Capitolo 5|| inazuma eleven GO

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V oglio respirare.
Voglio sentirmi nuovamente vivo.
Non voglio sentire il dolore.
Voglio che tutto torni come prima, ma è finita.

**

Sento ogni suono, ogni risata, ogni grido. Nella stanza la gente si muove freneticamente intorno a me, ma io non riesco a staccare gli occhi dalle porte di vetro scorrevoli. Fuori c'è un violento temporale  e la pioggia batte forte sul cemento, sul terriccio e sulle foglie secche. Si vedono lampeggiare le luci delle ambulanze che si fermano sotto il portico, e da terra si riflette un bagliore rosso. Rosso come il sangue. Rosso come gli occhi di Shindou. Tantissimo rosso.
     
Ho lo stomaco vuoto. Mi fa male il cuore. Non riesco a muovermi.

«Kirino»,dice Chiaki « Kirino, guardami». Allontano lo sguardo dalla porta e fisso i suoi occhi blu colmi di preoccupazione.«Uh!» Lui mi prende la mano e sento la sua pelle calda e rassicurante.« Andrà tutto bene». Lo guardo negli occhi e trattengo le lacrime. Non andrà per niente bene. Non so chi è quel ragazzo. Cosa succederà appena entrerò in quell'orribile stanza. Come starà Shindou? Chi sarà? Voglio che si fidi di me. Voglio sapere la verità. Voglio sapere che lui sta bene.«Certo». Lui sospira e mi accarezza la mano.« Sai che ti dico? Vedo se può ricevere visite. Sono passate ormai sei maledette ore. Devono concederti almeno un visita». Si alza dalla sedia e attraversa la sala d'attesa affollata fino al banco di ricevimento.

Lui starà bene.
Deve stare bene.

Chiaki inizia a parlare all'impiegata al di là del balcone ma gli rivolge a malapena la parola,mentre parla al telefono e contemporaneamente lavora al computer. Ma non importa. So già cosa dirà- la stessa cosa che ha già detto. Che non può ricevere visite, a eccezione dei suoi famigliari.« Kirino Ranmaru?»,i fulmini continuano a solcare il cielo rimbombando e illuminando tutto con una luce argentea. Il dottore che ha visitato Shindou si chiama dottor. Montegrey. Si sistema gli occhiali sul naso e inizia a leggere qualche annotazione su un foglio. Scrivacchia qualcosa,poi solleva lo sguardo su di me. Mi alzo in piedi.« Sì. Come sta?»,chiedo con speranza perché desidero che stia bene. « A quanto pare il giovanotto ha fatto un enorme sforzo e il suo corpo non è riuscito a reggere. Per di più aveva anche la febbre». Spalanco gli occhi e da fuori proviene il suono delle sirene, e nell'edificio c'è qualcuno  che piange.« La febbre?»,lui pulisce le lenti degli occhiali con un lembo della camicia e poi se li appoggia di nuovo sul naso.« Deve riposare,molto. E tu devi curare e pulire quelle brutte ustioni sul viso. A proposito, come sei riuscito a procurartele?» «Io... non lo so».«Non lo sai?». È incredulo.« Ne sei sicuro?» Annuisco con un cenno della testa e fisso il pavimento  di fronte a me. A terra c'è una macchia rosa, e linoleum è tutto scrostato. « Non lo so davvero».

Il dottore sospira e io mi mordo il labbro inferiore. Il corridoio è pieno di gente che parla, e quel caos mi inquieta e agita ancora di più i miei nervi già tesi. Sono stata per tutte queste ore a pensare cosa gli avrei detto appena lo avrei incontrato. Sono felice che stai bene. Mi dispiace. Grazie. Quest'ultimo pensiero mi fa sempre sentire in colpa,ma non riesco a togliermelo dalla mente. Mi tormento le mani e trago un profondo respiro. « Posso-Posso vedere come sta?»,chiedo e i suoi occhi marroni mi esaminano da capo a piedi. « È un suo famigliare?», scuoto la testa ma prima che possa aggiungere altro, continuo. « No, non lo sono ma la prego! Ho bisogno di sapere che sta bene e, sopratutto, ho bisogno di chiedergli scusa!»,lui stringe le labbra in una linea dura prima di annuire con il capo.« Che sia una cosa veloce»,  dice alla fine e gli angoli della mia bocca si alzano, formando un sorriso radioso. « Qual'è la stanza?» « La 16, al secondo piano». Lo ringrazio prima di correre su per le scale. Sono spaventato a morte. Arrivo davanti la porta della stanza che il dottore mi ha indicato. Faccio un altro respiro per prepararmi e poi entro. Ho sempre pensato che le stanze degli ospetali fossero i peggior luoghi al mondo e a volte mi da una certa impressione entrarci. Shindou è sotto le coperte e sta bevendo una tazza di thè. Il profumo della camomilla invade il mio olfatto ed è una sensazione rilassante. Nella mia mente lo avevo immaginato impaurito e indifeso. Il suo corpo sembra solido, ma la sua espressione è delicata e fragile.

The Wish Of Maou|il tempo diabolicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora