Darkness and Flames 2

Prologo

«Vi prego, non ho detto niente. Giuro che non ho parlato!», urla l'uomo, dimenandosi contro la sedia a cui è legato. Urla e urla ancora, nonostante ci sia solo lui nella stanza. Ha la gola in fiamme, il sangue secco sul viso viene lavato via dalle sue lacrime di puro terrore.

Da quanto tempo è lì dentro? Ha perso la cognizione del tempo, stando in quella stanza senza finestre. Quando è entrato sapeva che era in piena mattinata, ma adesso? Viene accecato da uno spiraglio di luce, quando la porta viene aperta. Chiude gli occhi, che non sono più abituati a quel bagliore. «Vi prego!», comincia ad implorare.

«Oh ti prego, sta zitto. Non ne posso più di sentirti urlare», si lamenta l'uomo che gli ha ridotto il viso in un un ammasso di lividi e sangue. «Liberatemi. Giuro che non vi ho traditi».
«Lasceremo che sia il capo a decidere».
Dei passi in lontananza annunciano il suo arrivo. Anzi, il loro.

Pochi secondi dopo, tre uomini entrano nello stanzino e persino l'uomo che urlava a squarciagola tace. Al centro, Hudson Lancaster si ferma ad osservare l'uomo. La sua espressione è indecifrabile, ma gli occhi non mascherano quello di cui è capace. Ad un passo dietro di lui, i suoi fratelli Asher e Chase Lancaster. «Hudson, ti prego, risparmiami. Ti giuro che non vi ho traditi. Posso darvi delle informazioni che nessuno a parte loro sa. Posso aiutarvi ad annientarli in meno di un giorno. Posso...», l'uomo non termina la frase.

Una pallottola gli finisce dritto in mezzo agli occhi. «Mi stava infastidendo troppo», Hudson ripone la sua pistola. «Sei impazzito? Potevamo usarlo per avere informazioni», Asher affianca il fratello e osserva l'uomo morto. «Ci ha venduti. Preoccupati di aumentare la sorveglianza, piuttosto che metter bocca nei miei affari», lo zittisce il capofamiglia. «Potevamo comunque usarlo per avere delle informazioni», Chase si unisce alla causa del fratello maggiore.

Hudson rivolge un'occhiata glaciale ad entrambi i fratelli, che si ammutoliscono e fanno un passo indietro. «Sei di cattivo umore?», si unisce una voce femminile. Hudson sorride con affetto alla sorella, affiancata da un altro uomo: «Al contrario. Deve essere veramente di buon umore per averlo ucciso così velocemente, dopo il danno che ci ha procurato», porge ad Hudson una busta.

«Cos'è?», chiede lui al suo braccio destro. «Il vostro lasciapassare per incontrare chi cerchiamo», lo informa fiero. «È sicuro?», domanda Asher. «Me ne sono assicurato personalmente», risponde prontamente. «Ottimo lavoro!», si complimenta Hudson, conservando la busta nella tasca interna della giacca. «Ti sei assicurato che terze persone non scoprano della nostra presenza? Non voglio intoppi».

«Siete sotto falso nome, nessuno verrà a sapere che sarete in quel posto». Hudson Lancaster sorride perfidamente, prima di voltarsi e andare via.