"
"Betty" Fa una pausa vedendo la mia faccia perplessa "Mora, occhi nocciola"
"Coglione so chi è Betty"
Ripenso a lei e per poco non arrossisco. Abbasso lo sguardo cercando di sottrarmi al suo pungente e in cerca di verità.

"Ho visto come la guardi" Mi incalza lui.
"Perchè come la guardo?"
Domando cercando il più possibile di apparire confuso, inutile dire che non se la beve.

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