Capitolo 9||inazuma eleven GO

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Una settimana dopo mi trovo sul prato, provando a costruire una corona di fiori con quelli che ho raccolto poco fa. Anche se sembra più un ammasso di petali messi a caso. Mi annoio e in giro non c'è anima viva. Shindou sembra scomparso nel nulla e non l'ho vedo da almeno due giorni. Il cielo è cupo e le nuvole coprono il sole, rendendo questo posto un perfetto scenario per un film horror.

Dovrei trovare un rifugio ma l'idea di perdermi nel bosco davanti a me non mi seduce proprio. Finirei per essere mangiato da un lupo o orso, e il mio è un pensiero stupido- perché nelle ultime notti almeno dieci predatori diversi mi hanno passato accanto senza sfiorarmi. Un fulmine mi fa sobbalzare e scatto in piedi, e le mie gambe iniziano a muoversi rapidamente guidate dalla paura. Entro nel bosco, dimenticando la ragione e corro più veloce che posso, finché inciampo su una radice e cado di faccia. Esiste una persona più imbranata di me? Il suono grave di un tuono spezza il silenzio mentre mi alzo in piedi,ma appena faccio pressione sul piede sinistro un dolore lancinante mi attraversa tutta la gamba.

Perfetto, mancava una caviglia storta all'appello.

Zoppicante mi giro, deciso di tornare indietro. Non ho voglia di perdermi, sopratutto in questo posto. Se quello che ha detto Apple è vero- se Michele scopre che sto gironzolando nel quello che credo che sia il suo giardino personale- non mi farò di certo prendere. Poi non capisco perché ce l'hanno con Eva. Va bene che ha praticamente condannato l'umanità al peccato, e detto così sembra più orribile di quello che è in realtà, ma Gesù è venuto sulla terra proprio per questo. Comunque, non ho tempo di trovare una spiegazione proprio ora. Mi metterò a riparo sotto la chioma di un albero, sperando che la pioggia duri poco.

Poggio le mani sui tronchi e con piccoli salti riesco a muovermi. Sta cadendo la nebbia e il vento si sta alzando. Il fruscio delle foglie è insopportabile e non riesco a distinguere altri suoni. Improvissamente tutto tace e l'unico suono che riempie il bosco sono i miei respiri. Mi fermo perché c'è qualcosa che non va bene. Questo silenzio non porta niente di buono. Mi sposto leggermente in avanti e ascolto qualunque cosa che possa avvertirmi di un'eventuale pericolo. Nemmeno il tempo di girarmi che qualcuno mi afferra per un polso e mi giro con il fiato corto.

Una ragazza è davanti a me e porta in mano un oggetto avvolto in numerose bende. Il suo corpo è coperto di un mantello completamente bianco e il suo volto è nascosto dall'ombra creata dal cappuccio che porta sulla testa.« Che ci fai tu da queste parti?», chiede.« Io?», il suono della sua voce mi risveglia dai miei pensieri e mi rendo conto che la stavo fissando. « Si sta avvicinando una tempesta e sto cercando un rifugio»,dico e cerco di liberare il polso ma lei rafforza la presa.« Qui non devi mettere piede. Vieni». Inizia a camminare davanti a me con lunghi passi, praticamente trascinandomi lungo il sentiero mentre le mie esili gambe faticano a stargli dietro. Sento il dolore della caviglia aumentare ogni volta che poggio il piede a terra, e continuo a inciampare.« Fermati un secondo», attiro la sua attenzione e si immobilizza, girando il viso verso di me.« Ora cosa succede?»« La mia caviglia» abbasso lo sguardo sul piede spoglio.« Mi fa male» sospiro, piegando leggermente il ginocchio. Mi osserva per un secondo e afferra il mio braccio, avvolgendolo intorno al suo collo. « Appoggiati a me. Devo portati in un posto più sicuro». Inizio a saltare mentre cammina a passi pesanti. Il tragitto fino a quello che sembra una caverna dura in silenzio e la ragazza ha sempre la guardia alzata, come se avesse paura che qualcosa o qualcuno ci attaccasse da un momento all'altro.

Quando entriamo nel buco dentro quelle pietre, coperto da un mucchio di piante, ritiro il braccio e mi lascio cadere a terra. La ragazza poggia quello che portava in mano contro la parete e si toglie il mantello, lo appallottola e lo lancia a terra. I suoi cappelli sono blu con una ciocca verde e i suoi occhi brillano di un oro meraviglioso. La sua corporatura è piena e atletica, mentre il seno è così voluminoso da far arrossire.« Tu devi essere Joana, giusto?», chiede e alzo la testa verso di lei. Inarco un sopracciglio e solo dopo mi ricordo che Shindou mi ha chiamato così davanti ad Apple.« Sì».« Se ti chiedi da dove l'ho sentito devi sapere che con Lilith anche le pietre sanno che ti trovi qui. Tutti sono interessati a te e brutte voci girano tra gli angeli. Ora è un tabù dire il tuo nome». Si siede a terra e si scompiglia i capelli con le dita. Prima di aprire di nuovo bocca, qualcuno grida:« Kyoko, sei tornata?».

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15, 2015 ⏰

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The Wish Of Maou|il tempo diabolicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora