Prologo

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Chi cerca disperatamente l'amore vive una vita a metà.

Lo aspetti, lo brami, lo insegui, non pensi ad altro, ma la verità è che capita quando meno te lo aspetti. D'improvviso, trovi quel pezzo mancante che completa la tua anima, dandoti la sensazione di essere davvero vivo.

Può accadere a trent'anni, nel periodo in cui realizzi di essere davvero cresciuto e di voler affermarti professionalmente; oppure a sessant'anni, dopo decenni trascorsi in una relazione con qualcuno che hai amato e sposato, ma che forse non ha mai completato il tuo essere.
Alcuni non lo trovano. Altri, invece, l'hanno sempre avuto sotto gli occhi senza mai accorgersene.

L'amore può manifestarsi in ogni luogo: a scuola, in ufficio, o persino ad un concerto.
Delilah, ad esempio, trovò la sua persona proprio sotto casa.
Era un giorno qualunque, di un mese qualunque. Quella mattina si svegliò prima del solito, gli occhi pesanti e la mente annebbiata. Con fatica, scivolò fuori dal letto, sentendo il corpo appesantito dalla febbre. Indossò le pantofole e si strinse ancora di più nel suo pigiama di lana, cercando di lenire i tremori causati dalla febbre. La sua cameretta cominciò a vorticarle intorno, perciò dovette reggersi al muro per non perdere l'equilibrio. Sbatté le palpebre doloranti numerose volte, prima di dirigersi incerta in cucina. Aveva la gola in fiamme e le veniva da piangere ogni volta che deglutiva, perché il bruciore che le provocavano le placche era insopportabile.

Con le gambe pesanti, si trascinò fino alla stanza, ancora stordita dal sonno. L'imponente frigorifero era posto a fianco del piano cottura e, proprio sopra di esso, vi era una finestra quadrata, che affacciava al giardino.
Non appena puntò gli occhi verso i primi raggi di sole, i suoi occhi arrossati si spalancarono, cominciando a brillare di meraviglia. Le labbra screpolate le si schiusero sorprese dinanzi a quell'incanto. Per un attimo, la vista le fece dimenticare la sua sofferenza. Piccoli fiocchi bianchi cadevano dal cielo, adagiandosi dolcemente sui fili d'erba ghiacciati e formando una distesa all'apparenza soffice e invitante.

Un'idea le balenò in mente e si guardò intorno furtiva. Era chiusa in casa da tre giorni e per nulla al mondo si sarebbe fatta sfuggire l'opportunità di osservare da vicino il candore di quella neve.
Quindi lo fece.

Avanzò in direzione dell'atrio e, arrampicandosi su una cassapanca, riuscì ad arrivare all'attaccapanni e a prendere l'occorrente. Stava male, parecchio, e non avrebbe voluto aggravare la situazione, ma la tentazione era troppa. Indossò il suo cappotto, la sciarpa della mamma e posò il cappello di lana del papà sulla testa, coprendo i capelli lunghi ancora arruffati. Frugò fra le tasche e, proprio come ricordava, trovò un paio di guanti. Dopodiché scese dalla cassapanca. Attenta a non far rumore, aprì la porta con le chiavi che da poco aveva imparato a riconoscere.

Il vento gelido le colpì le guance arrossate e la punta del naso tappato, tant'è che strinse gli occhi a causa dello sbalzo di temperatura. Nel momento in cui sollevò le palpebre, però, distese i lineamenti del volto. Nubi di un grigio chiaro le coprivano la testa e gli alberi spogli erano abbracciati da uno strato di neve, che sembravano fungere da coperta.

Fece qualche passo in avanti e si maledì per non aver indossato scarpe coprenti nel momento in cui sprofondò. Dovette allargare e agitare le braccia per non cadere con il sedere a terra e quel movimento improvviso non fece altro che far aumentare il suo mal di testa. Resistette. Imitò quei gracili rami e non si fece intimorire dalla bassa temperatura, rimanendo in piedi.

Tenne lo sguardo alto, mentre si spostava di qualche metro. Diversi fiocchi di neve le caddero sulla pelle, scivolando via come amorevoli carezze sotto forma di gocce d'acqua. Si chinò piegando le ginocchia per poter formare e raccogliere una palla di neve, ma il movimento fu talmente rapido che quella volta cadde davvero. Strizzò gli occhi a causa della testa che sembrava non voler stare ferma, ma il fastidio peggiorò nel momento in cui le narici cominciarono a solleticarle.

Una vita a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora