LA PROFEZIA: CARLO MARIA E ALESSANDRO

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L'acqua filtrava dalla finestra, gocce pesanti come lacrime che si posavano sul volto del lupo principe, addormentato in un sogno di tenebre senza fine. Il veleno del ragno, una sostanza oscura e viscosa, si stava lentamente avvinghiando attorno a lui, una morsa di indicibile oblio che minacciava di inghiottirlo completamente.

Belladonna, con il cuore in tumulto, si avvicinò al suo amato. Le sue dita tremanti accarezzarono dolcemente il muso del lupo, cercando di risvegliare in lui un barlume di vita. Ma il tempo scorreva inesorabile, e ogni attimo era un passo più vicino alla perdizione. Con un impeto disperato, corse verso lo scaffale. Nel suo antico mortaio, mescolò con fervore le erbe medicinali, come l'arnica e il timo, note per le loro proprietà antidolorifiche e antitossiche, insieme alla bava del lupo, conservata in un'ampolla come un fragile segreto, un legame tra loro che il destino sembrava voler spezzare.

"Posso chiedervi," esordì la giovane principessa, osservando con ammirazione il minuzioso lavoro della guaritrice, "perché vi odiano tutti quanti?"

"Perché sono diversa," rispose Belladonna, accennando un sorriso velato di malinconia, "e sono pur sempre una donna." Le parole, semplici ma cariche di significato, rivelavano un mondo di ingiustizie e pregiudizi.

La principessa, colpita dalla sincerità della risposta, pronunciò un sorriso e, mentre accarezzava il lupo, i suoi occhi rimanevano fissi sulla guaritrice, come se cercassero di scoprire i segreti che si celavano dietro a quel talento misterioso.

Belladonna si avvicinò al suo amato Demian, gli aprì delicatamente la mascella e, con una siringa di vetro scintillante, iniettò le sostanze medicinali nel suo corpo, un gesto carico di amore e speranza. "Tutto ciò che vedrà, Altezza," disse con voce ferma, "non dovrà mai riferirlo a nessuno... mai."

"Lo prometto," rispose la principessa, la sua voce un sussurro solenne, mentre il peso della responsabilità si posava sulle sue spalle.

Belladonna, con una determinazione che brillava nei suoi occhi, aprì la finestra. Con un gesto della mano, sembrò afferrare l'aria e l'acqua che scivolavano dolcemente, e pronunciò alcune parole in francese, melodiose e incantatrici.

All'improvviso, una figura maestosa emerse dalla notte, avvolta in un'aura di potere, e accarezzò il viso della donna. "Mia stirpe adorata!" esclamò, la voce risuonante come un eco di antiche leggende.

La donna, tenebrosa come un'ombra, si avvicinò al lupo e lo strinse delicatamente, avvolgendolo con il suo mantello, un drappo di oscurità che sembrava pulsare con una vita propria. Poi, girandosi leggermente verso Belladonna, la sua presenza emanava un'autorità antica e misteriosa. "Tua nonna era troppo rancorosa con la dinastia sabauda," esordì, la voce profonda e incantevole come un canto stregato. "Tu, mia diletta, hai capito la sottile differenza fra potere odio e amore. Sei tu destinata a proteggere il principe lupo e due futuri ragazzi che salveranno la Dinastia!"

Belladonna si sentì investita da una responsabilità che la riempiva di tanto timore quanto determinazione

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Belladonna si sentì investita da una responsabilità che la riempiva di tanto timore quanto determinazione. I ragazzi di cui parlava l'antenata erano gli stessi delle visioni che l'avevano tormentata, e il pensiero che avesse fatto bene a distruggere il ciondolo la confortava, un gesto che ora sembrava averla preparata per il compito che l'aspettava.

"Ma come posso farlo?" chiese Belladonna, la voce tremante, mentre il peso della missione si posava su di lei. "Cosa devo fare per proteggere quelli che amate?"

La donna tenebrosa si avvicinò ulteriormente, i suoi occhi penetranti colmi di saggezza antica. "Recupera gli altri due ciondoli, in casa della contessina Matilde. Ma fai attenzione: Matilde è nata malvagia, e la grande malvagità si annida nel medico di Corte. Assume nei secoli varie sembianze, ora è Filippo Andrea, poi sarà l'alchimista di Praga, colui che donerà quei ciondoli maledetti, all'amato del figlio di Matilde. Proteggi solo i ragazzi!"

"L'amato?" Chiese Belladonna.

"Sì, diletta mia, vantate lo stesso destino, siete anime diverse che fanno paura, cacciate dal mondo."

Con queste parole, la figura si rivolse alla principessa con tono affettuoso e senza formalità: "Mia cara, sarai gli occhi e l'olfatto di Belladonna e quando la mia stirpe, sarà vecchia, tu prenderai il suo posto."

Infine, si rivolse di nuovo a Belladonna, la sua presenza avvolta da un'aura di mistero. "La guarigione di Demian richiederà il tuo cuore e la tua anima nera e bianca, ma non temere. Per un attimo, mentre compie il cammino verso la vita, vedrai riflessa nei suoi occhi la figura di due bellissimi giovani, il suo futuro io, avvolto dalla luce, ma non il mio Principe, ma i futuri figli maschi di Matilde, Carlo Maria e Alessandro."

E con queste ultime parole, la figura svanì nelle tenebre della notte, lasciando Belladonna e la principessa a contemplare il peso della loro missione, la loro determinazione salda e il cuore in tumulto per ciò che il futuro avrebbe potuto riservare

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E con queste ultime parole, la figura svanì nelle tenebre della notte, lasciando Belladonna e la principessa a contemplare il peso della loro missione, la loro determinazione salda e il cuore in tumulto per ciò che il futuro avrebbe potuto riservare. La notte si fece più profonda, ma nel cuore di Belladonna si accese una luce che non avrebbe mai più lasciato spegnere.

BELLADONNA, L'OMBRA DI RACCONIGIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora