Nel suo laboratorio, Belladonna era circondata da una miriade di ingredienti colorati e profumati. Le erbe essiccate pendevano dai travi del soffitto, mentre flaconi di vetro contenevano pozioni dai mille colori. La luce filtrava attraverso le finestre, creando un'atmosfera incantata che l'ispirava a creare rimedi per la corte.
Un giorno, mentre preparava un infuso di camomilla, la regina entrò nel laboratorio, il suo sguardo attento e curioso. "Belladonna," disse con voce dolce ma autorevole, "ho sentito parlare delle vostre straordinarie abilità. La salute della mia famiglia è della massima importanza. È vero che avete trovato un modo per curare le malattie che affliggono la nostra corte?"
Belladonna si fece subito seria. "Vostra Maestà, sto lavorando per trovare rimedi. La scienza delle erbe è complessa, ma credo che ci siano possibilità. Tuttavia, non posso promettere risultati immediati."
La regina annuì, mostrando fiducia in lei. "Ho fiducia nelle vostre capacità, Belladonna. La nostra principessa è molto malata, e ho bisogno che facciate tutto il possibile per aiutarla."
Determinata, Belladonna si mise al lavoro, curando la principessa e altri membri della corte. Ogni giorno, il suo laboratorio si riempiva di nuovi profumi e colori, mentre preparava pozioni e rimedi con le erbe raccolte. Curava raffreddori e febbri con infusi di camomilla e salvia, alleviava dolori di testa con unguenti a base di menta e lavanda, e trattava piccole ferite con pomate di calendula.
Ma la vera prova delle sue abilità si presentò quando un nobile della corte si ammalò di scorbuto, una malattia che provocava debolezza, sanguinamento delle gengive e dolori articolari. I medici di corte, compreso Filippo Andrea, si mostrarono impotenti di fronte alla condizione dell'uomo, affermando che non c'era nulla da fare.Belladonna, però, non si lasciò scoraggiare. Ricordò le parole della sua antenata Geneviève, che le aveva parlato in sogno di erbe e alimenti ricchi di nutrienti essenziali. Con determinazione, si mise a cercare quegli ingredienti, sperando di poter creare un rimedio che potesse alleviare i sintomi e, chissà, persino curare il nobile.
Una sera, mentre stava preparando il rimedio, Filippo Andrea si fece avanti, approfittando dell'oscurità per entrare nel suo laboratorio. "Ah, la nipote della strega cacciata," disse con un sorriso sarcastico. "Non vi aspettavate di trovare qualcuno qui, vero?"
Belladonna alzò lo sguardo, colpita dalla sua audacia. "Cosa volete, Filippo Andrea?" chiese, mantenendo la calma. "Il vostro atteggiamento non è benvenuto qui."
"Attenzione, Belladonna," continuò lui, avvicinandosi. "Le vostre pratiche oscure potrebbero attirare l'attenzione indesiderata. Non vorrei che succedesse qualcosa di brutto alla vostra preziosa vita."
In quel momento, Belladonna notò un odore strano provenire dal cuscino della poltroncina dietro di lui. I suoi sensi olfattivi, amplificati da anni di pratica con le erbe, riconobbero immediatamente il veleno. Con un gesto rapido, si alzò e si avvicinò al cuscino, annusando con attenzione. "Avete tentato di avvelenarmi, non è vero?" disse, il suo tono freddo e deciso.
Filippo Andrea sghignazzò. "E se anche fosse? Nessuno crederà a una parola di quello che direte. Voi siete solo una donna e la nipote di una strega cacciata, e io sono un uomo e il medico di corte. Le mie parole avranno più peso delle vostre."
Belladonna lo fissò negli occhi, la determinazione brillava nel suo sguardo. "Non sottovalutatemi, Filippo Andrea. La mia nonna potrebbe essere stata cacciata, ma io non seguirò le sue orme. E non ho paura di voi."
"Dovreste averne," rispose lui, avvicinandosi ulteriormente, "perché non sarete cacciata come lei. Andrà peggio. La corte è piena di segreti, e io conosco i più oscuri di tutti."
In quel momento, Demian, il suo fedele compagno, entrò silenziosamente nel laboratorio, il suo sguardo attento e vigile. La presenza del lupo la rassicurò. "Demian," mormorò, "ho bisogno del tuo aiuto. Principe-lupo, mio vero e unico principe di Casa Savoia, discendente di Carlo III."
Non appena Demian udì il nome di Carlo III, un ringhio profondo e feroce uscì dalle sue labbra, e si scagliò contro Filippo Andrea, mordendolo con forza. Il medico indietreggiò, spaventato e sorpreso.
"NO, avrai tempo, mio Amore," fermò Belladonna con voce ferma. "Vai a proteggere la nostra principessa."
Demian si fermò, i suoi occhi brillavano con un'intelligenza profonda. Sorrise a Belladonna, come se comprendesse le sue parole, e poi, con un movimento aggraziato, si dileguò nell'ombra.
Filippo Andrea, ancora scosso, guardò Belladonna con un'espressione di disprezzo. "Pensate di poter fare affidamento su un animale? Non basta avere un lupo al vostro fianco per proteggerci dai veri pericoli."
Belladonna si fece avanti, la sua determinazione rinnovata. "Demian è molto più di un semplice animale. La sua nobiltà è evidente, e la sua forza è ineguagliabile. Insieme, affronteremo qualsiasi sfida."
Con un gesto deciso, Belladonna si voltò verso Filippo Andrea. "Siete un uomo meschino, e non permetterò che il vostro odio offuschi il mio scopo. La salute della principessa e dei nobili è la mia priorità."
Filippo Andrea la guardò, la sua espressione si fece seria. "Vedremo quanto a lungo potrete mantenere questa facciata, Belladonna. I segreti della corte non possono rimanere nascosti per sempre."
Con Demian al suo fianco, Belladonna si sentì pronta ad affrontare le tenebre della corte. Avrebbe trovato gli ingredienti giusti e dimostrato il suo valore come guaritrice, non solo per se stessa, ma anche per la sua famiglia e il suo principe lupo.
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BELLADONNA, L'OMBRA DI RACCONIGI
ParanormalIn una notte tempestosa del 10 gennaio 1810, una figura misteriosa e sinistra fa il suo ingresso nella dimora seicentesca dei conti De Gatte, accanto al maestoso Palazzo Reale di Racconigi. Belladonna, una donna avvolta nel mistero e nella seduzione...