10.

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Il rimpianto non la salutò al mattino. Né la vergogna. Invece, la tentazione la stava invitando. Un desiderio strisciante e arricciato le stava bruciando le vene.

Hermione fissò l'orizzonte mattutino che aveva sprecato per mesi.

Aveva delle cose che voleva dire: mi dispiace. Non lo sapevo. Non sapevo che potesse sembrare così.

Aveva delle cose che voleva fare: baciare, leccare, afferrare, trattenere.

Ma Draco dormiva ancora e Hermione non riuscì a disturbarlo. La sera precedente le aveva detto di chiedergli quando aveva bisogno di qualcosa, dimostrandosi costantemente un uomo di parola. Sebbene ora si fossero insinuate alcune domande e dubbi, Hermione decide piuttosto di ammazzare il tempo e l'ansia con una doccia.

L'acqua era appena scaldata, il vapore non si era nemmeno formato sul vetro, quando sentì aprirsi la porta del bagno. Draco era in piedi davanti a sé, guardando l'acqua che le scorreva lungo il corpo.

"Posso unirmi a te?"

Hermione annuì, aprendo la porta a vetri. Si adagiò sotto lo spruzzo con lei, senza sembrare minimamente a disagio riguardo alla propria nudità o a quella sua.

I capelli incollati sulla sua fronte diventarono biondo più scuro quando si bagnarono; Hermione prese l'iniziativa per lisciargli il viso. Non era riuscita a toccarlo molto la scorsa notte. Rettificare tale svista era il suo primo obiettivo.

Le sue mani scesero sul suo petto, pallido e lucido e disseminato di leggeri tagli rosa. Le cicatrici di Draco erano strisce casuali senza capo né coda alla loro forma o lunghezza.

Il suo sguardo scivolò più in basso, fermandosi sul Marchio Nero sbiadito sul suo avambraccio sinistro. Nella forte illuminazione del bagno, era chiaro e netto contro la sua pelle. Hermione lo studiò per un po', ne catalogò l'esistenza, poi scrutò il suo viso.

Draco non distolse lo sguardo, non si nascose né si spostò per coprirsi il braccio. Faceva parte di lui, che potesse vederlo o meno, e lo sarebbe stato sempre.

C'era rimpianto nei suoi occhi ma anche una sfida. Non poteva cambiare chi era, quindi poteva accettarlo così com'era?

Sì, voleva dirglielo. Proprio tu e nessun altro.

Quell'uomo splendidamente vulnerabile le faceva male al cuore in un modo che non aveva mai conosciuto. Hermione si sporse in avanti e baciò una cicatrice sul suo petto, lasciando che la sua bocca si trascinasse lungo la sua pelle fino a quando non ebbe bisogno di ritrarsi per riprendere fiato. Immediatamente abbassò la testa per baciare un'altra cicatrice quando Draco la fermò.

Un dito le sollevò il mento. Un secondo lo inclinò ulteriormente. La pressione applicata con entrambe le dita comunicò il suo intento.

Un bacio. Tenue, effimero. Il più breve sussurro ammonitore contro labbra che non si erano ancora incontrate. Un piccolo tocco lasciò un ricordo indelebile.

Un secondo bacio, poi un terzo. Tratti più lunghi di respirazione condivisa. Bocche che improvvisamente dimenticarono come vivere separate. Le mani raggiunsero velocemente la testa, il petto, i fianchi, nel disperato tentativo di sentire, poi di trattenere.

Draco la appoggiò contro le fresche piastrelle, entrambi i pollici che le circondavano i capezzoli mentre reindirizzava i suoi baci febbrili dalle sue labbra appena sotto l'orecchio.

"Sei molto audace stamattina," scherzò, anche se stava faticando a respirare.

"Mi stai permettendo di toccarti e mi stai toccando, mi sta facendo impazzire. Dovrai dirmi quando fermarmi."

In These Silent Days by HeyJude19 (DRAMIONE) TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora