It isn't love, it isn't hate, it's just indifference

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*1 settimana dopo*

È passata una settimana intera da quella maledetta telefonata, e di Simone neanche l'ombra. Nessun messaggio, nessuna chiamata. L'unica cosa che ha fatto è stato ricambiare il mio segui su Instagram, come se quello bastasse a mantenere i contatti. Ma nulla, nemmeno una parola.

Scorro il feed di Instagram per l'ennesima volta, cercando di distrarmi, quando il mio telefono vibra improvvisamente tra le mani. Alzo gli occhi dallo schermo e vedo un numero che ormai conosco: Simone. Finalmente.

«Ah, wow, ti sei ricordato di me?»

rispondo, senza nascondere il sarcasmo.
«Mi hai ghostato per una settimana, ti sei fatto nuove 'bllel ro bar' nel frattempo?»

Sento un leggero sospiro dall'altro lato della linea. «Dai, smettila. Non è così...» inizia lui, ma io non gliela lascio passare così facilmente.

«Ah no? E allora com'è?» incalzo,

anche se so di non avere alcun diritto di essere così arrabbiata insomma non siamo niente quindi evelyn smettila.

«Non sapevo quanto ti durasse il ciclo...» risponde lui, con un tono che sembra genuinamente dispiaciuto.

Alzo gli occhi al cielo, ma dentro di me sorrido un po'. Forse l'ho fatta più grossa del dovuto.

«Scusa, eh, ma non è che dovevi scomparire per questo. Potevi pure scrivere, no?»

«Hai ragione. Scusami, davvero. Posso rimediare? Ti vengo a prendere?»

La sua voce è più morbida adesso, quasi come se volesse rassicurarmi.

Faccio una pausa, guardando l'orologio.

«Va bene... sono al bar. Ho appena finito il turno.»

«Perfetto, arrivo subito,»

risponde lui, con una nota di sollievo nella voce.

Rimango con il telefono in mano per qualche istante, pensando che forse sono stata troppo dura. Ma, dopotutto, mi aveva fatto aspettare per una settimana intera...

Simone arriva e appena lo vedo uscire dalla macchina, mi scappa un mezzo sorriso. È impossibile non notare come la gente lo guardi. È chiaro che il ragazzo è abituato a farsi notare.

Salgo in macchina e, senza riuscire a trattenermi, gli dico: «Ah, wow, finalmente. E guarda che star.»

Lui ride e mi lancia un'occhiata divertita. «Eh si vabbè, giuro che non me la vanto.»

Simone mi guarda, con quell'aria sicura, e si avvicina di nuovo. Questa volta mi prende il mento con un dito, cercando di fare il brillante. Lo lascio fare per un secondo, poi gli piazzo il dito sul naso e lo spingo via.

«Smettila,» gli dico, ridendo.

«Va bene, va bene,» replica lui, alzando le mani in segno di resa. «Ma comunque ora ti porto dai miei amici. Sono sicuro che ti piaceranno.»

Alzo un sopracciglio. «Chi sarebbero?»

«Riccardo Dose e Dadda,» risponde, guardandomi di sottecchi.

Scoppio a ridere. «Ma certo che li conosco! Cioè, Riccardo lo conosce chiunque guardi YouTube. È ovvio.»

Simone sorride, divertito. «Già, hai ragione. Beh, allora ci troviamo tutti nello studio. E magari ci sarà anche Jasmine, la ragazza di Riccardo. Chissà, magari vi trovate bene.»

Annuisco, anche se dentro sono un po' nervosa. Chissà com'è stare in mezzo a questa gente famosa. Ma la curiosità di vedere cosa succederà è troppo forte.

Wildest Dreams // 𝓢𝓲𝓶𝓸𝓷𝓮 𝓟𝓪𝓬𝓲𝓮𝓵𝓵𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora