Perdere a capa

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Emanuele si alzò con una sensazione strana nello stomaco, un misto di ansia e anticipazione. Oggi sarebbe uscito "Perdere a capa," il nuovo brano dei Co'Sang in cui aveva partecipato. Era un pezzo importante, non solo per il suo significato musicale ma per il carico emotivo che portava con sé. Anche se, ufficialmente, la canzone era stata scritta mentre era ancora con Chiara, ogni parola, ogni nota, era stata pensata per Valeria.

La giornata trascorse in un misto di interviste, preparativi e messaggi con il suo team. Non riusciva a concentrarsi su nient'altro che non fosse quella canzone e la reazione che avrebbe suscitato. Sapeva che il brano parlava di lui e Valeria, anche se nessuno avrebbe potuto capirlo al di fuori di loro due.

Quando il sole cominciò a calare, Emanuele decise di tornare a casa. Il silenzio del suo appartamento gli pesava addosso, quasi schiacciandolo. Decise di non uscire, di restare solo con i suoi pensieri. Mancavano poche ore alla mezzanotte, e ogni minuto sembrava scorrere più lento del precedente.

Finalmente arrivò l'ora tanto attesa. A mezzanotte in punto, il brano fu reso disponibile su tutte le piattaforme. Emanuele prese il telefono e ascoltò la canzone con attenzione, come se fosse la prima volta. Ogni parola lo colpiva come un pugno nello stomaco, ricordandogli quello che aveva perso e ciò che ancora non era riuscito a lasciare andare.

Non poteva fare a meno di pensare a Valeria, a cosa avrebbe pensato sentendo quella canzone. Non sapeva neanche se lei fosse a conoscenza dell'uscita del brano, ma in qualche modo sperava che lo scoprisse.

Decise di fare qualcosa di rischioso. Prese il telefono, aprì la chat con Valeria, e senza scrivere nulla, iniziò a registrare un audio. Quando la sua parte nel brano iniziò, Emanuele puntò il microfono verso l'altoparlante, lasciando che la musica parlasse al posto suo.

La sua voce, impregnata di emozione, vibrava attraverso il brano. Ogni parola che aveva scritto risuonava come una confessione, un'ammissione di ciò che non era mai riuscito a dirle direttamente. L'audio terminò, e senza aggiungere altro, Emanuele premette invio.

L'audio partì e fu consegnato. Ora non restava che aspettare. Valeria, dall'altra parte dell'oceano, ricevette la notifica di un nuovo messaggio da Emanuele. Stava per andare a dormire, ma l'istinto la spinse a controllare subito. Cliccò sull'anteprima dell'audio e lo ascoltò, sorpresa di sentire la voce di Emanuele che cantava quelle parole.

Il suo cuore batteva più forte ad ogni verso, riconoscendo immediatamente la connessione tra quella musica e loro due. Sentiva la mente affollata di pensieri, ma nessuna parola le uscì dalla bocca. Chiuse l'audio, fissando il telefono, con una miriade di emozioni che la travolgevano.

Passarono pochi secondi, che a lui sembrarono un'eternità, poi apparve la notifica che Valeria aveva visualizzato l'audio. Emanuele trattenne il respiro, sperando in una risposta, una qualsiasi reazione. Immaginava Valeria seduta nel suo appartamento a Miami, il telefono in mano, con la sua solita espressione concentrata.

Il telefono vibrò di nuovo. Valeria aveva ascoltato l'audio, lo vedeva dal segno blu accanto al messaggio. Sentiva il cuore battere forte nel petto mentre immaginava le sue labbra che si piegavano in quella linea sottile quando era persa nei suoi pensieri.

Ma la risposta non arrivò subito, e Emanuele rimase lì, sospeso in quel momento, con il telefono in mano, cercando di capire cosa potesse significare quel silenzio.

Valeria, dall'altra parte dell'oceano, era lì, con lo schermo del telefono illuminato tra le mani. La sua espressione era indecifrabile, ma gli occhi tradivano una tormenta interna. Senza accorgersene, le sue dita avevano già cominciato a comporre una risposta, ma poi si fermò, lasciando lo schermo vuoto.

Emanuele si ritrovò a fissare quel piccolo segno blu per un'eternità, sperando che da un momento all'altro Valeria gli rispondesse, mentre il brano continuava a risuonare nella sua mente, come un eco che non riusciva a zittire.

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