Capitolo 9

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ELISABET

Sono sotto il getto d'acqua bollente della doccia. I capelli grondanti e la mente che vaga per conto suo tra i mille pensieri che mi ritrovo in testa.

È passata poco più di una settimana da quando io e Leo ci siamo baciati per la prima volta. Non stiamo ancora insieme, ma ho la sensazione che questa fase finirà al più presto. Voglio formalizzare la cosa, rendere tutto ciò che siamo un noi, e non più solo io e lui.

Ricordo ogni suo piccolo gesto, anche solo il minimo contatto rimane impresso sulla mia pelle, destinato a bruciare per sempre.
Sento un incendio prendere forma tutte le volte che lo vedo, farsi largo dentro me, fino a sommergermi. Noto le guance in fiamme e il respiro farsi pesante, come se il fuoco dallo stomaco, ormai in subbuglio, si fosse spostato nei polmoni, avvicinandosi sempre di più al cuore.

Una volta uscita dalla doccia, recupero il pigiama, che subito dopo indosso. Asciugo i capelli umidi con il fon, prima di sdraiarmi sul letto e prendere il diario per scrivere due righe.

Cari mamma e papà,
avete presente Leo, il ragazzo dai ricci rossi e le lentiggini? L'unico mio vero amico?
Beh, io e lui ci frequentiamo.
Lo so che la regola era niente ragazzi fino ai 17 anni, ma possiamo fare un'eccezione, dopotutto qua si parla di Leo. Non so se lo vedete da lassù, ma vi assicuro che è la persona più dolce e premurosa che io abbia mai incontrato. Avrei voluto tanto farvelo conoscere, vi sarebbe piaciuto molto, ne sono sicura.

È la prima storia, per quanto si possa definire storia, che ho. Non so come ci si debba comportare o cosa si aspetti lui da me.
Non ho nessuno con cui parlarne. Qui ho qualche amica, ma l'unico a cui posso dire tutto è Leo, e ovviamente non voglio rivolgermi a lui.
Spero che in qualche modo riusciate ad aiutarmi, a suggerirmi cosa fare anche se non siete fisicamente qui con me. I vostri consigli restano sempre i migliori.

Mi sento terribilmente in colpa per non avergli ancora detto dell'affido. Non riesco a trovare le parole giuste, ogni volta che ci provo la gola mi si secca e la bocca è come scollegata dal cervello. Tra un paio di giorni vengono Jessica e Andrew, mi auguro tutto vada per il meglio. Vi prometto che se l'affido verrà confermato comunicherò a Leo la notizia la sera stessa. Basta, non voglio più mentirgli.
Troveremo una soluzione per mantenere questo rapporto anche all'infuori di qui. Tengo veramente tanto a Leo, sia come "fidanzato", ma soprattutto come amico.

Non so come spiegare quello che provo per lui, è passione, desiderio, attrazione. È tutto ciò che a parole non si può dire, tutto ciò che solo il battito del cuore sa esporre.
Molti dicono di cercare la propria metà di mela, invece io penso che la nostra parte mancante non debba essere uguale a quella che già siamo. Dopotutto non sempre ciò che ci completa alla perfezione ci rende felici. Per me stare insieme vuol dire anche sbagliare, uscire dalle linee, osare. Non è uno schema da seguire, è solo stare bene l'uno con l'altra.

Poso il diario quando sento un rumore flebile provenire dalla porta. Mi alzo e mi dirigo verso l'ingresso intenta a scoprire la causa di quel rumore, quando mi ricordo di star indossando il pigiama. Non voglio che qualcuno mi veda vestita con una maglia bianca -probabilmente macchiata da qualche parte- con sopra disegnato un avocado gigante, abbinata a dei pantaloni verdi chiaro ricoperti dalla stessa identica fantasia, ma replicata più volte su tutto il tessuto.
Sia chiaro lo adoro, ma resta comunque il fatto che farmi vedere in pigiama con la faccia stropicciata e gli occhi semichiusi, non è proprio il massimo.

Prendo la prima felpa che trovo e la indosso, in modo da limitare i danni in caso qualcuno venisse in contatto col mio abbigliamento.
Apro la porta lentamente. Sobbalzo quando vedo un'ombra enorme ricoprirmi da testa ai piedi "Cazzo Leo mi hai spaventato"
"Carino il pigiama"
"Apsetta di vedere la maglia" Dico ironica mentre rientro in stanza facendogli segno di venire con me.

"Come mai qui?"
"Volevo darti la buonanotte"
Come fa ad essere sempre così dolce?
"E il coprifuoco?"
"Non lo verrà a sapere nessuno, a quest'ora stanno già dormendo tutti. E poi in caso la colpa ricadrebbe su di me, non hai niente di cui preoccuparti"
Annuisco col capo. Effettivamente ha ragione. Non ho mai visto nessuno controllare i corridoi per accertarsi che tutti siano nelle proprie camere.

Richiude la posta alle sue spalle e si dirige verso di me, con fare lento e dannatamente eccitante. Posa la sua mano destra sul mio viso, spostandomi i capelli dietro l'orecchio. Mi alza il volto con le dita, e mi ruba un bacio a fior di labbra, molto delicato, forse anche un po' troppo.
Dopodiché si allontana dal mio corpo, lasciandomi sola in mezzo alla stanza.

"Dove vai?"
"Torno in camera"
"Adesso?" Domando con gli occhi fissi nei suoi che, nonostante il buio, brillano lo stesso "Non puoi restare ancora cinque minuti? Sei appena arrivato"
Mi sorride, in modo puro e genuino, come soltanto lui sa fare "Va bene, ma solo altri cinque minuti"

Mi fa cenno di raggiungerlo, così mi infilo tra le sue braccia e mi stringo forte a lui.
Rialzo lo sguardo, qualche secondo dopo, puntandolo nei sui occhi.
Mi mordo il labbro prima di raggiungere la sua bocca con un movimento secco e deciso.

Come mio solito sposto le mani nei suoi capelli, per aggrapparmi e stringermi forte a lui -se continuo così è probabile che tra qualche giorno Leo si sveglierà pelato-
Lui invece Incrocia le dita dietro la mia schiena in modo da portarmi il più vicino possibile al suo corpo.

"Leo" Dico ancora tra le sue braccia "Puoi rimanere qui a dormire?"
"Non lo so El, se lo viene a scoprire la Brown dubito che mi lascerà ancora lavorare con Thom"
"Solo per stanotte, non me la sento di restare da sola"

Non voglio che perda il lavoro, ma per una volta vorrei qualcuno accanto, per non rivivere ogni notte la stessa identica cosa. Mi ritrovo nel letto sola, circondata unicamente dai miei pensieri. L'immagine dell'auto sfasciata, del sangue sui sedili, su di me, su di me cazzo. Inizio a respirare e a respirare, fuori dentro, fuori dentro, ma è come se l'aria non raggiungesse i miei polmoni. Mi sento soffocare, così ci riprovo, il petto si abbassa e si alza velocemente, eppure è come se tutto questo non bastasse.
Così inizio a sorridere, forse convincendo me stessa di stare bene inizierò a sentirmi veramente in questo modo.
Sorridi El, non mostrarti debole, sorridi per gli altri, sorridi per Leo.

"El, tutto ok?"
"Si... Tutto ok" Parole a cui non credo più neanche io "Quindi resti?"
Annuisce "Resto"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 08 ⏰

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