Lo sbaglio

5 1 0
                                    

Kiran

Quando sono entrato in quel locale non avrei mai pensato di trovare loro due seduti allo stesso tavolo parlare insieme, quando ho visto Jackson vestito in quel modo 'elegante' e vedere lei con quei pantaloni di pelle che fasciavano le gambe e quel maglioncino corto verde che lasciava scoperta la pancia, la rabbia ha preso il sopravvento, io non mi trattengo, quando in mezzo c'è lei divento un'altra persona mi fa impazzire, è come quel fiore in mezzo ad una prateria verde che si vede da lontano, per la sua bellezza, lei è l'unica. Ci potranno essere milioni di persone io guarderei solo lei, la mia mente pensa sempre a lei.
Quando stamattina Jackson era euforico dovevo immaginarlo invece come uno stupido mi son fidato di loro, non facendo domande.
Non dovrei essere neanche geloso visto che l'ho vista pochissime volte e se sono stato con lei è solo per il  lavoro  che svolgono i nostri genitori, ma dentro di me c'è un miscuglio di emozioni che non riesco a trattenere: rabbia, tristezza, gelosia e odio.
I miei mi hanno detto di non affezionarmi a nessuno, ma io non riesco, ho subito troppo durante la mia infanzia tra allenamenti e i soliti discorsi che facevano loro per farmi rimare freddo e senza cuore, perché fino ad adesso sono sempre stato così, non mi importava dei sentimenti degli altri e di conseguenza non mi importava dei miei sentimenti, mi facevano credere debole come se provare amore, affetto o anche il sentimento d'amicizia sia una debolezza. E io sto iniziando a cadere nelle miei mancanze che hanno fatto aumentare le mie debolezze rendendomi sensibile.

Continuo a camminare nella direzione del parco perché li potrei sfogarmi per l' accaduto ma, la  rabbia è sempre più forte in vista di un albero gli scaglio contro un pugno, che per l'impatto le mie nocche iniziano a sanguinare, il sangue che esce è l'unica cosa che mi fa sentire vivo, ormai non sento essere partecipe di questa vita da quando ho compiuto dodici anni e ho dovuto iniziare ad allenarmi duramente e a frequentare quegli odiosi giochi.
Proseguendo vedo una panchina decido di sedermi lì, sfinito con le mani mi reggo il capo cercando in tutti i modi di non pensare a ciò che è accaduto.

Una mano mi tocca la spalla voltandomi due occhi azzurri mi guardano con tristezza, come se da un momento all'altro  potrebbe iniziare a piangere

<< Aphrodite ?>> domando guardandola

<< Kiran mi dispiace tanto io non volevo, scusami >>
prende la mia mano sanguinante e se la porta al petto

Prende un fazzoletto dalla borsa si siete accanto a me e inizia a ripulire il liquido che fuoriesce dalle nocche

<< Guardami >> ordina

Io la guardo negli occhi che adesso sono bagnati dalle lacrime, << Mi dispiace stellina non volevo rovinarti l'appuntamento >> sussurro guardando il vuoto

<< Non devi scusarti, vorrei sapere che ti prende >> dice prendendomi le guance e portando il mio viso nella sua direzione

Di istinto le presi le spalle e gli posai la testa nell' incavo del mio collo per sentire il suo profumo  << Le mie emozioni sono troppe contorte per farti capire >>

Lei si libera della mia presa e mi guarda negli occhi << Provaci, almeno aiutami a capire >>

<< Mi dispiace Aphrodite io non sono un ragazzo semplice ho molti pensieri che tormentano  la mia testa,  e  se le persone si avvicinano a me  potrei mettere in pericolo la loro vita >>

Sto per scoppiare, o meglio dire stiamo per scoppiare anche lei è sull'orlo di un pianto isterico

<< Non è vero Kiran tu non mi fai paura, tu non sei pericoloso, io lo so >>

Le sue guance sono piene di lacrime << Non piangere così mi fai stare male >>

<< Io non so che ti prende Kiran ma tu per me sei importante e non ti voglio perdere >> dice tra un singhiozzo e l'altro

Mi alzo in piedi e lei fa lo stesso si lancia addosso a me e io l'abbraccio per tenerla stretta per l'ultima volta << Mi dispiace Aphrodite ma se staremo vicini finiremo per ammazzarci >>

<< Cosa? >> domanda mentre io la allontano da me, lei inizia a indietreggiare e si risiede sulla panchina e io prendo l'opportunità per digli che mi dispiace e andarmene via lasciandola da sola.

Le lacrime iniziano a scendere per averla tratta in quel modo, per averla lasciata da sola e perché sono così complicato da capire.
Nessuno riuscirà a capire ciò che io mi porto dentro, perché non ne parlo con nessuno, non sono quel tipo che mi lagno davanti alle persone preferisco cadere da solo e rialzarmi da solo e non voglio l'aiuto perché voglio avere la soddisfazione di aver superato un ostacolo da solo senza l' appoggio degli altri.

La ragazza delle costellazioni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora