Aria
Sbatto le palpebre, cercando di mettere a fuoco la stanza e il letto in cui mi trovo. È la stessa stanza in cui mi sono svegliata prima. Prima di vedere quella foto con me e quel tizio, David. Quanto deve essere pazzo, per creare dei fotomontaggi con la mia faccia ed esporli in tutta casa? La vista di quella foto mi ha destabilizzata così tanto, da farmi perdere i sensi. Ricordo ancora il dolore lancinante alla testa, prima di svenire.
A proposito, quanto è passato da allora? Ho del tutto perso la cognizione del tempo. Ho dormito per delle ore o per dei giorni? Da quanto tempo sono nelle mani di questi individui? I suoi amici devono essere persino più pazzi di lui, per assecondarlo in questo modo. Ad ogni modo, che siano ore o giorni, Hudson si sarà già accorto della mia assenza e mi starà già cercando. Con le sue conoscenze, non dovrebbe metterci molto, ma io non posso rimanere chiusa qua dentro, con le mani in mano.
Devo trovare un modo per scappare. Ci ero quasi riuscita, se non fosse stato per quell'altro maniaco che somiglia tanto a David. Identici sia nell'aspetto che nelle rotelle fuori posto. Cercando di dimenticare il martellio alla testa, mi concentro sui rumori al di fuori della stanza. Tutto tace, non si sente volare neanche una mosca. Che siano usciti? Forse questa è la mia unica occasione. In silenzio, mi avvicino alla porta e abbasso la maniglia. La porta non si apre, ma me lo immaginavo già. Provo a guardare sulla mensola da cui ho preso la chiave la prima volta, ma il bastardo l'ha tolta.
Do un'occhiata sull'altra mensola, sui comodini, dentro al cassetto e dentro agli armadi. Trovo persino dei vestiti femminili, qualcosa mi fa pensare che siano per me, ma della chiave neanche l'ombra. Vorrei urlare per la frustrazione. Mi ha lasciata chiusa in questa stanza e se n'è andato come se nulla fosse! Ma si sbaglia, se pensa che può mettermi fuori gioco così facilmente. A differenza di ciò che dice, non mi conosce affatto.
Mi guardo attorno per la stanza, in cerca di una qualche idea. Entrando nel bagno collegato alla camera, sorrido furbamente. Mi avvicino alla finestra e mi affaccio. Una piccola lampadina mi si accende in testa. Potrebbe essere pericoloso, ma è pur sempre meglio di restare qua, ad aspettare che il mio carceriere venga a farmi prendere la mia giornaliera ora d'aria. Così come sono, con questa camicia da notte sottile, allungo una gamba fuori dalla finestra. Col piede scalzo, cerco a tentoni il cornicione fuori dalla finestra. Posiziono bene la pianta del piede sul ripiano freddo, faccio forza e mi do uno slancio, facendo uscire prima l'altra gamba e poi il resto del corpo.
Cerco di guardare il meno possibile verso il basso. Non soffro di vertigini, ma non ho neanche la voglia di spiaccicarmi per terra. Una caduta da qua non mi ucciderebbe, non siamo così alti, ma mi lascerebbe su un letto d'ospedale con tutte le ossa rotte per un bel po' di tempo. Tenendomi appiccicata al muro, inizio a compiere dei minuscoli passi lateralmente.
Alla mia destra, e un po' più in basso, c'è un piccolo terrazzo. Devo solo riuscire a raggiungerlo e saltarci dentro, in qualche modo. Tenendo i palmi delle mani aperti e contro il muro dietro di me, per darmi equilibrio, continuo ad avanzare a tentoni. Prego chiunque sia all'ascolto di non farmi cadere. Le gambe stanno raggiungendo la stessa consistenza di una gelatina molle. Una folata di vento mi fa svolazzare i capelli davanti agli occhi, oscurandomi la visuale. Scuoto la testa con delicatezza, per allontanarli. Alcuni capelli mi rimangono impigliati fra le ciglia o all'angolo del labbro, ma li ignoro. L'importante è riuscire a vedere il necessario.
Mi manca circa un metro. «Posso farcela», sussurro a me stessa, percorso tutto il cornicione. Adesso devo solo saltare e atterrare sul terrazzo. Non posso saltare così, però. Rischierei di rompermi le ossa delle gambe. «Che mi tocca fare!», piagnucolo arrabbiata, prima di abbassarmi lentamente, fino a sedermi. Le gambe mi penzolano nel vuoto, per così dire. L'unica soluzione è quella di non pensarci a lungo. Chiudo gli occhi, prendo un lungo respiro e dopo aver contato fino a tre, mi lancio.
![](https://img.wattpad.com/cover/376137207-288-k508935.jpg)
STAI LEGGENDO
Darkness and Flames 2
Romance⚠️Allerta spoiler se non si ha ancora letto il primo libro-⚠️ Sono passati quattro mesi da quando è andato tutto a rotoli dopo quella notte. Aiden è steso in un letto d'ospedale senza svegliarsi, James non ha più rapporti con i suoi amici e Aria è...