ventiquattro

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13 settembre 2024, Torino

Siamo fuori dall'Università, ho appena strappato la bottiglia proclamatrice della mia laurea e stretta nel mio completo azzurro le lacrime si mescolano al sorriso più sincero che possa mai fare.

Mia sorella, di fronte a me mi guarda commossa.
Contro ogni aspettativa, lei e fede hanno trovato un volo per l'Italia e non hanno esitato prima di prendere i biglietti per infilarsi sopra

"Dai cognatina! Sei la più forte" esclama Federico ridendo, abbracciandomi e tenendomi stretta

Mi dispiace che Dusan non ci sia, ma domani c'è la partita con l'Empoli e adesso la squadra è alla Continassa, in attesa che il Bus arrivi per portarli all'aereoporto

Mia sorella mi abbraccia, prima di mettermi sulla testa la tipica corona d'alloro
"Adesso vogliamo sentire la lettera che ci hai scritto" dice ridendo Natalia, mentre è a braccetto di Stefano, il suo ragazzo

"No ragazzi, è lunghissima" dico ridendo

"Comincia, noi abbiamo tempo tanto"

Mi schiarisco la voce e comincio a leggere
"Se mi avessero detto un giorno che sarei arrivata a realizzare il mio sogno probabilmente gli sarei scoppiata a ridere in faccia senza pensarci due volte. Sono caduta tante volte, ed esattamente lo stesso numero di volte mi sono rialzata, senza pero mai essere da sola"

Alzo lo sguardo, trovo mia sorella già commossa, mentre Fede la stringe tra le sue braccia

"Innanzitutto voglio ringraziare la i miei genitori, che mi hanno permesso di realizzare tutto questo, senza mai farsi mancare una buona parola per me. Le mie amiche storiche, Vane, Emma, Gin, Nati, Lula e Lucre, perché da sempre sono stati pilastri fondamentali della mia vita, coloro che non mi hanno mai fatto sentire sbagliata, ma sempre amata e accettata, le persone a cui dire un ti voglio bene non era mai inappropriato. Alla mia spalla destra, mia sorella, che mi ha vista quando ancora ero in fasce, che mi ha insegnato a gattonare ed era lì a prendermi quando ho fatto i miei primi passi. La mia infanzia, la mia adolescenza e la mia età adulta. Abbiamo litigato, ci siamo volute bene come spero che potremo volercene bene ancora a lungo, la mia persona speciale, l'unica che mi capisce fino in fondo e con chi parlo senza che mi dica niente. Alle ragazze conosciute in quel di Torino, che in poco tempo mi hanno fatto sentire parte di loro, a mio fratello Richi che non mi ha mai dato mancare niente. Infine, alla persona più speciale che io abbia mai potuto conoscere, lui che mi aspetta a casa la sera con un sorriso stampato sulle labbra, con cui le risate non mancano mai, lui che ha capito tutti i miei momenti di rabbia e non mi ha mai fatto pressioni per parlargliene. Al mio mondo, alla persona che amo di più in assoluto, grazie Dusan per essere quello che sei e per come mi fai sentire ogni sola volta che ti vedo, grazie per avermi fatto vedere il mondo dalla tua prospettiva."

Chiudo bene il mio fascicoletto e mi asciugo una lacrima, dopo poco qualcuno mi tocca la spalla.

Ciò che vedo mi lascia a bocca aperta.
Passo delicatamente i fogli a mia sorella, per poi fiondarmi tra le braccia di Dusan

"Tu non dovresti essere qui" lo osservo, nel suo completo elegante e con gli occhiali da sole sul viso

"Secondo te mi sarei mai perso la proclamazione di laurea della mia bimba? Scusami amore, ma non hai capito niente di me" dice ridendo, prendendomi il viso tra le mani

"Ma chi ti ha accompagnato?" domanda

"Ho una macchina, amore" dice ridendo, avvicinando le labbra alla mia fronte, facendomi sorridere

"Ma tu stamattina te ne sei andato al centro!" esclamo ancora più confusa di prima

"Si beh, ho avuto il mio aiuto." dice fiero, lasciandomi alzare un sopracciglio "Andrea e Kenan - quei due geni - stavano parlando ieri di come gli dispiacesse che non sarei potuto essere presente oggi, Motta a quanto pare li ha sentiti e mi ha dato il consenso di venire qui oggi. Ma tra poco devo andare, hanno posticipato la partenza per me" dice

"Una volta ogni tanto fanno qualcosa di utile" dico ironica, con gli occhi lucidi.
"Ringraziali da parte mia" continuo, prima di legare le braccia al suo collo

"Mi sa che puoi farlo tu stessa, vieni" mi prende per mano e mi trascina con sé
"Per la cronaca, Lucia e Giulia sapevano tutto" continua, ridacchiando

"Quelle due bastarde" commento, asciugandomi l'unica lacrima sfuggita al mio comando

Arriviamo poco lontani da dove eravamo e vedo davanti a me tutti i ragazzi
"Voi siete pazzi! Dovete giocare una partita domani!" dico ridendo, mentre Kenan è il primo ad abbracciarmi

"Ma puoi stare zitta e goderti il tuo giorno?" mi rimbecca Andrea, dandomi un bacetto sulla guancia

"Deficenti" saluto tutti, tutti mi fanno gli auguri e a sorpresa anche il mister si avvicina per farmeli

"Adesso sappiamo chi chiamare come assistente!" esclama ridendo Gatti, sollevando gli animi della squadra

Rido alla sua battuta, poi li guardo ridendo
"Dusan, ora dobbiamo andare davvero" il mister lo riprende, lui annuisce

"Arrivo, 2 minuti" lascia che gli altri salgano sul bus, poi mi prende per i fianchi e mi gira verso di lui

"Allora ci vediamo domani?" domanda incerto, facendomi annuire sicura

"Ti aspetto a casa come sempre" gli accarezzo una guancia e lui annuisce
"Vai adesso dai, ci sentiamo stasera.
Va a fargli il culo"

Mi lascia un rapido bacio sulle labbra, poi un altro e un altro ancora
"Adesso vai, forza"

"Ti amo, ora scappo, ci sentiamo" scappa e sale sul pullman.
Mentre il bus parte, gli faccio ciao con la mano, poi torno dagli altri

"Hai visto? È venuto alla fine" mi stringe mia sorella.
Sapeva quanto mi rendeva triste questo pensiero

"Si, lui trova sempre il modo, anche quando è stanco"

ciao, questo capitolo non mi piace per niente :)

VENUS ; Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora