12.

191 15 5
                                    

Oggi ho deciso di farvi un regalo per farmi perdonare della mia lunga assenza. Con questa fic siamo quasi al termine (mancano altri due capitoli) ma è stato un viaggio così emozionante.


*****

"Credo che oggi sia andata meglio, non credi?".

"Beh, stavolta non sono stato avvelenato".

Hermione fece schioccare la lingua. "Ron ha solo scherzato sul fatto di avvelenarti quella primissima volta, rilassati. Non ti ha impedito di fare il bis oggi, vero?".

Draco brontolò qualcosa di incoerente che includeva le parole "il bastardo è un dannato buon fornaio" e "ancora un pomello di zenzero".

Lei fece finta di non sentire le osservazioni infantili mentre facevano ritorno dall'ultimo incontro con gli amici di Hermione.

Era andata... bene. C'era sicuramente un margine di miglioramento per quanto riguardava i rapporti pacifici tra Draco e i suoi amici. Ginny era bravissima a mantenere la linea di demarcazione tra le battute scherzose e i veri e propri insulti, ma lo stesso non si poteva dire di Ron o Harry. Almeno per quanto riguardava Harry, la cosa sembrava accidentale, come se il suo cervello non avesse ancora capito che doveva essere civile, operando ancora in base alla funzione "devo irritare Malfoy". Le discussioni forzate sul quidditch sembravano aver colmato l'imbarazzo, anche se Ron era stato determinato a offendersi per ogni parola che aveva abbandonato la bocca di Draco.

Luna, come al solito, si era trovata all'estremità opposta dello spettro rispetto al marito. Il suo calore eccessivamente familiare ("Granger, mi ha abbracciato. Per tre minuti di fila, li ho contati.") aveva bilanciato la scontrosità di Ron.

Ma nessuno aveva ancora scagliato maledizioni, quindi Hermione lo considerava un successo.

"Vieni un attimo nel mio studio?".

Hermione lo seguì, osservando Draco che rimescolava le pergamene sulla scrivania prima di alzare lo sguardo su di lei. Sapeva già cosa stava per dire e trattenne un sorriso. Forse Draco pensava di essere abbastanza disinvolto da poterlo fare, ma l'aveva capito.

"Vorresti venire con me?".

Era la prima volta che glielo chiedeva apertamente. Aveva colto abbastanza indizi nelle ultime settimane e normalmente avrebbe dato seguito alla domanda, ma sapendo di dover rifiutare aveva frenato l'inclinazione.

Draco aveva ricevuto la richiesta di accompagnare una ricca coppia di olandesi in un circuito di aste di una settimana attraverso alcune città del Belgio e poi a Monaco. I Van Buyton, le aveva detto, erano stati uno dei primi venditori privati di antichità a dargli una possibilità e, fin dai primi giorni della sua carriera, erano stati clienti affidabili ed entusiasti dei suoi servizi. Quel viaggio annuale era un'opportunità che non poteva rifiutare, sia dal punto di vista della reputazione che dei guadagni in oro.

E Hermione avrebbe voluto tanto poterci andare. Avrebbe potuto passare le ore di lavoro esplorando nuove città, unendosi a lui e alla coppia di anziani per cene sontuose che si sarebbero protratte fino a tarda sera. Avrebbe riempito le sue giornate con musei, gallerie d'arte e mercati locali, e le sue notti con Draco in quelli che sembravano vivaci spettacoli d'asta completi di musica, balli e champagne.

Ma aveva già pronta la bozza finale del suo provvedimento sul Wolfsbane. Ora, le mancava solo la conferma dell'apertura di una sessione legislativa del Wizengamot e avrebbe potuto raccogliere le testimonianze previste per preparare il suo discorso. Così vicina al suo obiettivo, non poteva permettersi l'autocompiacimento. Soprattutto sotto forma di una vacanza europea con un uomo fastidiosamente attraente.

In These Silent Days by HeyJude19 (DRAMIONE) TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora