Speciale con la S maiuscola

1 1 0
                                    

1 agosto 1937

*Nel capitolo sono presenti estratti del libro Harry Potter e il Principe Mezzosangue

Elizabeth Cole percorreva i corridoi dell'orfanotrofio pensierosa. Diversi bambini avevano avuto la varicella, ma in fin dei conti non era quello a preoccuparla veramente. No, la sua grande preoccupazione era sempre una: Tom Marvolo. Credeva di non avere altri grandi problemi prima dell'arrivo della visita con lo specialista e invece ecco che riceveva una lettera da un uomo che diceva di volere un appuntamento con lei per parlare di Tom. Immediatamente Elizabeth aveva chiesto al dottor Smarvy se fosse opera sua, ma quando l'altro aveva detto di non sapere niente, ecco che l'angoscia era aumentata. Cosa volevano da Tom? Che avesse combinato qualche guaio serio? Sperava fermamente di no, ma fintanto che l'ospite non arrivava lei poteva fare poco. Si augurava solo che non tardasse. Si trovava con un cesto ricolmo di biancheria pulita nella cameretta di due bimbetti quando venne chiamata.

Immediatamente Elizabeth posò la cesta per terra e sistemò rapidamente le pieghe dell'abito. Uscì dalla porta augurandosi di non apparire troppo grigia e tormentata, avanzando a passi rapidi mentre Jane la assillava con le domande. Tentò di fingere di non essere devastata dall'ansia e prima ancora di aver messo bene a fuoco l'ospite sentì i passi di Jane alle proprie spalle. Si voltò stancamente per dirle cosa fare o aveva l'impressione che l'altra non l'avrebbe lasciata stare
"... e porta su la tintura di iodio a Martha, Billy Stubbs si è tolto le
croste e le bolle aperte di Eric Whalley stanno macchiando tutte le
lenzuola... ci mancava la varicella" mormorò a nessuno in particolare, pensando a quanti fastidi stesse causando. Poi finalmente posò lo sguardo sull'ospite. Le parve di sognare: ma com'era vestito quel tizio?
"Buon pomeriggio" la salutò l'uomo, tendendole la mano. La signora Cole rimase a bocca aperta squadrandolo.
"Sono Albus Silente" continuò l'altro "Le ho mandato una lettera per chiederle un appuntamento e lei è stata così gentile da invitarmi qui oggi".

La signora Cole batté le palpebre. Certo, lo sapeva bene quello. Stabilito che non si trattasse di un'allucinazione finalmente rispose a voce bassa "Oh, sì. Be'... be', allora... è meglio se viene nel mio ufficio. Sì". Avevano indugiato a sufficienza. Si fece seguire da quel Silente e lo portò nel suo studio. Invitò l'ospite stravagante ad accomodarsi su una sedia e prese posto dietro alla scrivania, osservando l'uomo con aria nervosa. Fortunatamente lui non la fece attendere oltre "Sono qui, come le ho scritto nella mia lettera, per parlare di Tom Riddle e dei provvedimenti per il suo futuro" esordì quel Silente. "Lei è un parente?" Domandò subito la signora Cole. "No, sono un insegnante" rispose l'ospite. "Sono qui per offrire a Tom un posto nella mia scuola". Una scuola? "Di che scuola si tratta?" Domandò subito Elizabeth "Si chiama Hogwarts" replicò Silente "E come mai è interessato a Tom?" Ribatté subito Elizabeth "Crediamo che possieda le qualità che cerchiamo". Ah, e com'era possibile? "Vuol dire che ha vinto una borsa di studio? Com'è possibile? Non ne ha mai fatto richiesta" puntualizzò subito Elizabeth.

"Be', era iscritto alla nostra scuola dalla nascita...". Che significava? "Chi l'ha iscritto? I suoi genitori?" E poi ecco che Elizabeth si sentì dolcemente stordita. Vittima inconsapevole di Albus Silente ecco che Elizabeth Cole si ritrovò a sorseggiare gin mentre parlava a briglia più o meno sciolta di Tom. Parlarono del più e del meno, della nascita del bambino, del poco che sapevano sui genitori e poi raccontò persino qualche dettaglio sul carattere di Tom. "È un ragazzo strano" ammise Elizabeth "Sì" commentò inaspettatamente Silente. "Lo sospettavo". "Era strano anche da bambino. Non piangeva quasi mai" continuò Elizabeth "E poi, quando
è diventato un po' più grande, è diventato... bizzarro". "Bizzarro... in che senso?" chiese l'uomo dolcemente. "Be', lui..." Ma Elizabeth si ritrovò a indugiare. Volevano portarsi via Tom, lei voleva veramente rischiare che quell'uomo lo lasciasse lì? Guardò intensamente Silente "Mi garantisce che ha un posto alla sua scuola?" Domandò schiettamente, resa più onesta dall'alcol. "Assolutamente" affermò Silente. "E nulla di quello che dico può cambiare questa cosa?" Replicò. "Nulla" confermò Silente.
"Lo porterà via comunque?" "Comunque" ripeté quel Silente in tono grave.

MarvoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora