3 agosto 1937
Erano trascorsi due giorni dalla visita di Silente in orfanotrofio e la notizia della 'borsa di studio' di Tom aveva suscitato odio e sollievo. In molti non trovavano giusto che proprio lui avesse un'opportunità del genere, eppure l'idea di stare senza di Tom sino alla prossima estate era più che allettante. Certo il dottor Smarvy non si era mostrato entusiasta "Quindi Tom non farà nessuna visita" disse, con preoccupazione. Elizabeth scosse il capo "Non temere, ho messo in guardia il suo nuovo professore. Ha capito che Tom è un soggetto potenzialmente pericoloso e sono certa che ci staranno dietro" "Me lo auguro seriamente". Tom ovviamente non poteva essere più felice. Andava in giro per l'orfanotrofio con la testa alta e uno sguardo più fiero del solito. Avrebbe restituito la roba dei compagni il giorno precedente alla sua partenza per Hogwarts, prima non voleva scocciature.
Si era letto tutte le buste contenenti le informazioni che Silente gli aveva dato e adesso non vedeva l'ora di andare a prendere le sue cose. Aveva aspettato abbastanza, questo si disse due giorni dopo la visita di Silente, adesso doveva prendere la sua bacchetta. Raggiunse lo studio della signora Cole e bussò fermamente. Per un attimo pensò di non aspettare risposta ed entrare subito come faceva sempre lei, poi si costrinse a tenere duro ancora per un po'. "Avanti". Tom subito aprì la porta, trovando la signora Cole seduta mentre scriveva una lettera. Vedendolo si bloccò "Tom, hai bisogno di qualcosa?" Domandò freddamente. "Devo andare a comprare l'occorrente per la scuola. Non aspettatemi per pranzo" replicò Tom, altrettanto freddo e conciso. In passato Elizabeth avrebbe replicato ma era talmente stanca che non oppose resistenza "Va bene Tom, vai pure". Tom, compiaciuto da tanta arrendevolezza, le voltò le spalle e uscì senza salutare. Filò in camera e si cacciò la zainetto che aveva preparato sulle spalle.
Quando scese sentì gli sguardi amareggiati e astiosi dei suoi compagni. Sogghignò sfacciatamente e aprì la porta principale dell'orfanotrofio, imponendosi di non correre come uno scalmanato fuori dal cancello. Trattenersi una volta uscito fu ben più complicato, era talmente euforico da non stare nella pelle. Aveva memorizzato la strada per raggiungere Diagon Alley e in una mezz'ora abbondante arrivò al Paiolo Magico. Sorrise ammirando l'insegna e poi aprì la porta d'ingresso. Immediatamente nel locale venne invaso da fumi e chiacchiere su argomenti che non conosceva minimamente. Senza perdere tempo si avvicinò al bancone "Scusate, c'è Tom?" Domandò suo malgrado. Che fastidio. Quasi subito un uomo gli si avvicinò con un sorriso "Tu devi essere l'orfanello di cui ha parlato Silente!" Esclamò "Tanto piacere, Tom!" Chissà perché quel mentecatto lo trovava divertente. Da quel che pareva i maghi erano idioti come i babbani, ma Tom Marvolo non avrebbe dovuto stupirsi della cosa. Strinse la mano dell'uomo "Vieni, ti porto al muro. Sai, è l'ingresso per Diagon Alley" spiegò, uscendo dal bancone per guidarlo a questo fantomatico muro.
Si trattava di un banalissimo muro di mattoni e tirando fuori una bacchetta l'altro Tom battè sul muro. "Emozionato?" Domandò l'uomo sorridente. "Un po'" rispose pacatamente Tom Marvolo "Vedrai che andrà bene" disse l'uomo, scompigliandogli i capelli. Tom Marvolo stava per fulminarlo con lo sguardo quando l'improvvisa apertura del muro lo lasciò senza parole. "Ecco a te Diagon Alley!" Esclamò ancora il barista Tom "Divertiti piccolo" e senza attendere oltre tornò nel suo locale. Tom Marvolo restò impalato davanti alla via che era apparsa davanti a lui, tentando di immagazzinare tutte le informazioni che lo stavano bombardando visivamente. Si trattava di una lunga via gremita di gente, e com'erano vestiti tutti! Portavano cappelli a punta, mantelli e tuniche. C'erano una miriade di negozi strani di cui Tom aveva memorizzato i nomi e che gli parvero straordinari. Che vetrine avevano, ricolme di stranezze come calderoni e scope. Tom avanzò tentando di disincantarsi, e mentre si immetteva nella folla sentì nascere un sorriso di genuina gioia.
Non guardarsi intorno con stupore e meraviglia era praticamente impossibile per uno cresciuto come lui. Tom avrebbe voluto vedere tutto con calma, e lo avrebbe anche fatto se non avesse avuto quel bisogno pulsante che gli opprimeva il petto: la bacchetta, doveva raggiungere Ollivander e prendere la sua bacchetta. Facendosi largo Tom guardò in giro e sentì la gioia aumentare. Quante meraviglie e quante cosa da imparare. Non vedeva l'ora! Si ritrovò davanti al Ghirigoro, il negozio di libri, e fu costretto a fare violenza su di sé per non entrare. Doveva prima prendere la bacchetta. E doveva esserci ormai, era arrivato. Leggendo il nome dell'insegna il sorriso di Tom si fece più ampio. Districandosi tra la folla si avvicinò al portone del negozio e lo aprì. Si ritrovò in un negozio non troppo illuminato, che aveva come caratteristica principale una miriade di scaffali ricolmi di scatolette. Tom non riuscì ad attendere oltre, allungò una mano per prenderne una ma sobbalzò "Buongiorno!"
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Marvolo
FanficPuò un orfano da solo scalare i vertici della società? Se non si tratta di un orfano qualunque allora potrebbe capitare, soprattutto se il suddetto orfano è un genio con poteri straordinari. In questa storia troverete il cursus honorum dall'infanzia...